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«UNA RIFORMA CHE HA L’OBIETTIVO DI VALORIZZARE E SOSTENERE LA FAMIGLIA»

Family Act, relazione in Aula dei deputati di De Filippo (Pd): la discussione è stata aggiornata ad altra seduta

Roma, è stato ieri discusso in Aula dei Deputati a Roma il Family Act, dopo il via libera della Commissione Affari sociali della Camera. Come relatore dell’importante ddl, è stato conferito mandato al deputato Vito De Filippo, del Partito Democratico, che ne ha appunto disaminato gli articoli principali e gli obiettivi del disegno di legge che, come lo stesso De Filippo ha sottolineato, è « volto a incidere su materie e ambiti diversi, con l’obiettivo unitario di valorizzare e sostenere la famiglia». Un provvedimento di nove articoli dove però, come ha specificato De Filippo, « l’articolo 2 del testo originario, concernente l’istituzione dell’assegno universale e il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per i figli a carico, è stato soppresso in quanto, successivamente alla presentazione alla Camera del provvedimento in esame, è stata approvata la legge n. 46 del 2021, con la quale è stato intro-dotto nel nostro ordinamento l’isti-tuto dell’assegno unico e universale».

De Filippo, nella relazione, ha sottolineato che «l’esame del provvedimento presso la XII Commissione si è articolato in più fasi, partendo dallo svolgimento di un’ampia attività istruttoria, in cui si è avuto modo di approfondire i vari temi connessi alla delega in oggetto attraverso le audizioni di soggetti istituzionali, associazioni, esperti della materia. Rilevo l’atteggiamento collaborativo e propositivo dei deputati dell’opposizione, sia nel corso del dibattito scaturito dalle audizioni che nella fase della presentazione e dell’esame delle proposte emendative presentate. In qualità di relatore ho cercato, insieme alla ministra Bonetti, di recepire diverse proposte emendative di tutti i gruppi parlamentari, molte delle quali peraltro intervenivano sugli stessi temi».

I CRITERI GENERALI

Nella relazione, De Filippo ha richiamato alcuni dei criteri principali alla base del Family Actm che fanno parte dell’articolo 1, tra cui «promuovere la genitorialità e la parità tra i sessi all’interno dei nuclei familiari, favorendo l’occupazione femminile, l’armonizzazione dei tempi familiari e di lavoro e l’equa condivisione dei carichi di cura tra i genitori; affermare il valore sociale delle attività educative e di apprendimento, anche non formale, dei figli, attraverso il riconoscimento di agevolazioni fiscali o esenzioni in relazione alle spese sostenute dalle famiglie; prevedere l’introduzione di misure che favoriscano l’individuazione dei servizi offerti e l’accesso delle famiglie ai medesimi, anche con riguardo ai servizi offerti da enti del Terzo settore. Mi sembra importante aver introdotto il principio per cui le misure previste devono essere attuate tenendo conto dell’eventuale condizione di disabilità delle persone presenti all’interno del nucleo familiare nonché il criterio per cui è assicurato il monitoraggio e la verifica dell’impatto degli interventi previsti dalla presente legge da parte dell’organismo aperto alla partecipazione delle associazioni familiari maggiormente rappresentative».

GLI ARTICOLI

De Filippo ha poi discusso ampiamente i nove articoli di cui si compone il ddl, di cui riportiamo alcuni stralci in questa sede: «Il nuovo articolo 2 – ha specificato De Filippo – reca una delega al Governo per il riordino e il rafforzamento delle misure di sostegno all’educazione dei figli e, conseguentemente, contiene ulteriori principi e criteri direttivi specifici. Tra questi ultimi evidenzio, anche a seguito delle modifiche apportate dalla Commissione, in sede referente: il rafforzamento dei servizi socioeducativi per l’infanzia e per l’adolescenza; l’attenzione verso le misure di contrasto della povertà educativa minorile; la previsione di misure di sostegno alle famiglie mediante contributi volti a coprire il costo delle rette relative alla frequenza dei servizi educativi per l’infanzia, che possono essere erogati anche con modelli gestionali e strutturali flessibili». L’articolo 3, invece, «reca una delega – ha specificato De Filippo al Governo per la disciplina dei congedi parentali, di paternità e di maternità, prevedendo, di conseguenza, ulteriori principi e criteri direttivi specifici. Tra questi ultimi, sono stati inseriti, nel corso dell’esame in sede referente: la possibilità di usufruire dei congedi parentali fino al compimento del quattordicesimo anno di età del figlio; il riferimento alle famiglie monogenitoriali di cui tenere conto nell’ambito dell’introduzione di modalità flessibili nella gestione dei congedi parentali; la previsione di permessi per il coniuge, il convivente o il parente che accompagni la donna in occasione delle visite specialistiche durante la maternità» ecc.

