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CARLO TREROTOLA E LA VARIANTE NAPOLETANA

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L’ironia con cui abbiamo scavallato le tante oscenità del potere regionale, a trazione centrodestra, ci ha fatto perdere di vista Carlo Trerotola, farmacista in comparsa politica ed errore fatale del centrosinistra nella sfida col generale pensionato, voluto in spartizione italica da Silvio Berlusconi ed ormai destinato alla poltroncina di senatore per FdI. Ora accade che dall’angolo pigro dove s’è collocato, di tanto in tanto Trerotola resusciti come Lazzaro farmacista per strizzare l’occhietto felice al governatore Bardi che lo ricambia d’elogi mielosi per la sua curvatura da patriota. L’ammiccamento, pur con una grammatica sofferta, supera però l’inverosimile con la difesa delle nomine straniere ed in particolare di quelle napoletane di cui c’è una vera e propria frenesia al punto da farne quasi una variante emergenziale per rimpolpare la PA regionale. Eppure non ce ne vogliano i napoletani, di cui non discutiamo certo le qualità singole, ma l’opera scellerata e di colonizzazione istituzionale è tutta a danno dell’antropologia lucana di merito, competenza e giovani che pure esiste, anche se da Posillipo e dintorni non la si scorge mai. Ha scritto Dante:“Sorrisi come l’uom ch’ammicca”

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