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«LA LUCANIA COME LUOGO “MAGICO” PER IL CINEMA»

Avp Summit a Matera, Stabile delinea la nuova Film Commission inclusiva e libera da ingerenze politiche: le sue parole a Cronache

MATERA. E’ tempo di un primo bilancio per il summit sull’ AudioVisivo” organizzato a Matera dalla Lucana Film Commission per APA ” Associazione Produttori Audiovisivi”, con la partecipazione dell’ PGA, Producers Guild of America, con il supporto del Ministero della Cultura, il MAECI, Ice-Agenzia e istituto Luce. La kermess internazionale ha proposto un ricco panorama di incontri, dibattiti e soprattutto ha portato in “scena” la concreta e reale esperienza dei guru del mondo hollywoodiano e dell’industria cinematografica internazionale, affinché i giovani impresari e tutti coloro che muovono i primi passi nel settore dell’audiovisivo possano trarne preziosi suggerimenti. Ma il summit è stato anche l’occasione per dibattere su temi attuali come l’inclusivitá e la diversità, lo spazio alle varie culture dietro e davanti le telecamere e infine per proporre tutte le iniziative per una cinematografia green e rispettosa dell’ambiente. Noi di Cronache Lucane il bilancio lo abbiamo fatto direttamente con il Presidente della Lucana Film Commission, Roberto Stabile. Presidente, dire “Stabile” in Basilicata, significa pensare subito sia al Teatro di Potenza, un capolavoro dell’ Ottocento e sia al celebre compositore potentino Francesco Stabile, entrami simboli d’arte, musica, di “audiovisivo”. E poi è arrivato lei. Allora è vero che “Nomen est omen”?
«E’ molto probabile perché il cognome Stabile è diffusissimo qui. Io vengo dall’Emilia Romagna ma sicuramente qualche antenato nel passato avrà avuto un trascorso lucano e si è come completato un ciclo ed è questo che poi alla fine ha fatto sì che venissi qui a lavorare per la promozione di questo meraviglioso territorio».
Qual è l’eredità della Lucana Film Commission che lei ha raccolto?
«Sull’eredità parlano i fatti. In Lucania si sono girati tantissimi bei film, tantissime produzioni importanti ed è sempre stata considerata una delle regioni di punta da tutta l’industria cinematografica mondiale quindi per me è stato facile prendere il testimone e andare avanti» Ma ci sono state anche cogenti criticità che lei ha subito dovuto fronteggiare. «Chiaramente nella Lucana Film Commission non era tutto rose e fiori perché nell’ultimo anno e mezzo di gestione c’è stato qualche problema amministrativo, qualche incomprensione, forse qualche ingerenza politica di troppo da una parte e dall’altra, tant’è che io quando ho accettato l’incarico ho posto la condizione a tutte le parti politiche che non si usasse la Film Commission per fare della politica!»
E dunque qual è la sua visione della nuova Lucana Film Commission?
«La Lucana Film Commission è uno strumento di unità, di contatto perché il cinema, l’audiovisivo e la cultura in generale sono patrimonio di tutti, sono patrimonio del territorio e di tutto il tessuto sociale e credo che al summit lucano sia il presidente Bardi che l’ex Presidente Pittella abbiano dimostrato di aver inteso questo spirito, di aver dato fiducia e penso che si possa veramente, qui in Basilicata, fare quella che mi viene da definire la “Pax Film Commission” e iniziare una nuova epoca».
Nell’ AVPSummit lei sta riscuotendo molti consensi, ma quando è divenuto presidente della Film Commission, era davvero l’ “ora più buia”!
«Fermo restando che io guardo sempre il lato positivo delle cose, devo anche dire che se hanno chiamato me era proprio perché effettivamente era il peggiore momento e solo un “pazzo” con qualche visione poteva accettare l’incarico. Oltretutto c’è da dire che io per lavoro vivo sugli aerei e non ho mai tempo di dedicarmi ad altro perché fondamentalmente viaggio e sono in giro per il mondo, quindi proprio il peggior momento per l’umanità ha fatto sì che io fossi a Roma seduto davanti a una scrivania e mi sentissi in prigione e così ho accettato questa sfida come un’evasione».
Lei è anche responsabile delle relazioni internazionali dell’ ANICA ( Associazione Italiana Industrie Audiovisive e Multimediali del Cinema), da una sì elevata prospettiva il mondo come guarda all’Italia?
«L’Italia, la cultura italiana, il vivere all’italiana, il nostro stile sono amati in tutto il mondo e siamo di esempio; poi a volte siamo noi italiani a farci la peggiore pubblicità, ma fondamentalmente in qualunque territorio io mi sia trovato ad agire, c’è una grandissima apertura, un grandissimo amore e dall’Italia tutti si aspettano il massimo, il bello nell’arte, nella cultura e anche nell’industria, quindi sinceramente fare questo lavoro da italiano è anche molto facile». Senza dover fare scelte che magari creino gelosie, ma c’è già un posto in Basilicata che lei predilige?
«Chiaramente noi siamo a Matera e dobbiamo riconoscere che Matera è un pò il diamante e il centro di aggregazione e anche di attrazione del-la gente, dell’attenzione mondiale sulla Basili-cata però sto scoprendo che quello lucano è un territorio interessantissimo, estremamente variegato e proprio per conoscerlo meglio io e promuoverlo al meglio ho fortemente voluto fare l’accordo con i GAL (Gruppi d’Azione Locale) per la conoscenza capillare che hanno del territorio; ogni singola zolla di terra, loro la conoscono, e posso aiutare me a conoscerla, a capirne anche lo spirito, le tradizioni, la cultura e anche la magia perché ci dobbiamo ricordare che la Basilicata è un territorio estremamente magico, estremamente interessante, quindi solo conoscendo anche questi lati si può proporre agli stranieri come location di riprese ma anche di eventi come questo summit».
Lo facciamo un bilancio sul summit?
«Il bilancio a metà strada è estremamente positivo. Conto che potremo anche pensare di stabilizzare l’evento e quindi farlo diventare un appuntamento fisso perché già gli ospiti stranieri ci stanno chiedendo cosa devono fare per meritare un secondo invito».