«INCENTIVARE IL LAVORO FEMMINILE  E SOSTENERE LA FAMIGLIA»

«L’articolo 4 – ha specificato De Filippo – reca una delega al Governo per incentivare il lavoro femminile, la condivisione della cura e l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro. Anche in questo caso, si prevedono ulteriori principi e criteri direttivi, che si aggiungono a quelli generali, tra cui: l’aumento della percentuale di detraibilità delle spese sostenute dal contribuente per dipendenti, assunti con contratto di lavoro subordinato, addetti ai servizi domestici, all’assistenza di familiari, tenendo conto dell’ISEE del nucleo familiare, del-la presenza di figli minorenni e della condizione di disabilità di uno o più membri del nucleo familiare; la possibilità di corrispondere la predetta agevolazione anche sotto forma di incentivo diretto, mediante l’erogazione di una somma di denaro allo scopo vincolata; la previsione di un’indennità integrativa per le madri lavoratrici erogata dall’INPS, per il periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio; la previsione di strumenti agevolati per la disciplina di lavoro accessorio riferite ad attività di supporto alle famiglie in ambito domestico e di cura e assistenza alla persona» ecc.

«L’articolo 5 – ha specificato De Filippo – reca una delega per sostenere la spesa delle famiglie per la formazione dei figli e l’autonomia finanziaria dei giovani, sulla base di una serie di specifici principi e criteri direttivi che prevedono: detrazioni fiscali per le spese documentate sostenute dalle famiglie, ovvero misure di sostegno diretto, anche in forma di bonus direttamente spendibile per l’acquisto di libri di testo universitari, anche su supporto digitale, per i figli maggiorenni a carico, iscritti a corsi universitari; detrazioni fiscali per le spese documentate sostenute dalle famiglie relativamente al contratto di locazione di abitazioni per i figli maggiorenni iscritti a corsi universitari, con particolare riferimento agli studenti fuori sede» ecc. L’articolo 6, inserito nel corso dell’esame referente, «introduce – ha sottolineato De Filippo – un’altra delega, al fine di sostenere e promuovere le responsabilità familiari. Si tratta di un’integrazione importante, del tutto in linea con le finalità e il contenuto del provvedimento in oggetto. Gli ulteriori principi e criteri direttivi prevedono la promozione della diffusione di attività informative e formative volte a fornire la conoscenza dei diritti e doveri dei genitori nonché la diffusione di centri e servizi di supporto nelle diverse fasi della vita familiare e di sostegno alle scelte dei genitori, anche tramite attività di mediazione familiare, come quelle svolte dai consultori familiari. L’articolo 7 disciplina il procedimento per l’adozione dei decreti legislativi. L’articolo 8 individua le risorse finanziarie da impiegare per l’attuazione delle deleghe, corrispondenti a risorse già stanziate e attualmente destinate ad una serie di benefici che, nel corso dell’attuazione della delega, s’intende abolire o modificare. L’arti-colo 9, inserito nel corso dell’esame referente, reca la clausola di salvaguardia».

L’AUSPICIO DI DE FILIPPO

«In conclusione – ha specificato De Filippo – auspico che anche in Assemblea il provvedimento possa essere sostenuto trasversalmente da tutti i gruppi parlamentari e che sia approvato in tempi rapidi, in modo da consentirne l’approdo presso l’altro ramo del Parlamento, nell’ottica della realizzazione di una riforma complessiva delle misure volte a sostenere le famiglie».

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