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COMITATO ESECUTIVO, TICCHIO E MOLLICA AL TAR: AL VIA IL FUOCO INCROCIATO SU CICALA E LEGGIERI

LUCANI NEL MONDO Da atti e verbali, scoperte altre magagne: lo “svizzero” dichiara “guerra” all’Australia

Commissione regionale dei Lucani del Mondo (Crlm): da Ticchio e Mollica fuoco incrociato al Tar di Basilicata sull’operato di Cicala e Leggieri.
Il presidente del Consiglio regionale Cicala, sembra non aver fatto dono della lezione già ricevuta dal Tar che ha annullato le sue nomine varate con fare dispotico relative alla Commissione regionale Pari opportunità: a bocce ferme, sembra che si vada verso lo stesso risultato per la Commissione Lucani nel mondo che tra l’altro riunitasi per la prima volta nell’attuale legislatura con clamoroso ritardo, è pressocchè bloccata anche per le forzature alle norme in occasione dell’insediamento.
Acquisiti gli atti e vagliata la documentazione, quella che settimane fa aleggiava sotto forma di ipotesi, è adesso realtà: sulla riunione di insediamento della Crlm del 22 maggio scorso, nella circostanza è stato eletto il Comitato esecutivo della Commissione stessa, saranno ora i giudici amministrativi lucani a dire l’ultima parola sulla serie di irregolarità segnalate sia dal presidente presidente della Federazione svizzera dei Lucani nel mondo, Giuseppe Ticchio, che dal designato dall’Anci, Franco Mollica, quale suo rappresentante nella Commissione.
A riservare di diritto un posto nella Crlm ad un rappresentante dei Comuni designati dall’Anci, sezione regionale della Basilicata, è la relativa legge regionale del 2002, “Disciplina generale degli interventi in favore dei lucani all’estero”, ma nella realtà a negare la partecipazione a Mollica, il consigliere regionale del Movimento 5stelle, Gianni Leggieri, fermamente acquartierato sul fronte della guerra fredda per la “supremazia” politica a Venosa.
Ad oggi, il presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala, presidente an-he della Crlm di cui Leggieri è vice presidente, ancora non ha formalizzato con proprio decreto la designazione ricevuta dall’Anci.
Il caso Mollica è uno dei tasselli dei ricorsi al Tar lucano che, in realtà, seppur separatamente, delineano un quadro complessivo composto da almeno 4 macro-anomalie. Scavando scavando, Ticchio oltre che a trovare conferma di sospetti già paventati è riuscito a scoperchiare altri vasi di Pandora ed anche a individuare certe “magagne” nelle schede elettorali.

CRLM: DALL’AUSTRALIA«L’ASTUTO ESCAMOTAGE»

La riunione d’insediamento, come risulta dal relativo verbale, si è tenuta il 22 maggio scorso dalle ore 16,40 del pomeriggio alle ore 21,48 della sera. Dopo le comunicazioni del Presidente, i saluti istituzionali e l’approvazione dell’impegno contabile in favore delle associazioni e federazioni, si è proceduto alla elezione del Comitato esecutivo della Crlm. Per completezza di informazione sono stati proclamati eletti: Donato Caivano (Nord America), Giuseppe Di Giacomo (Oceania), Antonio Friggione (Europa), Domenico Melillo Maglione (Sud America) e Rocco Sabia (Italia).
Contestata da Ticchio la legittimità delle elezioni del Comitato esecutivo sia per dettagli tecnici attinenti alle modalità del voto, ma soprattutto perchè non solo «non hanno partecipato tutti i soggetti legittimati», il riferimento non è unica-mente a Mollica, ma tra i partecipanti c’erano soggetti non legittimati.
I dubbi di Ticchio si sono addensati proprio sulla figura dell’eletto Di Giacomo.
Per comprendere l’«astuto escamotage» così come denunciato da Ticchio e sfuggito, casualmente o causalmente ai controlli di Cicala, bisogna, obbligatoriamente, partire dalla teoria, le norme, e quindi dalla legge regionale del 2002 e dall’intervenuta modifica del 2018: «I componenti restano in carica fino alla data di scadenza della Commissione e, comunque, per non più di dieci anni consecutivi, non essendo dopo tale periodo immediatamente rieleggibili per la durata di un mandato».
Proprio Cicala, tra l’altro, con decreto dell’agosto 2020 aveva nominato componenti della Crlm per l’Australia, Graziano Anthony (Presidente) e Amato Margherita (Rappresentante).
A maggio scorso, il cambio: nominati Di Giuseppe e Michele Pacella.
Per Ticchio, una palese «falsa applicazione» della legge regionale con conseguente eccesso di potere per sviamento.
Le nomine del presidente Di Giuseppe e del rappresentante Pacella non potevano essere effettuate, poiché i due sono stati componenti della Crlm per oltre dieci anni, per cui sarebbero dovuti rimanere ai box per un mandato: «ne consegue che non sarebbero potuti essere rieletti». A nulla vale, per Ticchio, il fatto che i delegati precedentemente eletti, Graziano e Amato, si fossero dimessi: «il che, a dire il vero, sembra un astuto escamotage».
Sul divieto del triplice mandato e affini, citata ampia giurisprudenza, Sezioni Unite della Corte di Cassazione: «assicurare la più ampia partecipazione degli iscritti all’esercizio delle funzioni di governo degli Ordini, favorendone l’avvicendamento nell’accesso agli organi di vertice, in modo tale da garantire la par condicio tra i candidati, suscettibile di essere alterata da rendite di posizione da garantire la par condicio tra i candidati, suscettibile di essere alterata da rendite di posi-zione».

AUSTRALIA: IL PERICOLO SI CHIAMA SCLEROTIZZAZIONE E VISCOSITÀ

Il presidente Cicala, avallando il presunto finto pit stop di Di Giuseppe e Pacella, avrebbe ignorato le finalità normativamente previste volte direttamente a spezzare la protratta consecuzione dei mandati poichè idonea a fondare, con la permanenza nella gestione degli interessi di categoria, «un rischio di sclerotizzazione delle compagini rappresentative e di viscosità o remore anche inconsapevoli nell’ottimale esercizio delle istituzionali funzioni di rappresentanza e vigilanza». È dalla cristallizzazione di posizioni di potere tramite la prolungata protrazione al vertice che arriva, inoltre, il pericolo alle «ben prevedibili» tendenze all’autoconservazione a rischio di prevalenza e alla negativa influenza su correttezza ed imparzialità dell’espletamento delle funzioni di rappresentanza.
Per plurime anomalie, diversi percorsi tracciati. Quella dell’Australia è solo un angolo del quadro generale su quanto avvenuto per l’insediamento della Crlm.
I due ricorsi al Tar, convergono e puntato in un’unica direzione: l’annullamento della elezione del Comitato esecutivo della Commissione regionale dei Lucani nel Mondo del 22 maggio scorso, nonchè di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale.

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