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«LA DIA NON È NÈ DI DESTRA NÈ DI SINISTRA»

Nel convegno “La Basilicata tra Recovery Plan e mafie” il procuratore di Potenza torna a sollecitare le autorità

Curcio a Cronache Tv: «Non ho alcun sentore dai livelli che dovrebbero decidere, ma resto fiducioso»

POTENZA. Si è svolto presso il teatro Stabile di Potenza un importante incontro dal titolo: “La Basilicata tra recovery plan e mafie” trasmesso in onda sui canali di Cronache Tv.  Tra gli altri relatori ai lavori hanno partecipato il Procuratore della repubblica Francesco Curcio, il Prefetto di Potenza Annunziato Varde’, don Mar-cello Cozzi, il senatore del Movimento 5 Stelle, Arnaldo Lomuti, l’assessore regionale, Francesco Cupparo.

LA BASILICATA E LA MAFIA La Basilicata non è più una regione risparmiata dalle mafie e le ingenti risorse economiche in arrivo con il Recovery plan fanno gola anche alle più pericolose organizzazioni malavitose. «In vista degli auspicati finanziamenti che ci saranno grazie ai fondi europei spiega il procuratore, Francesco Curcio arriveranno sicuramente investimenti molto importanti anche in Basilicata. Quindi è necessaria un’attività di controllo attenta. Servirà un’opera di prevenzione e quindi anche di intelligence sui finanziamenti in arrivo. Per farlo, più che nuove leggi e idee geniali, servono uomini capaci di farlo. Questo significa avere delle competenze e delle professionalità della materia. Certo la Dia può essere un importante aiuto in queste indagini ed in questi accertamenti. Non ho nessun segnale di accoglimento della proposta che abbiamo fatto, dai livelli che dovrebbero decidere, sull’istituzione della Dia in Basilicata. Però vedo che c’è un grande consenso tra le forze politiche lucane. Siccome l’antimafia non è né di destra né di sinistra, né di centro destra né di centro sinistra, siamo sicuri che questa situazione potrà aiutare lo sviluppo dell’iniziativa». Sull’isola felice o presunta tale. «La Basilicata  aggiunge il magistrato, Curcio  è come le altre regioni italiane. È una regione del Sud che ha gravi difficoltà nello sviluppo economico ed in cui ci sono sacche di criminalità molto pericolose». Infine sul tribunale di Melfi. «Ribadisco che la mia idea è quella di potenziare le strutture esistenti e di non disperdere in mille rivoli quelle poco che ci sono. Quindi potenziamo il tribunale di Potenza, quello di Matera e quello di Lagonegro. Facciamo funzionare al meglio questi tribunali anziché ricominciare da capo in un posto dove non c’è più un presidio».

L’EVOLUZIONE DELLE MAFIE CON LA PANDEMIA

Al convegno di Potenza era presente anche don Marcello Cozzi da sempre impegnato nella lotta a tutte le mafie. «Bisogna capire cosa intendiamo per isola felice spiega il prelato e se per isola felice in tempi di pandemia diciamo che qui non c’è Covid, ebbene questa è una grandissima bugia perché la Basilicata non è un’isola felice. Se ci riferiamo invece all’aggressione mafiosa, che è una cosa altrettanto seria, bene allora occorre affermare che da tantissimi anni andiamo dicendo che dobbiamo stare molto attenti. Oggi ancora di più occorre stare con le antenne drizzate in questo tempo di post pandemia perché le mafie, anche in Basilicata, si sono evolute e non hanno più coppole e lupara ma sono in giacca e cravatta. I fiumi di soldi che arriveranno dall’Europa saranno intercettati dalle mafie e da esse sono già attenzionati. Ecco perché bisogna stare molto attenti. Serve un impegno quotidiano anche delle pubbliche amministrazioni. Le persone che lavorano in quegli uffici di competenze devono essere ben allertati e addestrati ad intercettare qualunque messaggio che in questo momento ci dice di infiltrazione mafiosa negli apparati amministrativi. Dal versante della politica e dell’amministrazione pubblica non è il momento di sottovalutare né di minimizzare l’emergenza. La pandemia ci ha insegnato e ci ha fatto prendere coscienza che questo è un mondo globalizzato in tutto. È un mondo globalizzato con i virus ma è globalizzato anche dalle mafie. Bene, anche l’economia è globalizzata. Prendiamo conoscenza di questo e poi in Basilicata incominciamo a chiamare le cose per nome e diciamo che la mafia in questa nostra regione c’è eccome ed e’ presente come ci confermano le ultime inchieste giudiziarie. Stanno già studiando le risorse finanziare in arrivo quindi ora il è il momento della massima attenzione».

OCCHI PUNTATI SUL RECOVERY

Il massimo rappresentante del Governo in Basilicata. «L’argomento di questo convegno è molto importante conferma il Prefetto della provincia di Potenza, Annunziato Varde’  ed partecipanti sono autorevoli. Così avr-mo degli spunti molto interessanti per rafforzare l’impegno antimafia che in questo momento deve essere profuso appieno, ognuno per quanto di propria competenza. Dobbiamo mettercela tutta per evitare che l’intervento massiccio dello Stato con il PNNR e con altri strumenti finalizzati al rilancio dell’economia possa essere salvaguardato dai tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata che sicuramente ci saranno. Le inchieste delle nostre Procure ci rendono consapevoli queste pericolose infiltrazioni non solo ci sono ma senz’altro aumenteranno con la concretizzazione di questi interventi economici strutturali».

UN MOMENTO STORICO DA GUARDARE CON FIDUCIA

Infine il senatore del Movimento cinque stelle. «Anche attraverso lavori come questo spiega il senatore pentastellato Arnaldo Lomuti si tenta di tenere alta l’attenzione sulle infiltrazioni malavitose in Basilicata. Oggi lo facciamo qui dove si concentrano i pensieri di più personalità e di addetti ai lavori in base alla propria esperienza di vita. Penso a don Marcello Cozzi che ha speso anni di vita per contrastare le mafie nei nostri territori. Abbiamo un giornalista di inchiesta come Filippo Mele, il Prefetto Varde’ ed il procuratore Curcio, maresciallo dei carabinieri Maldarizzi che ha scritto un libro sullo scioglimento dei comuni per mafia. Trovo che sia importante parlare e discutere con persone di alto profilo non solo per discutere ma anche per trovare delle soluzioni semplici ed efficaci. È un momento storico molto particolare non solo per l’Italia ma anche per regioni come la Basilicata gli indici ISTAT portano all’ultimo posto nella classifica sul format della povertà. Se sbaglieremo ad investire queste ingenti somme di denaro che stanno arrivando per farci ripartire, allora potrebbe essere un errore molto grave che pagheremo per molto tempo, finendo col favorire paradossalmente la mafie più pericolose

 

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