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SPINA VUOLE TORNARE A POTENZA MA RISCHIA 2 ANNI DI SOSPENSIONE

SCANDALO CSM Nel procedimento disciplinare, requisitoria di fuoco del Pg. L’ex Gip nel capoluogo definito «longa manus di Palamara»

Vorrebbe tornare in servizio presso il Tribunale di Potenza, dove è stato anche presidente del Riesame e coordinatore dell’ufficio Gip, ma il ritorno nella sua “patria adottiva”, per Luigi Spina, già componente del Consiglio superiore della magistratura, potrebbe non essere realtà: il Pg Gaeta lo ha definito «la “longa manus” di Palamara nell’istituzione consiliare».
Così nell’ambito del procedimento disciplinare per la riunione notturna del 9 maggio 2019 all’hotel Champagne con Luca Palamara e i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri, tema del dibattito le nomine ai vertici degli uffici giudiziari con particolare attenzione a quella del successore di Giuseppe Pignatone alla procura di Roma, la Procura genera-le della Suprema Corte ha sollecitato per l’ex togato del Csm, Luigi Spina, la sospensione dalle funzioni «nella massima entità», ovvero per 2 anni.
Come per Spina in servizio presso la procura Castrovillari, lo stesso, i due procuratori generali della Cassazione, Gaeta e Perelli, hanno chiesto per il magistrato Antonio Lepre, in servizio presso la Procura di Paola.
Proprio il trasferimento, chiesto nel 2017, da Potenza a Castrovillari, è st-ta per Spina la leva, a sostenerlo la corrente Unicost, per l’elezione come membro del Consiglio superiore di magistratura in quota pm.
Per completezza di informazione, il Pg, inoltre, ha chiesto la sospensione dal-le funzioni per la durata di2 anni anche per Gianluigi Morlini, mentre per Paolo Criscuoli e Corrardo Cartoni la richiesta di sospensione è limitata a 1 anno di servizio.
I due procuratori generali hanno parlato a lungo in fatto e in diritto, Gaeta ha escluso la sussistenza dei presupposti per chiedere la radiazione, concludendo che «Luigi Spina è stato l’uomo di fiducia di Luca Palamara, in grado di veicolare all’interno del Consiglio i suoi desiderata» con l’assoluta «approvazione e con interesse dell’onorevole Luca Lotti», all’epoca esponente del Pd di Matteo Renzi. La richiesta di applicazione delle sanzioni è stata avanzata in riferimento a tutti capi di incolpazione contestati ai 5 ex togati: gravi violazioni dei doveri di correttezza ed equilibrio, scorrettezza verso i colleghi e il tentativo di condizionare in maniera occulta l’attività della commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura. Spina, per il Pg Gaeta, «è stato la “longa manus” di Palamara nell’istituzione consiliare», mentre Morlini e Lepre, rispettivamente all’epoca dei fatti presidente della Commissione direttivi il primo, e relatore della pratica sulla nomina alla procura di Roma il secondo, «ricoprivano ruoli che rendono ancora più drammaticamente grave la gestione parallela delle nomine all’hotel Champagne».
Il processo, che ha preso il via 1 anno fa, proseguirà il 6 settembre, quando la parola passerà alle difese.

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