E’ arrivato direttamente da Roma il Sottosegretario Moles proprio per partecipare all’AVPSummit di Matera; il tempo di un bicchiere d’acqua, e “pronti via” perché il tema è davvero delicato e le aspettative dei soggetti giuridici ed economici coinvolti sono elevate perché i grandi colossi delle piattaforme web ormai spadroneggiano a danno dei “content creators”, vale a dire i creatori di contenuti culturali e di altro genere come per esempio un programma TV piuttosto che un articolo di giornale. «Ci troviamo in una cornice suggestiva quella di Matera – ha esordito Moles – e il percorso di Stabile ci rende orgogliosi dei progressi fatti nel settore dell’’audiovisivo, ma quello del copyright rimane un problema che è stato sottovalutato e su cui, dati i i compiti della mia delega all’editoria mi sto dando da fare». Il problema della continua violazione o meglio non legittimo riconoscimento economico del copyright, ha spigato Moles, è aggravato dall’accelerazione digitale e dal fatto che i modelli di business e consumo sono molto più veloci di quello che il legislatore riesce a fare. E proprio in merito all’attività legislativa, Moles anticipa che si è prossimi all’approntamento della bozza relativa al recepimento nell’ordinamento legislativo italiano dei due articoli 15 e 17 della normativa europea che pongono paletti di tutela a favore di editori, agenzie di stampa e giornalisti rispetto all’uso che dei loro lavori fanno le grandi piattaforme senza riconoscere loro i relativi diritti economici. «Il settore dell’editoria – ha aggiunto Moles- è un mondo vastissimo e affascinante ed occorre trovare la sintesi delle diverse esigenze e il nostro governo lo può fare». L’approvazione della bozza sul copyright su cui, relativamente alle sue competenze di sottosegretario, Moles insieme al Ministro Franceschini sta lavorando, è una grande sfida che inciderà sul settore delle comunicazioni e originerà una sintesi virtuosa che, ha garantito Moles: «Andrà a ricalibrare la distribuzione tra autori e giornalisti da un lato e giganti del web dall’altra e servirà a evitare la prevaricazione di un soggetto sull’altro e darà più efficacia alla tutela del diritto d‘autore». Libertà e diritti dunque sono due espressioni di una merca-o funzionante in cui vi sia un legittimo accesso ai contenuti coperti da copyright. Nel ribadire il notevole sforzo per licenziare quanto prima la norma sul copyright, Moles ha affermato: «Occorre preservare il valore aggiunto del diritto d’autore e tutelarlo come diritto soggettivo perfetto, preservare il pluralismo informativo esteso e soprattutto favorire l’accesso di tutti i cittadini alle piattaforme garantendo che i contenuti siano remunerati». L’approvazione finale dell’ audience e degli addetti ai lavori della stampa è giunta quando Moles ha sostenuto: «Tutelare imprese e giornalisti significa tutelare del-le preziose risorse umane e tecno-logiche che sono la cellula viva dell’intero settore!».

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