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COSÌ IL TRACCIAMENTO IN BASILICATA È AL PALO

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ISS e CTS vanno ormai ripetendo che nella fase espansiva della variante Delta è necessario assicurare il contact tracing. Tanto per fare due facili conti sappiamo che i contagi, nel giro di poche settimane, cresceranno sempre di più e che per il cambio di colore si valuterà l’aumento dei ricoveri a patto che si faccia un numero minimo di test. Ora il trucchetto che anche qui in Basilicata va di moda, almeno stando al numero esiguo dei tamponi processati, è quello che chi fa meno tamponi trova anche meno positivi e dunque abbassa notevolmente la possibilità di rientro in zona a rischio. La conferma, ammesso che ce ne fosse bisogno, arriva dall’indagine che LAB 24 del Sole 24 Ore ha effettuato sulla media settimanale dei tamponi, rilevando come il Veneto faccia ben 5 volte i test (489 ogni 100mila abitanti) di Calabria, Molise e Basilicata (rispettivamente 96, 104 e 89). Eppure il governatore Bardi continua a somministrare facili paternali istituzionali sul valore della responsabilità e della prevenzione pandemica, senza per questo considerare gli effetti scellerati proprio delle scelte della Regione da lui guidata. Ha scritto Jean-Paul Sartre: “Quando non si fa nulla, ci si crede responsabili di tutto”

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