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ANGELUS di PAPA FRANCESCO in Piazza San Pietro semi VUOTA

PAPA: OGNI GIORNO NEL MONDO MUOIONO 7000 BIMBI, È UNA VERGOGNA

#angelus

Il Papa: tra giovani e anziani una nuova alleanza nella società e nella Chiesa

Oggi, prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani voluta da Francesco.
Nell’omelia preparata dal Papa e pronunciata da monsignor Fisichella, che ha presieduto stamattina la Messa per l’occasione nella Basilica vaticana, si sottolinea la necessità di tenere uniti “il tesoro della tradizione e la freschezza dello Spirito
I nonni e gli anziani, ricorda Francesco, non sono degli avanzi di vita o scarti da buttare

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, apre la celebrazione assicurando all’assemblea e a tutti gli anziani in ascolto, la vicinanza del Papa che non è presente in Basilica ma li saluterà alla fine della Messa nel corso dell’Angelus. Per lui questi sono giorni di convalescenza, dice, e non vogliamo che si affatichi troppo. 

In questa prima Giornata mondiale dedicata ai nonni e agli anziani, “vedere“, “condividere” e “custodire” sono i tre verbi che Papa Francesco utilizza nell’omelia preparata per descrivere il rapporto tra le generazioni, auspicando una nuova alleanza per “condividere il tesoro comune della vita“, per “sognare insieme“, e “per preparare il futuro di tutti“, superando egoismi e solitudini.

Le parole del Papa, pronunciate dall’arcivescovo, prendono spunto dal brano del Vangelo di Giovanni che narra uno dei miracoli di Gesù spinto dalla compassione per la folla che lo seguiva. “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?” chiede Gesù a Filippo. “Gesù – sottolinea il Papa – si lascia interrogare dalla fame che abita la vita della gente”, trasforma i cinque pani d’orzo e i due pesci ricevuti e dopo che tutti avranno mangiato, i discepoli raccoglieranno ancora ciò che è avanzato “perché nulla vada perduto“. Gesù, dunque, vede la fame, condivide il pane, fa custodire i pezzi avanzati. 

Vedere: c’è bisogno di uno sguardo attento

L’evangelista Giovanni sottolinea un particolare: Gesù alza gli occhi e vede la folla affamata dopo aver camminato tanto per incontrarlo. Lo sguardo di Gesù, commenta Francesco, non è indifferente o indaffarato:

Egli si preoccupa di noi, ha premura per noi, vuole sfamare la nostra fame di vita, di amore e di felicità. Negli occhi di Gesù vediamo lo sguardo di Dio: è uno sguardo attento, che si accorge di noi, che scruta le attese che portiamo nel cuore, che scorge la fatica, la stanchezza e la speranza con cui andiamo avanti. Uno sguardo che sa cogliere il bisogno di ciascuno: agli occhi di Dio non esiste la folla anonima, ma ogni persona con la sua fame.

Anche i nonni e gli anziani hanno avuto quello stesso sguardo con noi, fa notare il Papa, quando, nella nostra infanzia, si sono presi cura di noi:

Dopo una vita spesso fatta di sacrifici, non sono stati indifferenti con noi o indaffarati senza di noi. Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza. Quando stavamo crescendo e ci sentivamo incompresi, o impauriti per le sfide della vita, si sono accorti di noi, di cosa stava cambiando nel nostro cuore, delle nostre lacrime nascoste e dei sogni che portavamo dentro. Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio. Ed è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti.

Una società che corre, è indifferente

Papa Francesco invita tutti a domandarsi quale rapporto abbiamo oggi con i nostri nonni, se ci ricordiamo di loro e se facciamo loro compagnia e dice:

Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata e indifferente, presa da troppe cose e incapace di fermarsi per rivolgere uno sguardo, un saluto, una carezza. Ho paura di una società nella quale siamo tutti una folla anonima e non siamo più capaci di alzare lo sguardo e riconoscerci.

