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OPERAZIONE “IDRA”, DICHIARIAMO GUERRA ALLA DROGA

Lettere lucane

L’operazione “Idra” coordinata dalla Dda di Potenza ha svelato un’importante centrale di traffico e di spaccio di stupefacenti gestita da gambiani e nigeriani a Potenza e in Val d’Agri. Sono mesi che dalle colonne di “Cronache lucane” lancio appelli alla politica e alla società civile affinché la smettano di non vedere la realtà, ovvero il fatto che la Basilicata, anche grazie alla sua bassa densità demografica e alla sua tranquillità sociale, sta diventando il territorio privilegiato per quanti decidono di dedicarsi a queste attività illecite e criminali. Grazie alle forze dell’ordine e alla Dda – ripeto, nel colpevole silenzio della politica e della società civile – il messaggio che sta passando è chiaro e netto: la Basilicata non è terra di nessuno. Sbaglia i suoi calcoli chi pensa di approfittare della concordia sociale lucana e della sua debolezza demografica per trasformare la nostra terra in una Scampia diffusa e invisibile, perché lo Stato è presente come e quanto in Regioni limitrofe più problematiche. In attesa di un’analisi sociologica più puntuale e precisa sul fenomeno – sarebbero soldi pubblici ben spesi – osserviamo empiricamente due fatti: da un lato, l’uso sempre più importante di stupefacenti in Basilicata (e basta ascoltare storie e testimonianze di chi vive sul territorio); dall’altro, il crescente tentativo di trasformare la nostra Regione in una grande piazza di spaccio, come ha dimostrato l’operazione “Paride” del 2020 a Bernalda. La novità è l’emergere di gruppi criminali non italiani, sopratutto albanesi e nigeriani. Nel mio piccolo ho dedicato al tema, nell’ultimo anno, più di dieci “lettere”, ma né la politica né la società civile hanno compreso l’importanza di una battaglia civile in difesa dei nostri giovani e della legalità sul nostro territorio. L’operazione “Idra” mi dà ragione – anche se preferirei di gran lunga avere torto.

diconsoli@lecronache.info

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