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MINARDI, A TARALLUCCI E VINO IL CASO DELLA DIRIGENTE-ATTRICE

Teatro Regione, l’imparzialità della Pubblica amministrazione sacrificata per 2 battute di scena: dal silenzio all’onnipotenza degli “innocenti”

Chissà se poi nel corso della giornata di ieri, il capo di Gabinetto del presidente Bardi, Michele Busciolano, abbia risposto alla richiesta, volontariamente avanzata dalla titolare dell’Ufficio regionale “Sistemi culturali e turistici”, Patrizia Minardi, di valutare la compatibilità tra il ruolo di dirigente della Regione con specifica competenza e autorità in materia e quello di attrice in spettacoli di compagnie teatrali benficiarie di finanziamenti pubblici concessi e liquidati da via Verrastro proprio su proposta dell’Ufficio guidato dalla Minardi che dei provvedimenti ne è il responsabile. Benchè la richiesta datata 24 agosto, fino alla mattinata di ieri, con le repliche  a Matera di “Occhi neri”, tra gli attori, la Minardi, previste questo fine settimana, nulla da Busciolano.

MINARDI: S’ATTENDE BUSCIOLANO

Eppure per un capo di Gabinetto, mai quesito più semplice. In Regione, ormai, la cosa pubblica viene dopo i fatti privati, abilità professionali permettendo. Ad ogni modo l’Ufficio regionale diretto dalla Minardi è quello attraverso cui passano i finanziamenti pubblici dell’ambito culturale distribuiti sulla base del Piano annuale e regionale dello Spettacolo, dallo stesso ufficio redatto.

“Occhi neri” del Centro mediterraneo delle Arti, che in questi anni di contributi regionali ne ha intascati, è solo l’ultimo spettacolo in ordine cronologico che riattualizza il caso Minardi che da anni recita per compagnie teatrali pagate anche da via Verrastro da anni.

Una imparzialità della Pubblica amministrativa infranta che, tuttavia, continua a perdurare.

I suoi “capi”, i presidenti di Regione che si sono avvicendati, pare girino l’occhio dall’altra parte per non vedere la palese inconvenienza.

TALIA, LAROS E CMDA: ESEMPI NON MANCANO

In ogni caso, si potrebbe partire, fissando un orizzonte temporale passato, ma recente, dal 2016. Dalla ditta Talia Teatro di Matera, associazione di filodrammatici, sul Piano regionale dello spettacolo del 2016, ricevuti 36mila e 937 euro. Altri quasi 22mila l’anno successivo, poi 34mila euro nel 2018. Pagamenti disposti su pratiche proposte dall’Ufficio regionale Sistemi culturali, con responsabile del provvedimento Patrizia Minardi. Poi la battuta d’arresto nel 2019. La dirigente attrice Patrizia Minardi ha partecipato, negli anni, a vari spettacoli della compagnia teatrale citata. Come, per esempio, i seguenti: “Cristo qui non è disceso…”, “La prima notte di Gesù”, “Un politico scomodo Ferdinando Petruccelli della Gattina”.

Di compagnia in compagnia, c’è l’associazione culturale Laros. Contributi ricevuti dalla Regione Basilicata nell’anno 2019: 47mila e 500 per il progetto “La morte dell’inquisitore”. Spettacolo questo, presentato a Matera nel novembre dello stesso anno, dopo 3 giorni di laboratori ai quali ha partecipato anche la dirigente-attrice Minardi. La Regione Basilicata ha promosso questo spettacolo che non è stato realizzato in regione e che è stato rappresentato in tutta Italia. La dirigente attrice ha sempre dichiarato il proprio amore per il teatro e, come emerge dai  documenti, Minardi, del resto, pare proprio avere la fortuna di vivere questa smisurata passione da una posizione di privilegio.  Questo il punto: sull’hobby non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per il ruolo di dirigente dell’ufficio Sistemi culturali della regione Basilicata che è proprio quello competente in materia e che smista i soldi pubblici agli operatori del settore. Quindi per diletto dopo il lavoro  di dirigente, Minardi  corre subito in compagnia per provare lo spettacolo da mettere in scena. Con naturalezza  pubblicizza anche sui propri profili social l’attività, inserendo foto di scena ed altro. Negli anni in cui è protagonista de-gli spettacoli, la compagnia Talia Teatro ha ricevuto contributi. Nel 2019, voci di corridoio, da prendere per rumors, riportano di come la dirigente-attrice si sia al-lontanata dall’associazione: di qui la smaliziata conclusione, è pur sempre un rumors, sulla coincidenza dello stop dei contributi per Talia Teatro.

