L’IDEOLOGIA CI HA IMPEDITO DI VEDERE LA REALTÀ
Lettere lucane
Erano mesi che l’assessore alla cultura del comune di Rotonda Donatella Franzese mi parlava della cascata del Paraturo, esortandomi a visitarla. Donatella è giovanissima, credo non abbia nemmeno trent’anni, – quando andai via dal paese era ancora una bambina –, e si fa in quattro per valorizzare le bellezze storico-paesaggistiche di Rotonda. Quando la settimana scorsa sono tornato per qualche giorno, Donatella ha forzato la mia pigrizia e mi ha costretto a visitare la cascata. Sono rimasto impressionato, perché io non lo sapevo nemmeno che nel mio paese ci fosse una simile bellezza naturalistica. A differenza di noi più vecchi, ho notato che i giovani amministratori di adesso sono meno ideologici e più concreti. Non che in passato mancasse un livello concreto, ma nell’impegno politico prevaleva la dimensione filosofica e ideologica, tanto che si poteva litigare per letture difformi su questioni geopolitiche o di teoria economica. Mentre mi compiacevo di come era stato sistemato il sentiero che conduce al Paraturo, riflettevo sul mio rapporto controverso con la natura. Perché la natura mi angoscia? Forse perché ne avverto la crudele potenza, che la nostra ragione “illuministica” non è riuscita a piegare. Nei giovani amministratori come Donatella io avverto un’inquietudine più umile e concreta della nostra, perché noi abbiamo provato a reagire all’arretratezza socio-economica con un’elefantiasi teoretica che troppo spesso ci ha impedito di vedere le cose concrete che intanto c’erano, e andavano sostenute. Sono stato sempre molto duro con i giovani, ma mi viene il sospetto che siano assai migliori di quanto fossimo noi alla loro età, perché in noi è prevalsa l’ideologia e, infine, l’egoismo, ovvero il prevalere delle ambizioni personali. Non citano Marx, Nietzsche e Freud, questi ragazzi, ma le risposte che danno sono più concrete e tangibili delle nostre.
