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BARDI, BUSCIOLANO E LA RIUNIONE DI MINORANZA

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Che Vito Bardi fosse diventato ormai un presidente di minoranza lo si era già capito da alcune avvisaglie iconiche come la sberla ricevuta sul referendum costituzionale di riduzione dei parlamentari, la debacle elettorale sul Sindaco di Matera e l’ultimo posto di gradimento rifilato dai sondaggi di SWG e Noto, ma adesso arriva addirittura la firma del Capo di Gabinetto a suggellare di certezza istituzionale l’indicibile. Ora è vero che Michele Busciolano, con un passato da colonnello della GdF e di stanza all’AISE con servizi d’intelligence applicata alla ‘ndrangheta dell’Emilia Romagna, sia poco avvezzo al salto ermeneutico e politico che pur c’è tra maggioranza e minoranza, ma un uso più appropriato e meno disinvolto della grammatica elementare delle preposizioni avrebbe mostrato come il presidente Bardi, sul tema della sanità regionale, debba convocare un incontro non “di” minoranza, ma “con” la minoranza. Eppure c’è da dire che oltre al tocco grammaticale del tutto incerto a mancare è stato anche il bon ton del cerimoniale politico per il quale ci vuole perfino un ordine delegato dal governatore al suo Capo di Gabinetto per far spedire un semplice invito. Cantano i Green Day:“ Io voglio essere la minoranza”

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