UNA RIFLESSIONE SULLA CACCIA E SUL MANGIARE CARNE
Lettere lucane
La giunta regionale lucana ha approvato il calendario venatorio 2021-2022. La stagione della caccia inizierà il 19 settembre e terminerà il 31 gennaio dell’anno prossimo. Anche per esperienza diretta conosco bene il problema dei cinghiali, e dunque ritengo in qualche modo giusto e necessario ridurre selettivamente il loro numero, ma per il resto sono sempre più critico rispetto alla caccia. Ovviamente non sono un ipocrita e, in quanto carnivoro, sono consapevole di nutrirmi di carne macellata. Cambiare abitudini mi risulta difficile, ma sempre di più mi pesano la sofferenza e lo spavento degli animali. Leggendo il calendario mi ha colpito l’autorizzazione a uccidere animali come la gazza, la cornacchia, il merlo, la lepre, la volpe, la pavoncella, ecc. Ora, finché si tratta di animali pericolosi o ancora necessari per la nostra alimentazione, io stringo i denti e accetto umilmente la contraddizione. Ma che senso ha ammazzare animali come la volpe? Perché colpire a morte una cornacchia? Io sono certo che entro questo secolo gli animali avranno diritti universali, e che il loro millenario olocausto sarà considerato con orrore. Ovviamente non sarà la mia generazione, o persone come me, a portare a compimento questo salto di civiltà, perché siamo cresciuti con una cultura alimentare fortemente caratterizzata dall’uso della carne; ma sono certo che fra due o tre generazioni uccidere un animale non sarà più considerato un fatto normale, ma, appunto, un evento eccezionale, concesso e accettato soltanto in casi di “forza maggiore”. Credo anche che in futuro le persone saranno sempre più vegetariane – almeno in Occidente – perché crescente sarà la consapevolezza, mangiando carne, di nutrirsi di dolore e sofferenza. Basta guardare negli occhi qualsiasi animale, osservarlo con i figli e vegliarlo quando soffre per sentire un identico destino tra noi e loro.
