POTENZA. Ha alzato un vero e proprio polverone la provocazione lanciata, nell’edizione di ieri di Cronache Lucane, da Andrea Di Consoli su Lettere Lucane di immaginare il generale Figliuolo (commissario dell’emergenza Covid) a capo della Regione Basilicata nel prossimo futuro.
Dalla sua Figliuolo ha certamente le radici profondamente lucane, nato e cresciuto a Potenza prima di entrare in Accademia Militare, conosce bene la storia della nostra regione. L’essere andato via giovanissimo lo rendere però l’ennesimo emigrante che della Basilicata probabilmente ne ricorda solo i pregi, lontano però anni luce dai problemi quotidiano che attanagliano questa regione e chi ci vive. Il mondo politico e non ha detto la sua sulla provocazione di Di Consoli che certamente oggi è sentita più che mai, con una regione che fa i conto con una emergenza sanitaria ancora in corso e anche perchè a capo della Regione nelle vesti di presidente vive già l’esperienza di essere governata da un generale, Vito Bardi. La voglia dei cittadini di un profondo rinnovamento che ponga le basi dalla società civile senza però di scostrarsi troppo da chi sa davvero tenere in mano le redini del comando potrebbe incarnare in Figliuolo l’alternativa giusta. C’è però da dire che proprio su questi presupposti è nata la candidatura del generale Bardi che ad oggi sembra essersi solamente tramutata nel dirigere la Regione come una Caserma, lontana anni luce da quel cambiamento tanto auspicato dai cittadini. La voglia di vedere in un soggetto della società civile il perfetto leader da porre al comando può ancora rappresentare un’ancora di salvezza per il rinnovamento oppure c’è bisogno che la politica ritorni tra le persone e punti a una nuova classe dirigente capace di trattare con alleati e rap-presentanti delle istituzioni senza dare semplici ordini?

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