I nonni, prosegue, hanno bisogno della nostra attenzione, hanno bisogno di sentirci accanto.

Condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo

La moltiplicazione dei pani e dei pesci compiuta da Gesù, osserva nella sua omelia il Papa, avviene grazie al dono di un ragazzo disposto a condividere con gli altri quello che ha. E prosegue:

Oggi c’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, di condividere il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti. Senza questa alleanza di vita, di sogni e di futuro, rischiamo di morire di fame, perché aumentano i legami spezzati, le solitudini, gli egoismi, le forze disgregatrici. Spesso, nelle nostre società abbiamo consegnato la vita all’idea che “ognuno pensa per sé”. Ma questo uccide! Il Vangelo ci esorta a condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo: solo così possiamo essere saziati.

Solo unendo profezia ed esperienza, tradizione e freschezza, afferma ancora il Papa, possiamo andare avanti. Giovani e anziani insieme nella società e nella Chiesa, è la sua esortazione.

#angelus

Da Piazza San Pietro, recita della Preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco

https://youtu.be/21OzmjN7CeY

Il Papa: è quando condividiamo che Dio compie miracoli
Alla catechesi dell’Angelus, Francesco cita l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci narrato nel Vangelo odierno. A Gesù basta il poco o niente che possiamo dare per fare cose grandi, spiega il Pontefice. La logica del dono è dunque alla base del miracolo compiuto da Cristo che, con soli cinque pani e due pesci offerti da un giovane, può sfamare le cinque mila persone radunate per ascoltarlo

Emanuela Campanile – Città del Vaticano

La logica di Dio è quella della piccolezza e del dono ed è opposta alla logica umana che tanto ama moltiplicare e preferisce le addizioni alle divisioni. Anzi, alle con-divisioni. Ce lo ricorda proprio con matematico linguaggio, Papa Francesco commentando all’Angelus il Vangelo di questa XVII domenica del Tempo Ordinario dedicata agli Anziani e ai Nonni di tutto il mondo. “È curioso – dice il Pontefice – che nei racconti della moltiplicazione dei pani presenti nei Vangeli non compare mai il verbo moltiplicare” ma che, sottolinea, “i verbi utilizzati sono di segno opposto: spezzare, dare, distribuire”.

Il vero miracolo di Gesù

Potrebbe sembrarci un ulteriore paradosso ma, prosegue il Pontefice, mentre noi desideriamo moltiplicare per il nostro bene, è “la divisione, la condivisione, che accresce l’amore e permette a Dio di compiere prodigi”. Quale è allora l’insegnamento di Cristo che emerge dal racconto evangelico del miracolo della moltiplicazione  di quei cinque pani e due pesci, che appartenevano ad un giovane? Francesco suggerisce di “metterci al posto di quel ragazzo”:

I discepoli gli chiedono di condividere tutto quello che ha da mangiare. Sembra una proposta insensata. Perché privare una persona, per lo più un ragazzo, di quello che si è portato da casa e ha il diritto di tenere per sé? Perché togliere a uno ciò che comunque non basta a sfamare tutti? Umanamente è illogico. Ma per Dio no. Anzi, proprio grazie a quel piccolo dono gratuito, e perciò eroico, Gesù può sfamare tutti. È un grande insegnamento per noi. Ci dice che il Signore può fare molto con il poco che gli mettiamo a disposizione.

L’invito di Gesù

Il Papa rende poi attuale l’invito di Gesù, calandolo in una delle realtà di oggi più drammatiche, la fame e la malnutrizione:

Anche oggi il moltiplicarsi dei beni non risolve i problemi senza una giusta condivisione. Viene alla mente la tragedia della fame, che riguarda in particolare i più piccoli.

