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G20 MATERA, IL BENVENUTO DI AUTORITÀ E ISTITUZIONI AI MINISTRI DEGLI ESTERI

I big del Mondo hanno raggiunto la città dei Sassi sul treno delle Fal per poi scorgersi dalla bellezza di Palazzo Lanfranchi

MATERA. In ragionevole orario rispetto al programma di viaggio e con leggero scostamento dagli orari del cerimoniale, l’appuntamento del G20 con la ” Stazione di Matera Centrale” e con la “Storia” è stato rispettato! Avremmo voluto immortalare le sensazioni dei ministri alla loro discesa dal trenino FAL, ma l’inespugnabile perimetro di sicurezza intorno a Piazza della Visitazione ha impedito a fotografi e giornalisti di posizionarsi se non da angoli di visuale cieca. Qualche maligno ha subito pensato che forse ciò è stato escogitato per non far scoprire che non tutti i ministri hanno “democraticamente” viaggiato in treno e così si è cercato di “eclissare” gli obiettivi in stazione, ma, illazioni a parte, ciò che conta è che, tra sirene spigate, cortei di auto blu super accessoriate, voli radenti di elicotteri, servizi segreti in allerta massima, tutti i ministri sono arrivati sani e salvi a Palazzo Lanfranchi dove, nota curiosa, non si sa se per un simbolico gesto in cui i potenti hanno deciso di mostrare umiltà o solo per mere esigenze di sicurezza, tutti i super ministri sono entrati dall’ingresso laterale e i loro attendenti e il personale diplomatico dal portone “trionfale”. Se questo è l’inizio è davvero incoraggiante perché significa che i “Grandi” della terra nel dibattere sui temi mondiali in oggetto nella prima sessione mattutina, vale a dire multilateralità e globalizzazione come chiavi di svolta per il futuro post pandemico, lo hanno fatto mettendosi realmente nei panni dei comuni cittadini a cui spesso l’ingresso nel mondo del lavoro e l’accesso ai beni primari di sussistenza risulta irrimediabilmente negato.

Le ministre donne indicano la “strada” verso la multilateralità e la multietnicità

Intercettare uno ad uno i ministri e le ministre al loro arrivo ufficiale a Palazzo Lanfranchi, è stata una vera impresa dato l’impressionante servizio di scorta e sorveglianza che si stringeva attorno alle varie celebrità del mondo istituzionale mondiale. Ma una curiosità ci ha subito colpito: le ministre donne, seppur in decisa minoranza in seno al G20, solo 3 su 20 componenti, sono state le prime ad arrivare e poi mostrando grande senso di fairplay, hanno aspettato i signori uomini che se la sono presa un più comoda. Possiamo dire sin da subito che qualunque siano le risultanze del summit, senz’altro un “new trend” è stato già ufficialmente stabilito, e cioè che non sono più le donne che fanno aspettare gli uomini, ma viceversa. Descriviamo dunque della gentilezza e la finezza nel portamento e nei modi garbati della ministra indonesiana Retno Marsudi. La disarmante semplicità della sudafricana Grace Naledi Pandor, vestita di un peplo di cotone azzurro, ma dotata di un incedere determinato proprio come la sua lotta contro l’apartheid. Subito dopo alla spicciolata sono arrivati i ministri asiatici, Giappone e Corea; poi è stata la volta del Regno Unito e quindi Francia, poi il Ministro dell’Unione Europea Borrell che ha indugiato per alcuni minuti mettendosi in posa, come un “provetto attore hollywoodiano” davanti a riflettori e macchine fotografiche e poi scherzando ha detto: “Mascherina o non mascherina”. Un “No” generale è stata la risposta. Scortatissimo Blinken a metà degli arrivi; dopo di lui Giapppne, Arabia Saudita, Turchia e Francia.

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