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A MONTEMURRO C’E’ ANCORA MOLTO SULLA TERRA

Sarà presentata l’antologia poetica di Velso Mucci, amico di Éluard, Hikmet, Guttuso

Sabato 21 agosto a Montemurro, per il quinto appuntamento con “Le Muse di Sinisgalli nell’Orto di Merola 7”, la Fondazione Leonardo Sinisgalli presenta l’antologia poetica di Velso Mucci, C’è ancora molto sulla terra (L’ArgoLibro Editore, Agropoli 2021) a cura di Alberto Alberti, erede di Mucci, e Nicola Vacca, curatore della collana “Agorà” per le Edizioni “L’ArgoLibro”. I due curatori dialogheranno alle 21:00 in Piazza Giacinto Albini con la prof.ssa Maria Teresa Imbriani, rappresentante dell’Università degli Studi della Basilicata nel Consiglio di amministrazione della Fondazione Sinisgalli, e con il Direttore Luigi Beneduci, accompagnati dalla chitarra di Daniele Lerose.

Attraverso questa antologia, i curatori pongono in risalto la poliedricità di Velso Mucci, uomo di cultura di spicco nato a Napoli nel 1911 e morto a Londra nel 1964, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove interessanti tendenze del mondo culturale e artistico, ma oggi forse troppo poco ricordato. Tra le sue conoscenze e le collaborazioni figurano Saba, Ungaretti, Tobino, Éluard, Hikmet, Guttuso, Morandi, De Pisis, Carrà. L’iniziativa editoriale che lo vide collaborare con Leonardo Sinisgalli, di cui fu grande amico, è stata il periodico “Il Costume politico e letterario”, bollettino bimestrale di arte e politica, avviato nel 1945 con l’obiettivo di riunire, dopo la fine della guerra, numerosi ed autorevoli uomini di cultura ma anche vogliosi di contribuire ad una “crescita nazionale”, su un foglio scarno, con uscite irregolari ma ricco di proposte.

Così scrive di lui Nicola Vacca: “Velso Mucci è stato uomo del suo tempo, testimone lucido del secolo in cui è vissuto. Nella sua poesia ci sono tracce di un umanesimo fondante perché al centro dei suoi versi c’è sempre e assolutamente l’uomo. Come per il suo amico Ungaretti, Velso Mucci scrive poesie per arrischiare parole a garanzia dell’uomo. Quello che a lui interessa è incrociare gli sguardi de “L’umana compagnia”, condividere in un fraterno attraversamento con i suoi simili emozioni, raccontare la vita che aspira lenta e intensa. Velso Mucci è un lirico che sta tutto in quel Novecento la cui tradizione ha ancora molto da dire”.

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