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EX CLINICA PELLETTIERI-NIGRO A VIGGIANO: IL CASO DEL “PRENDI I SOLDI E SCAPPA”

Il Comune ha comprato l’immobile dall’Asp per 956mila euro: le controparti in cambio avrebbero dovuto realizzare una Rsa ma Bardi e Giunta stracciano l’intesa

Rapporti tra l’Azienda sanitaria locale di Potenza (Asp) e il Comune lucano del petrolio, Viggiano: contrordine dalla Regione, sì al “prendi i soldi e scappa”. Il “bottino” lo si può definire cospicuo: 956mila e 360 euro.
Dal comune amministrato dal sindaco Amedeo Ci-cala, con cadenza annuale, puntualmente giungono aggiornamenti inerenti al mega immobile noto come “ex Clinica Nigro-Pellettieri”. Con i seminterrati, 5 piani per una superficie convenzionale commerciale di 1822,90 metri quadrati.
Annosa e complicata da sempre la vicenda del Plesso sanitario ex Clinica Nigro-Pellettieri: il fabbricato di proprietà dell’Asp non è stato «mai utilizzato» per le attività sanitarie-amministrative aziendali.
Ad accertarlo ancora una volta nel 2018, l’allora Commissario Giovanni Berardino Chiarelli.
Il problema: il mancato completamento dei lavori di ristrutturazione iniziati nel lontano 1998 e «mai completati» a seguito del fallimento della ditta esecutrice.

LA VENDITA E IL BONIFICO MILIONARIO

Così, quasi 6 anni fa, era il settembre del 2015, la Giunta di centrosinistra, assente l’allora assessore Braia, oggi capogruppo consiliare in Regione di Italia viva, dopo i ripetuti incontri tra l’Ente, l’Asp e il Comune di Viggiano, aventi ad oggetto le «sorti» dell’ex Clinica Nigro-Pellettieri, approvò il patto con il sindaco.
A livello teorico la strategia era la seguente: «potenziare il servizio sanitario e socio-sanitario del comprensorio della Val d’ Agri e dare, contemporaneamente, un segnale di operatività e di spinta decisionale per la soluzione delle tematiche connesse all’occupazione».
Per cui il Comune avrebbe comprato il mega fabbricato, impegnandosi sia a destinarlo per fini di ricerca e di formazione, nonchè sociali, sia spendendo almeno 300mila euro per dare «pronta e piena funzionalità» all’Hospice, già previsto «nella sezione nuova» dell’in-compiuta.
Poichè la Regione lo rese alienabile, dall’avvocato Vito Pace, notaio di Po-tenza, l’Asp lo vendette al Comune di Viggiano per l’importo di 956mila euro così come da bonifico in-cassato dall’Azienda sanitaria locale con ordinativo del 28 dicembre 2017.

APPALTO E LOTTI:LE CENSURE DELL’ANAC

Pochi mesi dopo, la segnalazione reca la data del 16 marzo 2018, ha inizio per Cicala la grana dell’Anticorruzione nazionale (Anac).
All’allora presidente Raffaele Cantone, “qualcuno” aveva dettagliato le presunte irregolarità relative alla procedura riguardante i lavori di adeguamento impiantistico energetico dell’ex Clinica Nigro-Pellettieri, da destinare ad uso uffici, di importo complessivo pari a 620mi-la e 456: 16 distinti affidamenti a 16 diverse ditte, «in totale difformità rispetto a quanto prescritto dal Codice degli appalti». In sintesi, «frazionamento artificioso degli appalti». Il Comune, tra le “chicche” difensive sostenne che «l’intero immobile è costituito da5 piani e che ognuno di essi può considerarsi come singola unità». Per questo tanti lotti. Anche le piastrelle di un pavimento di un edificio della Pubblica amministrazione sono tante, non per questo ogni piastrella diventa un lotto a sé stante separato dagli altri. Non solo l’Anac, suggerendo a Cicala una miglior «valutazione dell’interesse pubblico» e un «miglior utilizzo delle risorse finanziarie della collettività», bollò gli affidamenti adottati dal Comune di Viggiano come «non conformi» alle relative normative di legge, ma inviò la pratica, per direttissima, anche alla competente, quella lucana, Procura del-la Corte dei Conti. Come anticipato, di anno in anno puntualmente sull’ex Clinica a Viggiano giungono particolari aggiornamenti.

L’IMPEGNO DI REGIONE E ASP SULLA RSA
Prima di riprendere le fila dell’intesa tra Regione, Asp e Comune di Viggiano, l’Azienda sanitaria locale, di concerto con l’assessorato Politiche della Persona, ha dirottato il quasi milione della vendita del fabbricato per 350mila euro sui lavori edili attinenti gli spazi necessari alla installazione di una Risonanza magnetica presso il Presidio ospedaliero distrettuale di Lauria, e per 600mila sul tomografo a risonanza magnetica presso il Poliambulatorio Madre Te-resa di Calcutta di Potenza.
Tornando all’intesa, tra i dettagli non secondari della stessa, la vendita dell’ex Clinica da una parte e l’impegno, dall’altra, della Regione a prevedere, nell’ambito della riprogrammazione regionale di settore, circa 30-35 posti letto di Residenza sanita-ria assistenziale Rsa nel territorio del Comune di Viggiano, con l’Asp proiettata «nella realizzazione di una nuova struttura da destinare ad Rsa», per l’appunto «nel territorio del Comune di Viggiano su suolo ceduto gratuita-mente dal Comune stesso».
Dall’agosto del 2015, però, la vendita è stata perfezionata, ma riguardo alla Rsa il tempo, o meglio gli anni, è trascorso «senza che ad oggi nulla sia stato posto in essere». Il citato «ad oggi» corrisponde proprio alla stringente contemporaneità: agosto 2021, esattamente 6 anni dopo l’intesa del “ti accolli l’ex Clinica, ma realizzerò una Rsa”.

IL DIETROFRONT: INCASSATI I SOLDI, NIENTE PIÙ RSA

Così l’attuale Giunta di centrodestra, in questo caso l’assessore assente è Francesco Cupparo, ha autorizzato l’Asp all’utilizzo descritto del quasi milione di euro, le risorse erano «allo stato congelate nelle casse» dell’Azienda sanitaria locale di Potenza e ringraziato il Comune di Viggiano per il bonifico del 2017, ma aggiungendo la nota di rammarico: niente Rsa come da intesa.
La quale, dice «oggi» la Regione, vero è che non presentava una data di scadenza, «tale da determinare una vincolatività sine die degli impegni in essa contemplati», ma poco importa.
Il “futuro”, ha aggiunto via Verrastro, non è nelle Rsa, quella nel comune lucano del petrolio era stata prevista anche come «soluzione delle tematiche connesse all’occupazione», ma nella «valorizzazione dei presidi di diagnostica territoriale». Viggiano è contemplato? Chissà, non è detto.
In conclusione, la Giunta ha revocato i soli 2 punti dell’intesa tra Comune, Regione e Asp, quelli relativi alla Rsa e chiosato con un Bardianissimo “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato, ha dato”.
Il resto è noto.

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