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UN GENERALE NON VALE L’ALTRO

La provocazione lanciata da Di Consoli apre il dibattito per il successore di Bardi

Non è solo una provocazione quella scritta da Andrea Di Consoli ieri su questo giornale.
L’idea che il generale Figliuolo possa essere il riferimento pragmatico della politica futura della Regione Basilicata nasce in realtà da un bisogno diffuso che avvertiamo tutti noi: quello cioè di avere una buona logistica amministrativa in questi anni che ci attendono di ricostruzione post bellica (ammesso che la guerra sanitaria sia finita, ma da qualche giorno sembra proprio no).La Basilicata, dopo decenni di monocrazia di quel sistema di alleanze, spesso consociativo, uscito sconfitto alle scorse elezioni aveva sperato che il generale Bardi, voluto dal Cavaliere, portasse quel cambiamento che non c’è stato. Non è mai responsabilità di uno solo. Ma quell’empatia rassicurante e dialogante con la comunità lucana a lungo attesa non si è creata. La vera strategia dei “nuovi”, dall’insediamento ad oggi, è stata più che potenziare l’esistente che non era tutto da buttare, smontare tutto quello che già avevano costruito i predecessori. Con forti resistenze in questa transizione tra vecchio e nuovo che si è ridotta al solito balletto di nomine. E a nuovi consociativismi all’orizzonte. Uno spettacolo piuttosto opaco che ci dice che il centrodestra “ha imparato in fretta”, bruciando in pochi mesi le tappe di quel rapporto sentimentale con i lucani che il centrosinistra aveva (almeno) liquefatto in molto più tempo. La verità è che oggi, in questo tempo di transizioni, così come dovremmo sforzarci di credere razionalmente nella neutralità tecnologica, dovremmo vocarcise non alla neutralità ideologica, a una giusta mediazione tra le varie spinte della nostra società, senza massimalismi, con molto senso pratico e fattuale, difendendo un sistema di valori universali. Per questo l’uomo della logistica dei vaccini è una prospettiva interessante. È interessante la tipologia alla quale cominciare a pensare. Perché abbiamo bisogno, in questa regione che è straordinaria se solo ci accorgessimo che è, appunto, straordinaria, di mettere un mattone sull’altro, di far funzionare un’amministrazione spesso pigra e riluttante, di attuare un pro-gramma (moderno, ecologico, digitale, solidale) che abbia tappe che noi cittadini possiamo monitorare.
Un generale che tutto sommato porta con orgoglio la sua divisa e riesce a parlare con i cittadini, al posto di un altro generale che la divisa non la porta più ma non riesce a parlare la stessa lingua di chi lo ha scelto.

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