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«VALVANO UTILIZZA LA CAMPAGNA ELETTORALE PER I SUOI PROCESSI»

A dichiararlo sono Navazio e Pagliuca in replica alle “uscite scomposte” del primo cittadino all’ultimo Consiglio comunale

Prima ha ribadito la sua completa estraneità ai fatti e poi ha duramente contrattaccato chi lo ha preceduto sulla poltrona di sindaco di Melfi. Sta deflagrando come una bomba pericolosa la relazione di fine mandato letta da Livio Valvano nel consiglio comunale di mercoledì 4 agosto scorso. Il passaggio in questione è quello sulle inchieste giudiziarie che hanno interessato il municipio di Melfi e culminate nel giugno 2019 con un provvedimento che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per il sindaco Livio Valvano ed il Pd Luigi Simonetti. Nella sua relazione il sindaco socialista uscente non ha usato mezze misure. «C’è lo stesso gruppo che, come gli inquirenti sanno bene, oggi prepotentemente si propone alla guida della città – ha tuonato Livio Valvano – ma se la bella stagione non fosse scesa in campo, l’amministrazione comunale già da molto tempo sarebbe
stata commissariata ed il consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose». Ora, la “bella stagione” sarebbe quella inaugurata da Valvano quando dieci anni fa divenne sindaco di Melfi. Chi lo ha preceduto risponde
al nome di Nicola Pagliuca prima ed Ernesto Navazio poi. Si diceva della potente deflagrazione causata da simili pesantissime affermazioni e immancabili sono giunte le reazioni appunto dei sindaci di centro destra che hanno amministrato la città di Melfi prima di Livio Valvano. Alle parole del sindaco uscente, definite “farneticanti”, Ernesto Navazio e Nicola Pagliuca rispondono così: «Valvano probabilmente sta cercando di utilizzare la campagna elettorale per articolare una strategia difensiva nei processi a suo carico – spiegano i due già sindaci di Melfi – e sta facendo di tutto per buttare in rissa questa competizione elettorale che invece ha proprio bisogno del contrario. La con-dizione di marginalità e di problemi che attanagliano la nostra comunità, hanno bisogno di menti pensanti che si dedichino al bene comune, alla ripresa del dialogo con la gente, alla ricostruzione di un progetto visionario per il futuro. La coalizione che si è formata intorno alla figura di Peppino Maglione spaventa così tan-to chi non ha argomenti, chi sa che deve difendersi dall’accusa di aver ridotto a stracci la nostra comunità che lo induce a cercare la rissa. Non aderiremo a questo invito, certi del nostro operato e dello stile che ha contraddistinto le nostre amministrazioni. Avremo tempo per fare anche dell’altro, se necessario. Intanto pro-seguiamo nel nostro lavoro di costruttori di una nuova classe dirigente da offrire alla città che sia capace di superare anche gli sterili steccati ideologici per cercare solo ed insieme le ragioni di una crescita sociale, economica e culturale». Quindi un finale più sarcastico. «Sarebbe interessante ascoltare Valvano – concludono Nicola Pagliuca ed Ernesto Navazio – su quanto ha fatto per la sua comunità e sull’eredità che lascia al suo successore ma, forse, non sa cosa dire, non ha nulla da dire!» La campagna elettorale è solo agli inizi.

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