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DOPO L’INDISCREZIONE DI CRONACHE, BARDI FERMATO SUL BLITZ APIBAS

Rinviato l’appuntamento col notaio romano per la nomina: dalla coalizione paventato il rischio di staccare la spina al governo

Calcolando la probabilità della causazione, il presidente Bardi ha preferito non proseguire oltre rispetto alla vittoria ufficiale riguardante Acquedotto lucano, rinunciando così all’ambo degli Amministratori unici: su Apibas ha, per ora, messo in pausa il suo piano. L’indiscrezione diffusa da Cronache lucane ha sollevato il velo di segretezza che avvolgeva l’operazione del Generale.

È come certo, anche se al buio, che Bardi, tuttavia, abbia soltanto concesso una tregua alla coalizione di maggioranza: sin dall’inizio dell’attuale legislatura regionale quando lo ha voluto, ha sempre sottratto senza esitazione alcuna la nomina di turno dal tavolo delle trattative partitiche.

Dopo 2 anni è difficile se non impossibile ipotizzare il contrario: Bardi non è un politico, ma un uomo di potere, o meglio uno dei tanti tasselli elettivi con cui il potere, in realtà i poteri, si diverte, eufemisticamente, a ingolfare lo scenario lucano, ma non solo.

Ad ogni moto con l’auto col motore acceso e l’autista al posto di guida, il presidente Bardi ha dovuto rimandare tutto: niente notaio romano per redigere la nomina dell’Amministratore unico dell’Apibas.

A farlo retrocedere dal piazzare un suo nome, scelto in totale autonomia, al vertice del nuovo Ente pubblico Apibas, chissà se futuro carrozzone lucano, il contenuto della lettera che il messo notificatore gli ha consegnato: “se non salta l’atto notarile, allora salterà la maggioranza governativa”.

Qui, il gioco dei calcoli probabilistici con cui si è cimentato Bardi.

Per dar credito all’ipotesi che la maggioranza regionale suoni il “tutti a casa”, ci vorrebbero ben altri protagonisti in campo. È come certo, sempre al buio, che neanche Bardi ci creda.

A convincerlo allora, l’opportunità migliore consistente nel far scemare l’animosità degli alleati per poi a calma dopo la tempesta, piazzare il colpo.

Potrebbe, però, non essere tutto così semplice per il presidente Bardi.

Il Sottosegretario di Stato all’Editoria e commissario di Forza Italia in Basilicata, appare l’unico in grado di cercare, con la responsabilità dell’esito che ne deriverà, lo scontro con l’aseità del «commendatore» di Filiano. Sconfitta su Acquedotto lucano, Forza Italia puntava a rifarsi col governatore proprio con la pratica dell’Amministratore unico di Apibas. Acarddquedotto lucano è sicuramente al vertice nella scala di importanza degli Enti pubblici lucani, ancor di più nel breve futuro grazie al fiume di milioni di euro dell’Unione europea, ma Apibas, nata dalle ceneri dell’Asi di Potenza e non solo pulita dai debiti del Consorzio industriale, ma anche con competenze ampliate rispetto allo stesso, rappresenta comunque un invidiabile ponte di comando. Amministratore unico di Apibas, Bardi, che tra l’altro ha il saldo convincimento di poter contare proprio sui due assessori in quota Forza Italia, Cupparo e Leone, ha già lanciato il guanto di sfida: se Moles lo raccoglierà, sarà quasi un duello al “tutto o niente”.

Se dopo Acquedotto lucano, il Commissario regionale dovesse perdere anche Apibas, allora 2 sole le alternative: o davvero staccare la spina al governo regionale o accettare la “prigionia” e aspettare con la “museruola” la scadenza naturale dell’attuale legislatura.

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