IL PAPA HA PARLATO DA MALATO : ha sperimentato il servizio sanitario nazionale, ringraziando tutti
Perché soffrono i bambini è una domanda che tocca il cuore: accompagnarli con la preghiera e pregare per tutti i malati, specialmente per quelli in condizioni più difficili: nessuno sia lasciato solo, ognuno possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della tenerezza, e della cura
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Francesco dal Gemelli: le cure sanitarie siano per tutti i malati
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Papa Francesco non desidera, generalmente, che la sua persona sia al centro dell’attenzione, ma oggi è inevitabile che lo sia.
Non è la prima volta, ma non è neppure frequente, infatti, che la preghiera dell’Angelus venga pronunciata dal Policlinico Gemelli di Roma invece che da Piazza San Pietro.
Accade questa domenica perché Francesco è ancora ricoverato al 10.mo piano di questo ospedale, dopo l’intervento subito una settimana fa.
Al balcone è accompagnato da una ragazza e da alcuni bambini malati.
L’ascolto e la vicinanza sono una carezza
Per il Papa rivolgersi ai fedeli da qui è anche un’occasione per ringraziare quanti gli hanno mandato gli auguri in questi giorni:
“Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere.
Grazie di cuore! Nel Vangelo di oggi, l’evangelista Marco racconta la sollecitudine dei discepoli, inviati da Gesù, nei confronti dei malati: li ungevano con l’olio e li guarivano.
L’olio è immagine del sacramento dell’Unzione dei malati, afferma il Papa, ma l’olio è anche “l’ascolto, la vicinanza, la premura, la tenerezza di chi si prende cura della persona malata” lenendo così il suo dolore.
Tutti noi, tutti abbiamo bisogno prima o poi di questa “unzione” della vicinanza e della tenerezza, e tutti possiamo donarla a qualcun altro, con una visita, una telefonata, una mano tesa a chi ha bisogno di aiuto. Ricordiamo che, nel protocollo del Giudizio Finale, una delle cose che ci domanderanno sarà la vicinanza agli ammalati.
L’importanza di un servizio sanitario accessibile a tutti
Inevitabile il riferimento all’esperienza che lui stesso sta vivendo in questi giorni come ammalato. Il Papa afferma:
In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi.
Un servizio sanitario gratuito che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo!
E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti. Anche nella Chiesa succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente, e il primo pensiero che ci viene è venderla. Ma la tua vocazione è in Chiesa: non è avere dei quattrini, è fare il servizio, e il servizio sempre è gratuito. Non dimenticatevi: salvare le istituzioni gratuite.
Il pensiero al personale e ai malati
Il pensiero grato di Papa Francesco e un incoraggiamento va poi ai medici e a tutti gli operatori sanitari e al personale di questo ospedale e di altri che “lavorano tanto“
E ai malati che affida a Maria, Salute degli infermi, ponendo una domanda importante:
Qui ci sono alcuni amici bambini malati, perché soffrono i bambini?
Perché soffrono i bambini è una domanda che tocca il cuore: accompagnarli con la preghiera e pregare per tutti i malati, specialmente per quelli in condizioni più difficili: nessuno sia lasciato solo, ognuno possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della tenerezza, e della cura.
Nel dopo Angelus l’appello del Papa per Haiti ??
Al termine della recita dell’Angelus, Francesco ha rivolto un appello per la situazione ad Haiti auspicando che nel Paese vengano deposte le armi e si scelga di vivere insieme fraternamente. Ha ricordato poi che oggi in Italia, per iniziativa della Conferenza episcopale, si celebra la Domenica del Mare, dedicata in modo particolare ai marittimi, assicurando per loro la sua preghiera e raccomandando di curare la salute del mare: “niente plastica in mare!”, ha affermato.
Il Papa ha ricordato poi “quanti oggi in Polonia partecipano al pellegrinaggio della famiglia di Radio Maria al Santuario di Czestochowa”. Infine ha rivolto gli auguri “ai Benedettini e alle Benedettine in tutto il mondo”, e ha fatto gli auguri all’Europa: “che sia unita nei suoi valori fondanti”, nell’odierna festa di San Benedetto, Abate e Patrono d’Europa.
Il forte appello del Papa per Haiti ??
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Durante il ricovero al Policlinico Gemelli, Francesco ha pregato più volte per la popolazione di Haiti. A dirlo è stato proprio il Papa al termine della preghiera mariana dell’Angelus, recitato dalla struttura ospedaliera romana:
Negli ultimi giorni la mia preghiera è stata spesso rivolta a Haiti, dopo l’uccisione del presidente e il ferimento della moglie.
Francesco ha chiesto che si ponga fine alla violenza e che, mettendo da parte le armi, si scelga la vita, si favorisca la convinvenza per un processo di pace che riporti il Paese alla concordia nazionale:
Mi unisco all’accorato appello dei vescovi del Paese a deporre le armi, scegliere la vita, scegliere di vivere insieme fraternamente nell’interesse di tutti e nell’interesse di Haiti. Sono vicino al caro popolo haitiano; auspico che cessi la spirale della violenza e la Nazione possa riprendere il cammino verso un futuro di pace e di concordia.
L’omicidio del presidente Moise
Nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7 luglio è stato assassinato Jovenel Moïse, presidente di Haiti, lo Stato americano che si trova sull’isola di Hispaniola, non lontano da Cuba. Le dinamiche dell’omicidio di Moïse non sono ancora state chiarite, ma giovedì sera la polizia haitiana ha annunciato di aver arrestato diversi cittadini colombiani e due statunitensi, accusati di essere coinvolti nell’attacco. Per Haiti l’assassinio del presidente è l’ultimo di una serie di eventi tragici che hanno segnato la storia del Paese, che ora potrebbe entrare in una nuova fase di incertezza e instabilità.
Assassinio efferato
In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, inviato al nunzio apostolico Francisco Escalante Molina, Francesco ha deplorato l’omicidio parlando di “assassinio efferato” e condannato “ogni forma di violenza come mezzo per risolvere crisi e conflitti”. Nel telegramma, anche la preghiera per Marine Moïse, la moglie del presidente gravemente ferita nell’agguato e ricoverata a Miami.
La nota dei vescovi
Gli auguri di pronta guarigione alla first lady sono giunti anche dalla Conferenza Episcopale haitiana, che, in una nota, ha parlato di “omicidio inammissibile e rivoltante”. “Questo triste evento – si legge – segna una svolta sfortunata nella nostra storia come popolo, purtroppo dettata dalla scelta deliberata della violenza da parte di molti settori della popolazione come metodo di sopravvivenza e di risoluzione delle controversie”. Quindi i vescovi sottolineano come “la violenza può solo generare violenza e portare all’odio. Non aiuterà mai il nostro paese ad uscire da questa impasse politica”. Da qui un appello a “tutti i figli e le figlie” di Haiti a “superare l’orgoglio personale e gli interessi di gruppo per cercare insieme, intorno a un tavolo, la soluzione haitiana tanto attesa dalla popolazione, dettata dall’amore per Haiti e dai nostri valori come popolo”. “Deponete le armi! Optate per la vita! Scegliete finalmente di vivere insieme nell’interesse di tutti e nell’interesse di Haiti!”, concludono i presuli.
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