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IL GUERRIERO DEL VULTURE SEMPRE DIMENTICATO

  Era un giorno del 1933, probabilmente Raffaele Giordano prima dell’importante incontro che lo attendeva, si rilassava con il suo

 

La statua a Fresno

Era un giorno del 1933, probabilmente Raffaele Giordano prima dell’importante incontro che lo attendeva, si rilassava con il suo hobby preferito coltivare la vite nelle fertili terre di California, come facevano i suoi antenati nella lontana Lucania, pensava alla sua carriera di pugile. Nonostante i suoi 28 anni, era un veterano: aveva sostenuto già 130 incontri, da quanto appena quattordicenne salì la prima volta sul ring; era un peso piuma; lo speaker lo annunciò come Ralf Giordano, la lo slang californiano non era adatto usciva un pessimo suono; e poi era un “dago” il nomignolo intriso di razzismo con il quale si chiamavano gli americani. Così lo speaker scelse un nome irlandese per il giovane lucano, del resto lo facevano tanti boxer del Bel Paese per favorire la carriera come Ugo Miceli che diventò Hugo Kelly un re del ko,oppure il formidabile piuma siciliano Giuseppe Corrora diviene Johnny Dundee, addirittura l’altro lucano Giuseppe Di Melfi divenne Young Zulu Kid. In molte zone degli USA preferivano non avere pugili italiani sul ring, quindi risultava una scelta quasi obbligata per non perdere opportunità di futuri incontri. Per il giovane Giordano scelsero Young Corbett III, a prendere l’eredità di quel straordinario campione dei piuma che fu William Rothwell,un duro e selvaggio uomo del west conosciuto come Young Corbett II. In 14 anni di combattimenti Young Corbett III aveva affrontato tutti i migliori pugili, dai pesi piuma ai welter, rare sconfitte accompagnate da chiarissime vittorie, grazie alla sua velocità e tecnica; un guardia destra dalla boxe spumeggiante, ma fu anche il suo dramma: vinceva ed era talmente forte che faceva il vuoto attorno a sé, ed i campioni mondiali evitavano di difendere la corna contro il terribile mancino lucano. 

