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L’ACCENTRATORE PRIORE CHE “INGESSA” IL PARCO E CHIEDE RIMBORSI SU OPERAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE NON AUTORIZZATE

IL CASO Saltano fuori le ‘macchie’ del Commissario del Parco Val d’Agri-Lagonegrese che è anche Presidente del Gruppo Lucano di Protezione Civile

Nessun accenno di scuse sulla sua pagina Facebook: né un post né tantomeno un chiarimento. Nemmeno dopo che dalle colonne del nostro giornale a gran voce, assieme al Senatore leghista Pa-squale Pepe abbiamo chiesto le dimissioni da ogni incarico per Giuseppe Priore, Commissario dell’Ente Parco Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese e Presidente del Gruppo Lucano di Protezione Civile. Il nostro non è un gioco al massacro, ma semplicemente un voler ristabilire le regole democratiche e deontologiche della correttezza e della trasparenza perché crediamo che chi sbagli debba pagare, soprattutto se lo fa vestendosi dell’altezzosità del proprio ruolo istituzionale. Giuseppe Priore che offende Matteo Salvi-ni- pronto a querelarlo- e appoggia la causa dei talebani, è un ‘personaggio’ che in Basilicata piace a qualcuno ma non piace a molti perché- dicono i ben informati- abuserebbe dei suoi ruoli e imporrebbe le sue volontà, pena dichiarare che il mondo ce l’ha con lui e dietro quei ‘no’ che incassa qualcuno starebbe tramando alle sue spalle. Una mania di protagonismo che sfocia in quella parallela di persecuzione.
LE MACCHIE SULLA NOMINA A COMMISSARIO DELL’ENTE PARCO APPENNINO LUCANO
Nominato nel primo Governo Conte dall’allora Ministro Sergio Costa con cui sarebbe legato da profonda amicizia personale, l’in-carico di Priore di fatto verrebbe rinnovato trimestralmente nel silenzio delle istituzioni e nell’impossibilità dei comuni membri del parco di poter indire elezioni per addivenire ad una figura di Presidente e mettere in pie-di il Direttivo per garantire maggiore demo-crazia all’ente. Che il ruolo gli sia congeniale per poter muovere i fili di una struttura importante lo possiamo anche capire, ma che la sua boria e il suo mancato senso istituzionale si ripercuotano sulle buone sorti del Parco questo non è accettabile. Entro i confini dell’Ente ci sono ben ventinove comuni, impossibilitati a muovere anche una sola virgola perché dal Commissario non arrivano i pareri né tantomeno le risposte ai quesiti più elementari come la possibilità di campeggiare in area parco o di attivare fuochi piro-tecnici in un comune ricadente entro i confini. La conseguenza diretta è che il Parco è completamente ingessato tanto che, nel mal-contento generale, si vocifera che Priore ab-bia creato il ‘parco dei limiti e non quello delle opportunità’. Un Commissario accentratore che decide da solo, che si arroga la facoltà di partecipare alle sedute pur non essendo previsto dal ruolo, che preclude anche le visite al parco stabilendo che si possano fare solo previo appuntamento. E certamente in tal caso l’emergenza pandemica influisce davvero molto poco o quasi per nulla per-ché, per chi Priore vuole, il parco è accessi-bile. Priore si è calato evidentemente nel ruolo del talebano di cui osanna le gesta, tanto che tra i dipendenti vige un senso di timore e per evitare ritorsioni qualcuno è costretto a dire sempre ‘signorsì’ anche se le difficoltà gestionali sono oggettive visto che a sten-to si pagano gli stipendi. Priore sarebbe fallace nelle conoscenze delle procedure amministrative, considerato che il bilancio è sta-to approvato senza il preventivo parere del-la comunità del parco. Inoltre, la sua figura commissariale apparirebbe deleteria anche nei confronti dell’economia dei comuni ricadenti in area parco perché Priore non garantirebbe nemmeno risposte alle richieste di pareri in merito al Superbonus per la riqualificazione edilizia. I comuni più danneggia-ti allo stato attuale sarebbero Spinoso, Moliterno, Sarconi, San Martino d’Agri che so-no interamente nel parco anche con il centro abitato, già a forte rischio spopolamento, e che non avrebbero facoltà di utilizzare il bonus del 110% perché mancano le risposte e quindi i proprietari delle abitazioni e le ditte di edilizia non possono procedere nei lavo-ri. Invece di fare post anti Lega, Priore dovrebbe spiegare quali sono nel concreto le azioni che ha posto per valorizzare i territo-ri dei ventinove comuni dove tutto grava sui sindaci che non possono contare sull’ente supervisore.
GRUPPO LUCANO PROTEZIONE CI-VILE: L’INCOGNITA DELLE RICHIE-STE DI RIMBORSO PER MISSIONI NON AUTORIZZATE
Chi conosce bene Priore parla di situazioni raccapriccianti che si verificherebbero all’interno del Gruppo Lucano di Protezione Civile dove non si ha una linea dritta che por-ti a capire se ne sia ancora il responsabile o abbia ceduto l’incarico. I ben informati lo danno ancora per Presidente, altri sosterrebbero che avrebbe- per evitare che qualcuno sollevasse l’ipotesi di incompatibilità- comunicato verbalmente di aver passato il ti-mone a tale Pierluigi Martoccia che guarda caso è un suo stretto parente, avvocato di Laurenzana, ma di note ufficiali non ce ne sono e anche all’interno dello stesso Gruppo Lucano si parla di Priore come di colui che riveste il ruolo di Presidente. Al di là di qu-sto ci sarebbero palesi situazioni raccapriccianti nelle richieste di contributi mal rendi-contate con la regione Basilicata. Avanzerebbe- dice lui- centinaia di milioni di euro, ma chi lo conosce sostiene che quei soldi non spetterebbero poiché sarebbe solito nel muovere colonne mobili non autorizzate. Così co-me avvenuto quando si è recato in Abruzzo pur in mancanza di lasciapassare da parte del-la Regione Basilicata. Alla base della mancata autorizzazione, una insofferenza da par-te dell’ente regionale nei confronti di chi cerca di essere autoritario e di imporre la sua presenza dimenticando che non è lui la ‘Protezione Civile’, ma che ne è soltanto una associazione che fa protezione civile. A ciò si aggiungerebbe la presentazione consueta di conti fantasiosi che non risponderebbero al-la realtà. Priore dimostrerebbe di avere dunque un codice di procedura amministrativa tutto suo che lederebbe i diritti. Anche quel-li delle altre sezioni che fanno capo alla sua centrale di Viggiano e che, pur avendo avuto promesse di contributi, non avrebbero mai percepito il denaro spettante. Per di più, proprio la sede di Viggiano- dicono i ben informati- sarebbe stata ad un certo punto commissariata da lui stesso ed il denaro messo da parte sarebbe stato fatto sparire nel giro di una settimana tanto che chi faceva parte di quella sede si è svincolato per incompatibilità con la sua figura. Un uomo, Priore che farebbe terra bruciata intorno a lui e che pretenderebbe che si faccia sempre e solo come lui comanda. Attendiamo che il Governo intervenga a rimuovere o a mettere nell’angolo un accentratore sottolineando che non ci sono dunque dinamiche oscure e persecutorie contro di lui, ma semplicemente voglia di fare chiarezza su situazioni incresciose che provocano solo imbarazzo.

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