A POTENZA E MATERA, AZIENDE IN CRESCITA PIÙ DELLA MEDIA ITALIANA
E’ l’esito della fotografia scattata da Movimprese in funzione dei dati camerali: tra aprile e giugno saldo positivo di oltre 500 unità
Il secondo trimestre 2021 fa segnare una crescita delle imprese lucane con tassi superiori alla media nazionale: lo rivelano i dati diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da InfoCamere, la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazione digitale. A livello provinciale, Potenza è cresciuta dello 0,95%, con 572 nuove iscrizioni e 206 cessazioni (saldo + 366), mentre Matera ha registrato un + 0,78%, a fronte delle 277 iscrizioni e delle 106 chiusure (saldo positivo di 171 unità). In entrambe le province il tasso di crescita è stato superiore alla media italiana, fissata allo 0,74%.
Allargando lo sguardo all’intera regione, sono 849 le nuove imprese nate in Basilicata tra apri-le e giugno di quest’anno, a fronte di 312 cessazioni nel trimestre. Il saldo di natimortalità segna dunque un +537, dato migliorativo rispetto alla performance dello stesso periodo registrato negli ultimi anni, rivelando un clima che sembra volgere alla fiducia – da parte degli imprenditori – dopo un anno e mezzo difficilissimo.
Saldo positivo di 70 unità anche nel comparto artigiano, con 131 nuove aperture in Basilicata e 61 chiusure registrate nel secondo trimestre dell’anno.
Il numero complessivo di aziende in regione, a fine giugno, è 60.929, di cui 10.126 artigiane.
IMPRESE, TRA APRILE E GIUGNO 31MILA APERTURE IN PIÙ RISPETTO AL 2020
Crescono le iscrizioni trainate dall’aumento della fiducia delle imprese. Il secondo trimestre del 2021 segna un’accelerazione delle aperture di nuove attività che tornano ai valori prepandemia, anche se è ancora presto per parla-re di ritorno alla normalità. È quanto emerge dall’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Nel complesso, le aperture di nuove imprese tra aprile e giugno hanno toccato le 89.089 unità, un valore di poco al di sotto della media del triennio 2017-2019, prima dell’irrompere dell’emergenza sanitaria globale, e inferiore di sole 3.061 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni furono 92.150. Il miglioramento del clima di fiducia negli ultimi mesi ha impattato su quasi la metà delle +31.167 imprese nate tra aprile e giugno 2021, rispetto allo stesso trimestre 2020. Secondo le analisi del Centro Studi Tagliacarne, infatti, un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due. La ripresa della natalità imprenditoriale si sta però sviluppando con intensità diverse sul territorio. In cinque regioni su venti (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Basilicata e Sardegna), il numero di aperture di imprese nell’ultimo trimestre è stato anche (seppur di poco) superiore a quello del II trimestre 2019. Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo prepandemia appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle neoimprese. In particolare, tra aprile e giugno l’anagrafe delle Camere di Commercio ha fatto segnare un deciso incremento (+3.298 unità) nell’apertura di società di capitale rispetto allo stesso periodo del 2019 (29.934 contro 26.536). In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto al 2019 le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa nel nostro Paese: 52.790 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 59.129 di due anni fa (-6.639 unità). Restano invece nettamente sotto la media de-gli ultimi anni le cancellazioni che, tra aprile e giugno, si sono attestate a 43.861 unità, circa un terzo in meno del valore registrato nel secondo trimestre 2019, probabilmente per effetto delle misure di sostegno messe in atto dal Governo. È pertanto ragionevole stimare l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività.