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SEPULVEDA, LA FANTASIA DELLA LIBERTÀ

Il Coronavirus lo ha portato via. Il ricordo dell’immenso scrittore di Gianfranco Blasi


Le mie storie sono scritte da un uomo che sogna un mondo migliore, più giusto, più pulito e generoso”. Niente di più che questa frase, tratta dal libro il Potere dei sogni, descrive lo stile e il carattere idealista dello scrittore cileno Luis Sepúlveda Calfucura, deceduto all’età di 70 anni.

Il Coronavirus lo ha portato via… Il suo modo di vivere sognando e di vivere testimoniando la libertà e la giustizia resterà per sempre, invece, per sempre con noi.

Nato a Ovalle, in Cile il 4 ottobre del 1949, Luis Sepuvelda, sarà ricordato commenta lo scrittore e poeta Gianfranco Blasi come un uomo di cultura, esule politico, poeta, regista, guerrigliero, ecologista e viaggiatore.  Sono onorato e lusingato di averlo conosciuto così intimamente attraverso la sua scrittura spiega Gianfranco Blasi Il suo primo romanzo è stato “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, pubblicato in Spagna nel 1989, lo stesso anno in cui, finalmente, Sepuvelda ha potuto far rientro in Cile. Dal ’96 ha vissuto stabilmente, insieme alla ritrovata compagna di vita Carmen Yanez nelle Asturie. La sua opera più famosa, soprattutto in Italia, è “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”da cui il regista Enzo D’Alò nel 1998 trasse un film d’animazione.

Spirito libertario, nipote di un anarchico Andaluso Gerardo Sepúlveda Tapia che fuggì in America del Sud per evitare una condanna a morte che pendeva su di lui. Anche la sua nascita porta questi segni: nacque infatti in una camera d’albergo mentre i suoi genitori fuggivano a seguito di una denuncia – sempre per motivi politici – contro suo padre fatta dal ricco nonno materno. Crebbe  con il nonno paterno e con uno zio, anch’egli anarchico, che gli instillarono l’amore per i romanzi di avventura di Cervantes, Salgari, Conrad, Melville. Giovane marxista ma libertario, fu cacciato dal Partito Comunista cileno andò in Bolivia, dove militò nell’Esercito di Liberazione Nazionale di Che Guevara  Tornato in Cile nel Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende, e era nel palazzo Presidenziale il giorno del  colpo di Stato militare di Pinochet, dove morì Allende, Fu arrestato e torturato. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Questo gli costò un secondo arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare lo processò ufficialmente ed egli ebbe una condanna all’ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d’esilio. In tutto passò due anni e mezzo in carcere. Poi la scelta della Libertà in Europa. Un uomo che ricercava la libertà anche attraverso la lott a– spiega Gianfranco Blasi – Che perseguiva la giustizia anche a costo dello scontro. Ma c’è una differenza non sottile fra lo scrittore e la sua vita. La penna disegnava capriole romantiche e sogni, avvicinava le differenze, caricava di senso profetico i suoi personaggi, le sue allegorie compivano il miracolo della catarsi.

“- Bene, gatto. Ci siamo riusciti – disse sospirando – Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante – miagolò Zorba – Ah sì? E cosa ha capito? – chiese l’umano  – Che vola solo chi osa farlo – miagolò Zorba.”

Ditemi se questa frase, tratta da  Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“, non contiene due parole chiave di questo nostro tempo: ”baratro” e “osare”. Sì, vola solo chi osa e chi osa evita il baratro.

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