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«OPERA ABUSIVA»: SCEMPIO AMBIENTALE SEMPRE PIÙ VICINO ALLA DEMOLIZIONE

MARATEA Spiaggia del Carrubo, solo per Tar e Santavenere la struttura è «temporanea»: nel decreto di sequestro, altre conferme del contrario

Maratea, spiaggia del Carrubo: sullo scempio ambientale dell’hotel Santavenere sempre più conferme che la realtà delle cose è ben distante dalla versione narrata dalla Arsenale Hospitality Srl.

La struttura «completamente amovibile e temporanea» è tale solo su carta:  oltre alle risultanze dell’attività svolta dall’ingegnere nominato Consulente tecnico d’ufficio (Ctu) della Procura di Lagonegro, dai rilievi dei Carabinieri emerge come la struttura sia «abusiva». Come anticipato da Cronache Lucane, 2 giorni fa, i Carabinieri dell’Aliquota operativa della Compagnia Carabinieri di Lagonegro, collaborati dal personale della locale Stazione Carabinieri,  in attuazione della delega della Procura della Repubblica di Lagonegro, hanno dato esecuzione al «decreto di sequestro preventivo», disposto dal Gip del Tribunale di Lagonegro, di un’area ricadente nella struttura alberghiera “Santavenere”, sulla quale è stata realizzata una trasformazione edilizia costituita da una struttura in legno di circa mille metriquadri, «stabilmente vincolata al suolo mediante staffe a plinti prefabbricati in calcestruzzo, interrati in un terrapieno di circa 1,20 metri di altezza». «L’opera abusiva  hanno spiegato ancora gli investigatori  ricade in zona sismica, ed è stata realizzata in assenza del necessario permesso a costruire e di autorizzazione paesaggistica».

Il sequestro e le specificazioni dei Carabinieri, seppur indirettamente in quanto volte a motivare il proprio operato, gettano, però, ancora più ombre sull’inutile, poichè già amministrativamente superato, decreto del presidente del Tribunale amministrativo di Basilicata, Fabio Donadono, che accogliendo l’istanza del Santavenere aveva, in attesa della Camera di Consiglio nel merito e già fissata al 21 luglio, annullato l’«immediata sospensione dei lavori» imposta il 25 giugno dal Comune alla Arsenale Hospitality Srl.

Decreto Tar già improduttivo al momento dell’emissione, e in ogni caso tale anche senza il successivo «sequestro dell’area», in quanto il 29 giugno dal Comune l’avvio del pro-cedimento per l’emissione dell’ordinanza di «demolizione e messa in pristino dello stato dei luoghi».

Là dove, alla spiaggia del Carrubo e praticamente sul mare, gli altri, Regione, Soprintendenza, Procura di Lagonegro e Carabinieri, hanno trovato anomalie e irregolarità, un abuso edilizio se in assenza delle necessarie e obbligatorie autorizzazioni, Tar e Arsenale Hospitality Srl ci vedono una innocua struttura «amovibile e temporanea».

La struttura, prioritariamente non poteva e non doveva essere «stabilmente ancorata al suolo», ma come già si intuiva dall’arrivo delle ruspe in cantiere e dalle colate fatte, proprio così non è. Giorno dopo giorno, sullo scempio ambientale del Carrubo a Maratea, si accumulano le conferme che l’«urgenza» è solo quella subordinata alla volontà del Santavenere di incrementare i propri profitti privati.

La spiaggia che combatte, ha altri interessi: il Carrubo ha vinto ancora.

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