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RADIOTERAPIA SAN CARLO: ALTRI GUAI IL MACCHINARIO “NUOVO” SI FERMA

Nell’immobilismo di Leone ed Esposito, con l’interruzione delle cure sale l’attenzione della Procura. E intanto problemi anche per le ecografie

Servizio di erogazione di prestazioni di radioterapia presso l’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza: dopo la scoperta investigativa dell’inchiesta della Procura di Potenza, il “bubbone” s’espande. Dall’interruzione delle cure oncologiche nei giorni scorsi, potrebbero emergere nuovi e significativi elementi d’indagine.
Che il macchinario del 2017, l’acceleratore lineare fatturato alla Foralì, non fosse nuovo e «dotato della migliore tecnologia oggi disponibile», appare dato consolidato proprio dalle indagini degli inquirenti potentini: «produzione 2008 e all’esito degli accertamenti svolti è risultato di “seconda mano”, cioè già installato in altra clinica in Svezia».
Per questo, le imputazioni di truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e falsità ideologica, commessi in danno dell’Aor San Carlo. Nel dicembre del 2017 l’Azienda ospedaliera ha liquidato la fornitura con un versamento di 2milioni e 231mila euro. Di qui, il sequestro preventivo, disposto dal Gip di Potenza, delle somme di danaro, pari ad un valore di 529mila e 400 euro, così come, in relazione al «profitto del reato», risultante dalla differenza tra la somma pagata dalla “Foralì” per l’acquisto del sistema usato e quanto liquidato dall’Aor. Ma nonostante il sequestro preventivo, per la Radioterapia di Potenza i guai sono continuati.
Il macchinario “nuovo” si è pure rotto. La grave sospensione del servizio per i pazienti di riflesso ha come smentito, saranno ulteriori accertamenti a stabilirne il grado, la difesa che nell’immediatezza del citato sequestro proprio Carlo Quinto Degano, già presidente della Fora, aveva profuso: «A conferma della bontà della fornitura, basterà considerare che l’acceleratore fornito è perfettamente funzionante e quotidianamente utilizzato dall’Ospedale San Carlo di Potenza, senza in- convenienti di sorta e senza pause». Al contrario, però, proprio giovedì scorso il macchinario sarebbe andato in tilt con impossibilità di effettuare subito la specifica riparazione subito. Se a ciò si aggiunge un altro elemento, anch’esso oggetto di approfondimenti, consistente nel fatto che lo stop occorso non è da considerarsi, negli anni, un episodio isolato, allora il quadro complessivo non può che risentirne negativamente. A via Verrastro, tuttavia, sembra permanere l’immobilismo: nè l’inchiesta del-la Procura, nè l’interruzione della continuità delle cure oncologiche, hanno smosso il duo costituito dall’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, con il Dg del relativo Dipartimento, Ernesto Esposito, già oggetto di altra indagine penale ancora in fase preliminare.
Con ogni probabilità, dovrà intervenire nuovamente la Procura per fare chiarezza e sistemare le cose. In tema macchinari al San Carlo, tra l’“usato sicuro” e quello nuovo per così dire in arrivo, anche per le ecografie i problemi non mancano: tra esami già prenotati annullati e quelli da prenotare per i quali le liste d’attesa si stanno allungando a dismisura.
Ma questa è un’altra storia.

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