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IL RICORDO DELLA VENUTA DI URBANO II

Banzi, la pandemia fa rivisitare l’evento che è comunque un successo

La situazione della pandemia ha imposto un’inedita modalità per ricordare la venuta di Papa Urbano II a Banzi nel 1089 d.C. L’amministrazione comunale ha inserito nel programma annuale degli eventi estivi la rievocazione storica che si svolge ininterrottamente da 21 anni pur di fronte alle difficoltà oggettive determinate dalla circolazione del virus, ma lo ha fatto ricorrendo ad una nuova ed entusiasmante forma di spettacolo all’avanguardia dei tempi. Non si può che essere riconoscenti verso l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Caffio per tale scelta più adeguata e consona all’approccio da parte delle persone di tutte le età e della quale bisognerà tenere conto nella programmazione e organizzazione della rievocazione nei prossimi anni, ampliando e integrando la stessa scelta, che si presta a diverse varianti e nuovi completamenti. Dall’anno del Giubileo (2000) questo evento storico, realmente accaduto (ricordiamo però che qualcuno ancora qualche anno fa riteneva erroneamente non lo fosse), veniva celebrato con un corteo storico, a metà fra la sfilata e la drammatizzazione, mentre negli ultimi anni (dalla 18° edizione in poi), a causa della scarsa adesione di figuranti era più caratterizzato dalla forma recitativa, con il contributo di attori e personaggi di rilievo. La data prescelta fin dalla prima edizione fu quella più vicina all’evento storico, ma in anticipo per consentire la partecipazione dell’evento dei molti banzesi non residenti a Banzi. In realtà disponiamo di un documento, riportato dal medievista Hubert Houben che attesta che Papa Urbano II in data 24 settembre del 1089 sottoscrisse una bolla pontificia nel luogo denominato “apud Banciam” che corrisponde al territorio di Banzi, ove si trovava l’abbazia benedettina. Ci preme invece sottolineare che quest’anno la forma utilizzata in alternativa alla presenza fisica di figuranti ed attori ha riscosso un completo ed in parte atteso successo. Si tratta del cosiddetto “videomapping”, una tecnica che permette di dipingere con la luce superfici ed oggetti più o meno complessi. Consiste nel proiettare immagini e animazioni su superfici che sono trasformate in qualcosa di vivo regalando l’impressione che la realtà si animi ottenendo uno spettacolare effetto visivo. E’ la luce dei proiettori a creare la “texture”, che copre le superfici, ottenendo l’illusione visiva che l’oggetto sia avvolto in una nuova pelle animata. Si può così far credere che una parte di edificio stia crollando o giocare con luci e ombre per ottenere spettacolari effetti visivi per chi li osserva. Il video proiettato a Banzi in Piazza Emanuele Gianturco sul prospetto di un edificio ottocentesco, addossato ai resti della Badia e alla facciata della Chiesa, è opera prima dello staff di Giampiero Francese, esperto di questo tipo di spettacoli diffusi in tutta la regione e propone in circa 15 minuti un condensato emozionale su quanto avvenuto a Banzi in occasione della venuta del Papa con immagini, video e intervento dal vivo di alcuni personaggi e sonoro in playback. Il risultato è stato straordinario ed ha ottenuto un vasto consenso. Il videomapping è stato più volte ripetuto dopo alcuni minuti di pausa. Nel frattempo all’interno di Largo Urbano II veniva proiettato, in ripetizione programmata, un brevissimo video animato sullo svolgimento, sui protagonisti e sui documenti relativi allo straordinario evento della venuta del Papa.

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