Questa volta il documentarista lucano Carmine Lisandro ci mostra un piccolo passeriforme prevalentemente insettivoro che vive nel nostro territorio, allegro e vivacissimo, a cui piace frequentare ambienti diversi: dai piccoli boschetti di latifoglie con presenza di ontani, salici e pioppi ad aree umide con radure arbustive.
Si tratta di un simpatico uccellino dal corpicino paffutello, il Codibugnolo grigio (Aegithalos caudatus italiae), il cui nome latino caudatus significa “che ha la coda” ed in realtà è lungo circa 15 cm. dei quali i 2/3 sono costituiti dalla lunga coda nera. Ha una testolina arrotondata con piccoli occhi bruno scuro ed un becco nero e cortissimo, le zampe sono brunastre ed il peso non supera i 10 grammi.
Tra i due sessi non vi è molta differenza ed è facilmente riconoscibile per la colorazione della livrea nera/marrone, con il vertice ed il petto di colore bianco mentre i fianchi sono rossicci.
I Codibugnoli, essendo uccellini molto sensibili alle gelate, durante l’inverno si riuniscono in numero di 6/10 esemplari nei cosiddetti “dormitori” per meglio affrontare i rigori della stagione invernale e, visto che con il freddo non possono predare insetti, integrano la loro dieta con bacche, semi, chicchi d’uva e frutta di stagione come le olive o i kaky, alimenti di cui sono ghiotti che condividono nei campi o nei giardini con altri volatili, appartenenti alla stessa famiglia dei Paridi, mentre non mancano le divergenze con altri uccelli come la Capinera, il Merlo, il Passero o il Tordo.
Agli inizi di aprile questi gruppi invernali si disperdono formando coppie monogame ed essendo uccelli che non stanno mai fermi per gran parte della giornata, sorvegliano costantemente il loro territorio per invitare eventuali rivali a stare lontani e, nel contempo, ispezionano minuziosamente cespugli o rami degli alberi, controllando ogni singola foglia o parte della corteccia nella speranza di trovare insetti, larve o ragni di cui si nutrono.
Dopo l’accoppiamento, in un cespuglio di rovi, un arbusto di sambuco o di nocciolo cercano un luogo dove poter costruire un nido con muschio e licheni, trattenuti da tele di ragno e dalla forma allungata che viene foderato con piume, nido in cui la femmina depone, una volta l’anno, dalle 6 alle 10 uova, covate dalla coppia.
Alla nascita i pulli sono ciechi e implumi ma hanno sempre fame e visto che i Codibugnoli sono animali molto socievoli con i loro consimili, la coppia viene coadiuvata nell’allevamento dei piccoli dal resto del gruppo.
In genere gli adulti possono riuscire a vivere in Natura anche più di otto anni anche se devono prestare molta attenzione a temibilissimi uccelli predatori quali alcuni Rapaci notturni tipo la Civetta, il Gufo comune o il Barbagianni ma anche Rapaci diurni tra cui lo Sparviero, il Falco pellegrino o il Gheppio.
I Codibugnoli sono uccelli protetti dalla Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee – Conservazione degli uccelli selvatici n. 79/409/CEE del 02 aprile 1979.