Chissà, però, che l’associazione, in-vece, non abbia presentato alcun progetto per eventuali produzioni finanziate dalla Regione.

La vacatio, da circa un decennio, di un assessore alla cultura, ha determinato questa “simpatica” situazione: la dirigente attrice gode come di libertà totale.

Il regolamento del Piano  dello spettacolo prevede che la Regione Basilicata può finanziare in perfetta autonomia iniziative culturali che abbiano valenza nazionale ed internazionale. Basta scorrere la denominata “Misura 4”.

Minardi decise di erogare nel 2019 un  contributo di 47mila e 500 euro all’associazione culturale Laros di Roma.

Contributo assegnato per un progetto laboratorio aperto a tutti i cittadini materani ed anche in questo caso si consta la sua  partecipazione sia come “studentessa” che come protagonista  nello spettacolo poi realizzato.

Come si può sostenere un laboratorio rivolto ai cittadini materani di 3 giorni con un costo così alto, dove nessuno dei partecipanti  prende un corrispettivo?

Potrebbe questa, essere una, non l’unica, delle tante domande che qualcuno in via Verrastro dovrebbe porsi.

E ancora: come mai la dirigente-attrice  sostiene l’associazione Laros, come fatto nei giorni scorsi, per lo spettacolo “Prometeo” rappresentato presso le Tavole Palatine di Metaponto e al Parco Tarantini di Maratea che riporta nel manifesto il logo della Regione Basilicata? Sarà finanziato anche questo con la misura 4? Non è uno spettacolo prodotto in Basilicata, poichè di giro visto che è stato rappresentato anche in altre città italiane. Chissà se la “Misura 4” centri qualcosa. Si dirà che sia il Piano spettacolo 2021 che quello del 2020 non sono stati ancora pubblicati, per cui, come nel caso di “Occhi neri”, nella cui locandina pure compare il logo della Regione, impossibile più che improbabile il finanziamento pubblico. Vero, ma in parte, o meglio per il momento. Appena i Piani pubblicati, sia Centro mediterraneo delle Arti che Laros, così come le al-tre compagnie teatrali, potranno chiedere il finanziamento. Magari, verrà rendicontato ai fini del finanziamento pubblico, anche , per esempio, lo spettacolo a cui la dirigente-attrice ha già preso parte. Adesso, la Minardi è passata alla compagnia centro Mediterraneo delle Arti con la quale già nel 2018 aveva recitato in “Case senza luce, Matera” di Ulderico Pesce. Spettacolo beneficiario di finanziamenti pubblici e , probabilmente, da quello che è possibili intuire dalle sinossi, non così tanto diverso da “Occhi neri”. Un operatore dello spettacolo sen-za scheletri negli armadi non potrebbe che essere mal pensante. Patrizia Minardi, stupì, riporta la critica di allora, il pubblico con una performance definita eccellente con cui ha descritto i Sassi di Matera in posizione sospesa, calandosi con una corda da uno dei balconi dell’ex carcere verso il basso. La ri-cerca sulla triangolazione spettacoli, contributi regionali e partecipazione recitativa della Minardi è copiosa e sembra davvero non terminare mai. Ad un certo punto diventa quasi inutile proseguire nell’ap-puntare le “innocenti coincidenze” data la basilarità della tematica che da tanti giorni sta impegnando il capo di Gabinetto Busciolano.

L’ARBITRO CHE GIOCA PER LE SQUADRE CHE GIUDICA

Il valore della imparzialità, imprescindibile per le dirigenze pubbliche, per rappresentare presidio inespugnabile di “sana gestio”, si forma da una parte con le indispensabili adeguate competenze profes-sionali e dall’altra con l’attenzione specifica all’autocontrollo che unita ad un complesso di valori, tra l’altro indicati in Costituzione e nei quadri normativi di riferimento, che ispira le competenze professionali stesse.   Per Minardi che partecipi a performance artistiche varie con associazioni e compagnie beneficiarie di contributi regionali, gratuitamente e fuori dagli orari di  lavoro, poco importa. È in Regione, sullo spettacolo, l’arbitro pubblico. Per cui, proseguendo nella metafora calcistica, mai potrebbe scendere in campo con una delle “squadre” che giudica.

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