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APPENNINO LUCANO: BASTA COL COMMISSARIAMENTO SU PRIORE L’AVVISO DELLA MAGISTRATURA CONTABILE

L’ultima proroga scadrà ad ottobre e per la Corte dei Conti il suo mandato è già durato troppo: «Tutelare il buon funzionamento dell’Ente»

Al Parco nazionale dell’Appennino lucano i tempi sono più che maturi per ottemperare a una necessità imprescindibile: dare un taglio al mandato del Commissario straordinario Giuseppe Priore.
Il post su Salvini non centra nulla.
L’affermazione è riportata nelle conclusioni del re-port 2021 della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei Conti che riporta le risultanze dell’accurata analisi della gestione di 23 Parchi nazionali italiani.
La magistratura contabile per l’Appennino lucano ha esaminato gli organi e i lo-ro compensi, la struttura organizzativa, le risorse umane e gli incarichi esterni, l’attività istituzionale, i risultati della gestione economico-finanziaria e via discorrendo. Così mentre il centrodestra regionale che non si è mai veramente interessato al Parco, che ha sede a Marsico Nuovo e si estende sul territorio di 29 comuni della Provincia di Potenza, si è accorto della sua esistenza grazie al post di Priore e di quello continua a discutere, la Corte dei Conti ha riportato, con tempismo non ricercato, la questione dell’Ente sotto il corretto profilo d’indagine amministrativa.
Dall’analisi del bilancio del 2019, nel report sono contenuti accenni anche al 2020 e al 2021, risulta che il predecessore di Priore, la Commissaria Ilde Gaudiello, pur ereditando dall’ex direttore defenestrato e senza titoli, Vincenzo Fogliano, una situazione disastrata anche per via dello stato di totale «illegittimità che permea l’intera organizzazione dell’Ente investendo a tutto tondo l’attività amministrativa nel suo complesso», è comunque riuscita a mettere ordine tra i conti migliorando le prestazioni di diverse voci di bilancio.

GRAZIE AL PREDECESSORE GAUDIELLO SITUAZIONE MIGLIORATA

Molto in sintesi, per dare un supporto numerico, per la Corte dei Conti la gestione Commissariale diIlde Gaudiello, se confrontata al passato, ha registrato un «miglioramento» che è dovuto essenzialmente al dato positivo della gestione caratteristica aumentata in misura sensibile, passando da 115mila e 853 euro a 1mi-lione e 383mila euro. L’aumento, come riscontrato dalla magistratura contabile, è riconducibile da un lato «all’incremento del valore della produzione (+11,7 per cento) e dall’altro alla contrazione dei costi di produzione pari (-30,4 per cento) per effetto del calo dei costi per servizi (-50,6 per cento), per il personale (-43,4 per cento) e per il consumo di materie prime (-34,9 per cento)».
Restano incognite da sanare, ma tutto sommato le soluzioni sono alla portata, nonchè in alcuni casi anche già suggerite dalla stessa Corte dei Conti. Tra gli “scivoloni” che hanno attirato l’attenzione della magistratura contabile quello sull’Eni.
I trasferimenti al Parco contabilizzati come “regionali”, sono risultati pari a 1milione e 608mila euro. Sono i contributi del-la Regione Basilicata per il Progetto “Naturarte” (137mila euro), per il pro-getto “Security” 467mila euro) e per il progetto “Segni e percorsi” 1milione di euro).
Al riguardo, però, è stato rilevato come «gli ultimi due trasferimenti, come emerso dai prospetti Siope e dai chiarimenti forni-ti dall’Ente, imputati co-me fondi di provenienza regionale, provengono in realtà dall’Eni che è rima-sto quale unico finanziatore della fase conclusiva dei suddetti progetti». Di conseguenza: «Si tratta quindi di una contabilizzazione non in linea con i principi di chiarezza e veridicità del bilancio».

TROPPRE PROROGHE, LUNGHEZZA MANDATO PRIORE: «INCOMPATIBILE CON IL CARATTERE DI STRAORDINARIETÀ»

Rendiconto a parte, l’era Priore deve terminare: «Al riguardo questa Corte osserva che la prolungata durata del periodo di attuale Commissariamento, come peraltro già avvenuto per il precedente, è incompatibile con il carattere di straordinarietà e temporaneità che deve connotare l’istituto, diretto a tutela-re l’interesse generale al buon funzionamento dell’Ente».
Per l’Appennino lucano, infatti, il Commissaria-mento ha avuto inizio nel dicembre del 2018. A ciò, va aggiunto il dato che al vertice della struttura amministrativa, fino all’attualità, si sono alternati di-versi soggetti per periodi limitati, funzionari facenti funzioni, Direttori f.f., diretto a scavalco e altro ancora. Così, non può continuare. Anche il collegio dei revisori, di questo il centrodestra regionale se n’è ampiamente dimenticato, è, dal giugno dell’anno scorso, straordinario.
Quella con al vertice Priore, è la 3a struttura commissariale che è stata no-minata con decorrenza dall’11 dicembre del 2019 e per 6 mesi. Poi le proroghe e la forzatura dell’allora ministro dell’Ambiente Costa che nel giugno dell’anno scorso ha nominato presidente del Parco, il Commissario straordinario Priore. No-mina però, «a decorrere dalla data di nomina del Consiglio direttivo» che ancora, dopo 1 anno, non c’è.
Per cui successivamente però, col decreto del primo settembre del 2020 , l’Appennino lucano è sta-to nuovamente commissariato per la durata di altri 3 mesi, e comunque non oltre la nomina del Consiglio direttivo, al fine, «co-me si legge nelle premesse», di garantirne il regolare funzionamento considerati i tempi tecnici del procedimento. Tuttavia, come comunica-to nel maggio scorso alla Corte dei Conti che si apprestava ad ultimare il re-port, per il Consiglio direttivo, organo fondamentale per l’Ente, «non è an-cora pervenuto un numero di designazioni sufficiente per procedere con l’iter di nomina». Pertanto, «nel corso del 2021 sono intervenute ulteriori proroghe della struttura commissariale, l’ultima delle quali il 3 giugno 2021 per ulteriori 4 mesi a decorrere dall’11 giugno 2021». Per la Corte dei Conti, per-tanto, il Commissaria-mento può, ma soprattutto deve, terminare.
Tra gli impegni da porta-re avanti, per esempio, una «improcrastinabile, attenta e completa attività di monitoraggio» su vari vo-ci di bilancio, a partire dai residui attivi e passivi. Al Parco nazionale dell’Appennino lucano il tempo dei Commissari è finito, serve una vera «governance». La Comunità del Parco, va ricordato, è costituita dai sindaci dei Comuni nel cui territorio ricade in tutto o in parte l’Ente, dal presi-dente della Regione Basilicata e dal presidente del-la Provincia di Potenza. Il centrodestra regionale in qualche ritardo ci ha messo del suo: al predominio della Lega è subentrato il recupero di peso politico da parte di Fratelli d’Italia. Ad ogni modo come espressamente segnalato dalla magistratura conta-bile, «in tempi rapidi», considerando anche l’ulti-ma proroga di 4 mesi in scadenza a breve, si dovrà pervenire «ad un assetto stabile sia della governance che del vertice amministrativo».

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