Ma ripercorriamo la vita di Raffaele Giordano, nato a Rionero in Vulture il 27 maggio 1905.Nel sito della Fondazione Ellis Island si trova traccia dell’avventura dei Giordano- Capobianco: prima parte Vito da Napoli con la nave Konig Albert ed arriva il 2 maggio del 1905; lascia Rionero la moglie in attesa della nascita del bambino, poi dopo il parto arriva nel lungo viaggio della speranza anche Gelsomina ed il piccolo Raffaele di solo 3 mesi, sempre da Napoli con la nave Prinz Adalbert arrivano a Ellis Island il 6 settembre e li nasce l’errore di trascrizione al piccolo viene dato il cognome paterno e quello materno essendo arrivato con Gelsomina: Raffaele Capabianca Giordano il futuro re dei welter e medi. Ma se si cerca nel web, anche nei siti specialistici il suo luogo di nascita speso è errato – tranne qualche eccezione che ha recepito vecchi articoli del sottoscritto- si trova Potenza, near Napoli, South Italy ed addirittura l’inesistente Protenza. Mille lavori, poi la boxe, come detto inizia da professionista appena adolescente, fa la sua trafila con decine di incontri finchè combatte e sconfigge i pretendenti al titolo mondiale dei leggeri: Jack Thompson e Young Harry Wills, ma l’autorità incontrastata della boxe americana ovvero la rivista The Ring di Nat Fleisher non lo mette mai nella classifica dei 10 migliori della categoria, cresce e diventa un welter. Ancora peggio,batte Margas, Joe Vargas, il forte Eddi Zivic, di nuovo Jack Thompson e poi nel 1928 batte il n. 1 della classifica mondiale welter Sergeant Sammy Baker. Inutile, l’italiano viene snobbato dai “signori della Boxe. Testardo, sicuro di sé continua la sua attività affrontando tutti; in 4 anni oltre ai migliori della categoria affronta con successo l’eterno rivale Young” Jack Thompson ed l’ex oro olimpico Jackie Fields ; vittorie nette contro due pugili che in quegli anni vinceranno il titolo mondiale dei medi, lo difenderanno contro avversari più malleabili, si affrontano da loro ma nessuno vuole affrontare il mancino lucano con il titolo in palio. Solo dopo alcune convincenti vittorie tra le quali due volte contro il futuro campione mondiale dei pesi medi Ceferino Garcia, finalmente il rionerese ha la sua chance mondiale. Contro Field; è il 22 febbraio 1933, sede il Seals Stadium di San Francisco in California , gremito all’inverosimile; il campione mondiale Jackie Fields contro Young Corbett III, il mancino di Fresno, una rivincita essendosi i due già incontrati nel 1930 e il risultato fu identico vittoria ai punti di Corbett III, un capolavoro del lucano, che iniziò sornione, nelle prime riprese giocò solo di velocità lasciando l’iniziativa a Field; prese le misure, sfece stancare l’avversario, poi iniziò a lavorarlo con maestria e velocità fino al verdetto finale.  Un incontro che entrò nella storia della boxe perché Corbett III fu il primo guardia destra a vincere il mondiale dei welter, Corbett III come tutti i pugili delle categorie inferiori non prendeva borse eccezionali, privilegio dei massimi; quindi doveva combattere spesso. Poi era un uomo coraggioso e leale, affrontava tutti anche i più forti e dopo appena tre mette in palio il titolo contro lo straordinario Jimmy McLarnin, tra i più straordinari pesi welter della storia della boxe, un eccezionale tecnico con il pugno da KO. Corbett III ormai logoro dal centinaio e passa di incontri, prende un colpo a freddo, il più terribile per un mancino, il diretto destro di incontro e va ko al finire della prima ripresa. Forse un altro avrebbe pensato al ritiro, il lucano non si arrende ed inizia una seconda carriera come peso medio che ha dell’eccezionale:perde contro il rude campione mondiale dei medi Lou Brouillard ma batte l’ incommensurabile Mickey Walker tra i migliori medi e welter della storia, sconfigge il futuro campione dei mediomassimi Gus Lesnevich affronta il promettente medio Billy Conn – tra i più grandi mediomassimi della storia -che metterà al tappeto vincendo ai punti e perdendo la rivincita, poi un altro titolo mondiale, quello dei medi un doppio derby italiano e californiano contro l’emergente Fred Apostoli di San Francisco, ironia della sorte stessa data della vincita del mondiale welter, è il 22 febbraio 1938, l’anziano Corbett III vincerà ai punti, poi darà la rivincita a dicembre perdendo il titolo. Prosegue per qualche anno fino al 1940, sconfiggendo buoi pugili poi il ruggito del leone del vecchio gladiatore del Vulture, affronta il numero 1 delle classifiche dei pesi welter Richard “Sheik” Rangel nella sua Fresno,nelle scommesse è dato sfavorito contro il ventunenne avversario, ma invece da una lezione di boxe, vince ai punti e si ritira. Una carriera eccezionale, 155 incontri, vincendone 121, perdendone 12 e pareggiando 22 volte, per un totale di 1067 round nell’arco di 12 anni di carriera( 1919-1940). La nipote di Corbett III Ann in un sito di genealogia racconta che fu un intero gruppo familiare a partire dal Vulture: Giordano, Manfredo ( Manfredi), Traficante, Dilonardo ( cambiato in Leonardo a Ellis Island ) e Di Licchio. Una famiglia di sportivi, oltre a Corbett III anche un cugino ottimo pugile Al Manfredo che ha disputato un mondiale welter e gli zii rioneresi Manfredo Ralph manager e Frank arbitro; la tradizione continua, infatti, il pronipote di Corbett III Matt Giordano è un professionista di football con i Colts ha vinto 2007 il Super Bowl contro i Chicago Bears. Ralph Giordano è scomparso a Auberry, 15 luglio 1993.  La città di Fresno ha dedicato a Raffale Giordano un monumento –opera dello scultore Clement Renzi- dove vi è inciso che è nato in Rionero In Vulture, La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo, ma per i Lucani è uno sconosciuto; ora spetta a Rionero In Vulture ricordare uno dei suoi figli più illustri.

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