Acquedotto lucano ed elezione dell’Amministratore unico: è oggi l’atteso giorno dell’Assemblea elettiva. Il presidente Bardi, la “volpe” di mare, piazzerà il gran colpo: Apibas. Proprio così, sulla ruota di Napoli la paura fa 90 e allora il governatore ha deciso di raddoppiare, tentando di fare nuovamente tutti “fessi”, soprattutto il Sottosegretario di Stato, nonchè commissario regionale di FI, Giuseppe Moles.
Prima vittima dell’autoritario presidente, il partito che nel 2019 lo ha indicato candidato governatore e che ora si ritrova un Frankenstein a via Verrastro: Forza Italia. Mentre alle porte di Potenza, al Motel Park, oggi si voterà per Andretta nuovo Amministratore unico di Acquedotto lucano, Bardi in gran segreto e affidandosi a un notaio “straniero”, addirittura pescato a Roma, s’accingerà a fare la nomina dell’Amministratore unico di ApiBas. Lo farà in perfetta autonomia, come da sua prassi, ignorando quindi le trattative di coalizione e le indicazione dei partiti. Tralasciando, tra l’altro, proprio le istanze di Forza Italia che subita la candidatura del non condiviso Andretta, stava placando l’ira vedendo in Apibas una nomina di compensazione.
Nulla di tutto ciò: la pratica Aql è stata da sempre intrecciata con quella Apibas e su tutte e due, il presidente Bardi vuole apporre il personale sigillo e imprimatur.
Ciò che Bardi ha nelle ultime ore sognato ad occhi aperti, è la seguente scena:  Andretta eletto Au di Aql e immediatamente dopo alla diffusione pubblica dell’esito dell’Assemblea dei soci, la sua comunicazione col nome, da lui scelto in totale autonomia, dell’Amministratore unico di Apibas.

AQL, BARDI TIRA DRITTO: MURO CONTRO MURO IN TRINCEA CI MANDA TRIPALDI

I soci, Regione più 119 Comuni, oggi infatti voteranno uno dei due candidati in lizza: quello del presidente Bardi, l’ingegnere Alfonso Metello Francesco Andretta o quello della “cordata” centrosinistra-5stelle, l’ingegnere docente Unibas, Michele Greco. Nonostante i sussulti delle ultime ore, Bardi ha deciso: tira dritto, sarà muro contro muro.
Come delegato, Bardi in rappresentanza della Regione, ha scelto il Dg Domenico Tripaldi che dal Dipartimento “Programmazione e Finanze” si ritroverà al Motel Park ad esporre ai soci di Aql il perchè della scelta di Andretta.
La corsa alla poltrona apicale di Aql che vale poco meno, bonus del 20%escluso, di 129mila euro annui, rappresenta una sorta, con i dovuto distinguo, di “Rubicone” per Bardi.
Il presidente è in preda ai timori e per la prima volta dall’inizio dell’attuale legislatura regionale è stato protagonista di un vivace mercanteggiare per incassare, da parte dei sindaci lucani, il sostegno al suo candidato Andretta. Di contro, i primi cittadini, anche parte di quelli del centrodestra, non si sono piegati sic et simpliciter ai desiderata del «commendatore» di Filiano, anzi. Hanno fatto leva sulla loro riconosciuta autonomia e costruito un fronte contro il centralismo “anti-municipale” di Bardi. Ciò, inevitabilmente, ha fatto schizzare la trepidazione del presidente di Regione che mai, sia in Giunta che in Consiglio, ha trovato, con particolare riferimento agli eletti della maggioranza, ostacoli ai suoi piani accentratori. Sulle nomine soprattutto, a lui l’ultima e definitiva parola. Per Acquedotto lucano, però, il percorso è stato differente. Se Bardi incasserà l’elezione di Andretta, lo sarà con molta fatica. A fargli tirare un sospiro di sollievo il fronte doroteo del gruppo degli 11 sindaci con dentro tutta Italia viva.
Il gruppo ha sfruttato, verrebbe facile sostenere democristianamente, la sindrome della paura di cui è in preda Bardi, per alzare il prezzo della loro scelta nel sottobosco del potere regionale.
Cosa voteranno, ma soprattutto se lo faranno, è dato subordinato alle eventuali concessioni di Bardi nei loro confronti. A livello nominale, sulla carta e a bocce ferme, i Comuni a favore di Greco sembrerebbero numericamente maggiori rispetto a quelli che sostengono Andretta. Oltre al tecnicismo della “sterilizzazione” dell’effettivo peso del voto della Regione, che da sola possiede il 49% delle quote societarie di Acquedotto lucano, da segnalare anche che un candidato per essere eletto Amministratore unico deve comunque aver riportato una percentuale di preferenze non inferiore al 32% delle quote sociali computa-te sul quorum deliberativo. Regione più Comune di Potenza portano Andretta già, escluso il quorum deliberativo, al 30%. Un Au eletto per peso ponderato e che avrebbe contro la maggioranza dei Comuni soci di Acquedotto lucano, non sono elementi che propendono per un mandato tranquillo.
Se poi all’elezione di Andretta seguirà la comunicazione notarile di Bardi su Apibas, allora la frattura istituzionale in Aql è destinata a diventare spaccatura generale all’interno della maggioranza governativa.

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