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118: L’EMERGENZA-URGENZA CHE SALVA LA VITA AI LUCANI

Nell’ultima puntata di “Doctor” su Cronache Tv, il dirigente Rizzo spiega il ruolo complesso del Dipartimento

Ultima puntata di “Doctor” la trasmissione medica condotta dalla giornalista Eliana Positano in onda su Cronache Tv e sui canali social del gruppo. Dopo aver affrontato varie tematiche relative a patologie, diagnosi e cura, si è toccato il tema dell’emergenza-urgenza con il Responsabile del 118 dott. Serafino Rizzo. In trasmissione è stato fatto un excursus della storia del 118 che in Basilicata par-te come servizio di emergenza-urgenza a maggio del 2004, recependo le direttive istitutive dettate da una legge del 1999. Nasce così “Basilicata Soccorso”, consorziata tra le varie aziende della regione.
Nel 2010 si ha una legge di riforma con cui si manda in pensione “Basilicata soccorso” e si crea una direzione dipartimentale interaziendale con competenze su Potenza e Matera.
Un’altra riforma, quella avvenuta nel 2017, per-mette la creazione del Dipartimento di emergenza-urgenza che dipende unicamente dalla Asp e che serve tutti i territori ricadenti nelle province di Potenza e Matera.
Un servizio ben complesso che comprende varie fasi dalla prima chiamata che arriva in centrale all’intervento sul posto con ambulanza o eliambulanza.
Il servizio tende a migliorarsi costantemente nonostante problematiche endemiche come la conformazione geografica del territorio lucano che spesso non consente ai mezzi di raggiungere agevolmente luoghi impervi o estremamente isolati. Nonostante tutto, il servizio di emergenza urgenza funziona, pur essendoci- rispetto alle direttive della legge istitutiva- una carenza di mezzi. In Basilicata sono disponibili 11 ambulanze medicalizzate, 26 non hanno medico a bordo, e sono in funzione 2 elicotteri distribuiti uno sul territorio della provincia di Potenza, l’altro a servizio della provincia di Matera.
Il parco mezzi è suddiviso su 7 punti di primo intervento dislocati a Chiaromonte, Lauria, Senise Maratea, Venosa, Tinchi, Stigliano, Tricarico. Altri presidi andrebbero attivati, ma tutto dipende dalle scelte strategiche regionali che devono fare i conti soprattutto con le ristrettezze economiche degli ultimi anni. Il 118 ha come obiettivo primario quello di dare risposte adeguate a richieste di soccorso per condizioni potenziali o reali di rischio di vita per i pazienti. Quanto alle tempistiche di intervento, per essere eccellente il servizio di soccorso tiene conto dell’indicatore 21 dei Livelli Essenziali di Assistenza secondo cui c’è una media aritmetica entro cui occorre prestare il soccorso dal momento della chiamata al momento dell’arrivo a domicilio del paziente o comunque sul posto in cui è stato richiesto il soccorso.
La capacità di risposta dipende quindi da un insieme di variabili ed è riferita all’assetto strutturale del numero e delle allocazioni delle postazioni di intervento.
Cervello del complesso sistema resta la centrale operativa che è il luogo tecnologico in cui arrivano le prime chiamate di soccorso e da cui viene gestita l’emergenza in sé, riuscendo a governare e a dare direttive ad un totale di circa seicento persone che lavorano nel dipartimento e che sono dislocati su trentotto postazioni mobili e sette punti di primo intervento.
Nel corso della trasmissione Rizzo ha fatto chiarezza su un punto fondamentale: la postazione che fino a poco tempo fa insisteva in territorio di San Nicola di Melfi non è stata rimossa, ma essendosi configurata una condizione di criticità si è preferito spostarla in altro luogo essendo a vocazione territoriale e non prettamente al servizio dell’area industriale di Melfi.
Non a caso, andando a verificare il numero degli interventi fatti negli ultimi sei mesi proprio presso quell’area, essi rappresentano appena l’1% di tutti quelli per cui quella postazione è stata attivata. Sul servizio di emergenza -urgenza spesso gravano anche prestazioni che potrebbero essere demandate al medico di base. Occorrerebbe la costituzione di una rete di assistenza territoriale che definisca in modo preciso gli ambiti di competenza di ognuno per utilizzare in maniera adeguata un ser-vizio che deve essere utilizzato solo per le sue competenze emergenziali. Gli operatori del 118, altamente specializzati e formati, sono stati i veri eroi della pandemia da covid 19. Tra l’altro il loro indice di contagio è stato appena del 5%: un personale attento che si è saputo gestire e che è stato di grande supporto all’utenza riuscendo a tutelare la pro-pria incolumità nonostante la difficoltà a reperire dispositivi di protezione individuale nella fase iniziale della pandemia. Nel corso della trasmissione, diffuso anche un contributo esterno da parte del dott. D’Angola che è Direttore Sanitario del-a Asp che ha ricordato come negli ultimi tempi sia stato reclutato, in tut-a Italia, personale anche non specializzato in medicina d’urgenza per una difficoltà a garantire continuità assistenziale in quelli che sono i servizi di emergenza-urgenza. Gli operatori del 118, al momento sono anche impegnati nella campagna vaccinale per garantire adeguata turnazione al personale infermieristico. Per il futuro occorre pensare ad una riorganizzazione e a nuovi corsi di formazione reclutando nuove risorse, anche economiche, a cui affiancare una migliore governance strutturale.
Lo staff di “Doctor” dà appuntamento ai telespettatori al prossimo autunno con altre informazioni sul-la sanità e con altri eccellenti ospiti.

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