Fondi europei gestiti dalla Regione Basilicata ed agricoltura: l’indagine della Guardia di Finanza di Policoro, 2019-2020. ha colto nel segno. Tramite la condanna emessa della Corte dei Conti regionale, dovrebbe rientrare nelle casse di via Verrastro la ragguardevole somma pari a 719mila euro.
Il processo contabile è quello a carico di Giorgio Carrieri, nella duplice qualità di titolare della omonima ditta individuale e di amministratore della società agricola Cargroup S.S. operativa a Bernalda.
Il danno erariale, invece, riguarda l’indebita percezione di contributi comunitari rispettivamente a carico del Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale (Fesr) e nell’ambito del Pif “Pifo Basilicata” 2007-2013.
Come titolare della omonima ditta individuale, a Carrieri è stata contestata l’illegittima percezione di contributi comunitari ricadenti pari 246mila e 496 euro incassati titolo di anticipazione a fronte di un contributo complessivo di mezzo milione di euro per un investimento di 2milioni e 500mila euro, relativo alla realizzazione di un microimpianto per la produzione di energia solare.
Soldi europei del Pif (Progetti integrati di filiera) per la «diversificazione in attività non agricole» quali, per esempio, investimenti per la produzione, utilizzazione e vendita di energia da fonti rinnovabili.
Quando, però, la Guardia di Finanza si è recata sul campo, verbalizzato che «le opere del progetto non erano mai state realizzate». Non solo: alcuna domanda di pagamento per il saldo del contributo era mai stata presentata ed, infine, le somme percepite a titolo di anticipazioni non erano state restituite. La parte processuale inerente alla Cargroup amministrata da Carrieri è pressoché sovrapponibile alla precedente: come da teorema accusatorio, bissato il metodo.
Per l’installazione di serre fotovoltaiche la società con determina dirigenziale fu autorizzata a sviluppare il progetto con un contributo pubblico integrale di 500mila euro su un investimento complessivo di 2milioni e 500 mila euro.
Anche in questa circostanza, la Cargroup si era, tuttavia, limitata ad incassare il cospicuo anticipo «non portando a termine il programma progettuale»: alcuna realizzazione di serre fotovoltaiche è stata «mai eseguita» sui terreni di proprietà della Società nonostante la dichiarazione di inizio attività resa il 12 marzo del 2012.Così come «vicenda identica» è risultata quella del secondo anticipo percepito dalla Cargroup a seguito di ulteriore domanda relativa all’ammoderna-mento delle aziende agri-cole: concesso un contri-buto di 450mila euro per un programma di investi-mento pari ad 1milione e 656mila euro.
In questo caso, incassata la tranche di 222mila e 855 euro.
Le conclusioni della Guardia di Finanza sempre le stesse: a fronte delle 2 anticipazioni concesse per entrambi i progetti finanziati (250mila euro e e 222.855 euro), è risultato come «alcuna spesa effettuata fosse riferibile a lavori propedeutici al realizzo di opere coerenti con il programma di investimento per cui la Cargroup aveva ottenuto i contributi» pubblici.
La linea difesa è sta incentrata su un unico argomento: essendo i 3 incassi datati 2012 e 2013, «consumato» il termine prescrizionale per l’utile esercizio del diritto risarcitorio.
L’eccezione non è stata condivisa dalla Corte dei Conti di Basilicata per via, in estrema sintesi, dell’occultamento doloso del danno che viene considerato come «causa di sospensione della prescrizione».
Nel merito delle accuse, il Collegio giudicante ha potuto verificare come dall’analisi delle movimentazioni finanziarie disposte sui conti correnti bancari sui quali erano stati accreditati gli importi in anticipazione, risultasse che le somme ricevute fossero state impiegate integralmente in attività estranee allo scopo del contributo: «prelievi di contante allo sportello, o ricariche di carte di credito e bonifici in favore di soggetti assolutamente  non coinvolti nella realizzazione degli interventi». Sul punto, la controparte, non è stato in grado di «fornire alcuna plausibile giustificazione». Faceva parte, per esempio, del metodo Carrieri la seguente modalità riscontrata per «numerosi ed inspiegabili trasferimenti». Una società agricola, la Cargroup, 2 conti correnti: l’uno dove venivano accreditati i soldi europei, l’altro, «sempre intestato alla predetta società», dove finivano e sparivano. Per questi e altri motivi, la Corte dai Conti di Basilicata ha condannato Giorgio Carrieri al risarcimento in favore della Regione Basilicata pari a 719mila e 351 euro , di cui 472mila e 855 euro in solido con la società Cargroup S.S.

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