Un tempo i più grandi erano anche crudeli, coi più piccoli. Alla fine degli anni ‘80 mi trovai in un bar della piazza di Rotonda – mi pare fosse la festa di sant’Antonio – e mi ero seduto a un tavolo di grandi. Li ascoltavo con curiosità, ma ignoravo che quei buontemponi si erano messi d’accordo per farmi uno scherzo – uno scherzo goliardico, in apparenza innocuo, che però ha avuto il potere di rendermi inquieto per alcuni mesi. Insomma, a un certo punto il più grosso del gruppo mi rivolse questa domanda: “Ma tu le hai avute le mestruazioni?” Io arrossii, non sapevo cosa dire – anche perché non lo sapevo, cosa fossero le mestruazioni. Poi prese la parola un siciliano che all’epoca viveva in paese: “Ti è uscito o no il sangue dal pisello?” Iniziai a sudare, e balbettai: “No, non mi è mai uscito il sangue dal pisello”. E il terzo: “Oddio, è una cosa molto grave. Quanti anni hai?” E io: “Tredici”. “Tredici? E ancora non hai avuto le mestruazioni? Se non ti esce il sangue dal pisello vuol dire che hai dei problemi gravi”. All’epoca non c’era internet, né avrei potuto consultare un’enciclopedia a casa, pure perché di libri non ce n’erano. Inoltre, confidarmi con qualcuno era estremamente difficile – all’epoca nella mia contrada non era così abituale affrontare argomenti intimi con genitori, parenti e vicini. Preso dal terrore, li salutai, e corsi in un angolo remoto del paese. Feci pipì e osservai attentamente il colore dell’urina – ma di sangue, purtroppo, nessuna traccia. Mi sentii male, stavo per svenire. Avevo dunque una grave anomalia? I buontemponi non ci pensarono minimamente a dirmi che avevano scherzato, ragion per cui trascorsi l’intera estate a scrutare con terrore la mia urina. Solo a settembre, rientrando a scuola, mi confidai con un amico, e questi mi spiegò che ero stato un baccalà, “perché le mestruazioni vengono solo alle donne, bocca aperta che non sei altro”.

diconsoli@lecronache.info

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