Chi ha guardato i lavori in modalità telematica del Consiglio regionale avrà avuto modo di pensare ad una nuova categoria della politica: la voce votante. Ora tanto per fare un esempio prendiamo, su tanti, il capogruppo leghista Gianuario Aliandro che se non fosse stato per il suo accento tonico troppo allargato e forgiato nella lingua madre di Paterno, solo pochi avrebbero riconosciuto per via di quell’oscurità profonda del display. Nell’occasione pur di guadagnarsi un gettone di presenza ha pensato bene di mescolare un matrimonio fresco con la politica. Naturalmente non sappiamo come l’abbia presa la gentile consorte, chiamata proprio nei giorni più belli della sua vita ad una prova d’amore e di sopportazione davvero così eroica, ma non si può affatto tacere sul cattivo esempio di decoro istituzionale e di tenuta etica che ogni volta si propina con il giochetto comodo dei volti oscurati e delle voci votanti. Eppure le regole d’ingaggio della democrazia dovrebbero essere ben altre ed anche difese con ostinazione e puntiglio bipartisan anziché essere aggirate con le furbate ipocrite per assicurare facili numeri legali. Ha scritto Walt Whitman: “Tuona ed avanza, Democrazia! Colpisci con il tuo vindice pugno”.