Davanti a questo scandalo, l’incoraggiamento è quello di non aver paura di mettere a disposizione di Cristo e dei fratelli anche il poco che si possiede:

Gesù rivolge anche a noi un invito, un invito simile a quello che probabilmente ricevette il ragazzo del Vangelo, che non ha nome e nel quale possiamo vederci tutti noi: “Coraggio, dona il poco che hai, i tuoi talenti e i tuoi beni, mettili a disposizione di Gesù e dei fratelli. Non temere, nulla andrà perso, perché, se condividi, Dio moltiplica. Scaccia la falsa modestia di sentirti inadeguato, fidati. Credi nell’amore, credi nel potere del servizio, credi nella forza della gratuità”.

La preghiera alla Vergine

Ed è a colei che “ha risposto sì all’inaudita proposta di Dio”, che Papa Francesco rivolge la sua invocazione affinchè ci iauti ad aprire il cuore ai bisogni degli altri. Dopo la benedizione, le parole del Pontefice ricorda la Prima Giornata dedicata ai Nonni e agli Anziani, invitando i più giovani a portare il suo messaggio a chi è più avanti negli anni.

Il Papa prega per le vittime delle piogge in Cina e benedice i Giochi Olimpici
Il pensiero del Pontefice dopo la preghiera mariana raggiunge anche la popolazione cinese colpita in questi giorni da devastanti piogge torrenziali. Le vittime nella provincia di Henan salgono a 58, molti ancora i dispersi. Non è mancato però il suo augurio per lo svolgimento delle Olimpiadi apertesi lo scorso venerdì: siano segno di speranza e fratellanza

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

La conta delle vittime aumenta di giorno in giorno e mancano all’appello ancora alcune persone che risultano disperse. La televisione di Stato cinese riferisce di oltre 3 milioni di cittadini colpiti dalle piogge torrenziali e di 376mila evacuati. La città in ginocchio è Zhengzhou, capoluogo della provincia dell’Henan, da dove sono arrivate le immagini sconvolgenti di viali trasformati in fiumi che hanno trascinato con furia veicoli e persone, e di vagoni della metropolitana con passeggeri all’interno, semi sommersi dall’acqua. Come aveva fatto già per la Germania, devastata da una catastrofica alluvione nel Nordreno Vestfalia e Renania Palatinato, Francesco all’Angelus non può fare a meno di pregare per questa ennesima catastrofe e per la popolazione che ne paga le conseguenze.

Nei giorni scorsi, piogge torrenziali hanno colpito la città di Zhengzhou nella provincia dell’Henan, in Cina, causando devastanti inondazioni. Prego per le vittime e le loro famiglie ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa calamità.

Diga Yihetan a rischio crollo

La città di oltre 10 milioni di abitanti, accanto al fiume Giallo, è praticamente sommersa. Gli esperti parlano di una bomba d’acqua mai vista prima, che ha fatto cadere, tra martedì e mercoledì scorsi, oltre 640 mm di pioggia, ovvero il totale delle precipitazioni che  si registrano in media nell’arco di un anno. A lavoro ci sono 6.000 vigili del fuoco e migliaia di militari e volontari, ma la gente è spaventata. L’esercito cinese ha avvertito che la diga Yihetan a Luoyang, città con sette milioni di persone, è a rischio di crollo “in qualsiasi momento” a causa di una breccia creatasi della lunghezza di venti metri. Il presidente Xi Jinping ha ammesso che “la situazione è estremamente grave” e ha chiesto alle autorità a tutti i livelli di dare la massima priorità alla sicurezza della vita dei cittadini e ai loro beni.

La benedizione per le Olimpiadi

Le parole del Papa si caricano invece di speranza, pensando ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 che si sono finalmente aperti venerdì scorso con un anno di ritardo sui piani e nonostante il rischio che potessero essere cancellate, a causa del Covid, anche nella settimana che ha preceduto la cerimonia di inaugurazione.

In questo tempo di pandemia, questi Giochi siano un segno di speranza, un segno di fratellanza universale all’insegna del sano agonismo. Dio benedica gli organizzatori, gli atleti e tutti coloro che collaborano per questa grande festa dello sport!

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