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ACERENZA AVVOLTA DALLE FIAMME, IL SINDACO: «SIAMO STANCHI FISICAMENTE E MORALMENTE»

Scattone: «Quello che abbiamo davanti sembra un paesaggio lunare, spettrale, è un peccato vedere intere fasce di vegetazione andare in fumo»

ACERENZA. Immagini di roghi, fiamme e distruzione sono purtroppo sempre più comuni in estate. Non si tratta solo di luoghi lontani, ma anche della Basilicata, avvolta in questa estate da temperature roventi. Una missiva è partita dalla scrivania del Sindaco di Acerenza, Fernando Scattone, ed indirizzata al Prefetto Vardè, per chiedere maggior supporto nel contrasto alla problematica degli incendi che sta affliggendo il territorio comunale.
«Scongiurare e reprimere queste condotte criminose che danneggiano tutto e tutti» è il fondamento della comunicazione. Sul tema abbiamo raggiunto il Sindaco per capire qual è la reale portata dei danni e le possibili soluzioni.
Da quanto tempo va avanti questa situazione?
«Sono quindici giorni di fuoco continuo. Pensavamo che dopo il grosso incendio di sabato, che ha persino richiesto l’evacuazione di alcuni residenti dalle loro abitazioni private, la problematica fosse rientrata invece così non è stato. La mattina seguente siamo ripartiti in un’altra zona. Sinceramente ho difficoltà ad immaginare che si tratti di incendi “naturali”. Non ci credo. Per questo motivo sono in corso delle indagini anche in cerca di possibili inneschi. Siamo tutti stanchi fisicamente e moralmente per questa situazione. Ci addolora oltremodo anche il depauperamento del nostro territorio. Le fiamme infatti non hanno risparmiato le aree con uliveti, un grosso pecca-to».
Cosa ha chiesto al Prefetto nella sua missiva?
«Ho chiesto innanzitutto più uomini per il controllo ed il contrasto di questo problema. Per quanto riguarda il territorio di Acerenza ho a disposizione la Polizia Municipale composta da due unità, non abbiamo la Protezione Civile ma quella dei Comuni limitrofi. C’è una Compagnia dei Carabinieri ma ovviamente hanno anche gli impegni che il loro ruolo comporta sul territorio. Servirebbe dunque un coordinamento delle forze ma soprattutto un presidio più numeroso. Non so cosa il Prefetto deciderà a seguito della mia comunicazione, e non so se sia possibile l’intervento dell’esercito per presidiare il territorio dell’Alto Bradano. La difficoltà è che non basta il controllo in modo sporadico ma un ispezione che sia quotidiana e costante, anche perché questi incendi sono iniziati in diverse fasce orarie, non solo di notte, ma più che altro tra l’alba e la sera. La situazione dei comuni limitrofi non è idilliaca ma sicuramente Acerenza sta soffrendo moltissimo. Chiamare continuamente le forze di Polizia, le squadre antincendio e combattere contro il tempo per spegnere quanto prima i roghi non è semplice. Immagino anche lo scoraggiamento di chi la-vora tante ore per domare le fiamme». Quali sono le aree colpite?
«Le zone interessate sono diverse e tutte limitrofe al centro abitato. Fortunatamente le fiamme non sono mai arrivate alle abitazioni. Si tratta comunque di aree agricole con presidi abitativi, per questo temiamo anche per i residenti. Nei giorni scorsi l’incendio alla Diga di Acerenza è stato spinto dal vento ai confini del centro abitato. An-che in quel caso abbiamo chiesto rinforzi, tra i quali un canadair che non è accessibilissimo soprattutto in questo periodo, oltre agli elicotteri che hanno una portata diversa rispetto a questi aerei. Si tratta anche di terreni privati e su tale questione c’è ancora un altro aspetto che mi preme sottolineare: alcuni di questi terreni
non sono ben curati, altre volte la-sciati incolti, agevolando in tal modo la crescita di erbacce e sterpaglie. Come Ente comunale ogni anno interveniamo con ordinanze specifiche che vanno ad obbligare i cittadini proprietari di terreni privati a pulirli, per evitare che le fiamme siano facilitate a propagarsi. Devo dire però, con rammarico, che non tutti collaborano pienamente».
Riesce a dare una spiegazione a tanta distruzione?
«No, non riesco ad individuare un perché do un motivo a questi incendi, ma suppongo ci sia la mano di qualche scellerato. Non vorrei neppure parlarne troppo, perché Acerenza è anche tanto altro, soprattutto dal punto di vista turistico in questo periodo estivo. Tuttavia quando si raggiungono li-velli allarmanti e situazioni di pericolo bisogna necessariamente insistere per la risoluzione del problema».
Se dovesse lanciare un appello ai suoi con-cittadini, cosa direbbe loro?
«Sicuramente di monitorare e denunciare situazioni anomale o persone che si rendono autori di questi nefasti avvenimenti che danneggiano l’ambiente, la flora e la fauna locale oltre che lo stesso nostro scenario. Quello che avvolge oggi Acerenza è quasi un paesaggio lunare, spettrale. È un peccato vedere intere fasce di vegetazione andare letteralmente in fumo anche perché per riaverle verdeggianti occorreranno dai dieci ai quindici anni».

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