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IL RAPPORTO DI BANCA D’ITALIA E LA POLITICA DEGLI STRUZZI

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A sfogliare il tradizionale rapporto annuale sull’economia regionale che Banca d’Italia ha presentato l’altro giorno si rimane davvero ghiacciati dal quadro recessivo in cui è precipitata la Basilicata. Ora non per togliere facili alibi alla politica è vero che la pandemia ha inferto colpi d’ala terribili alle Regioni, aggravando la natura delle loro complicazioni e delle loro disparità, ma non tutte sono rimaste impallinate allo stesso modo e con la stessa perfomance di scala negativa. Sarà per una fatale coincidenza del caso o come meglio crediamo soprattutto per la colpevole inerzia di un centrodestra sottovuoto e sempre più impagliato dalle prolungate assenze istituzionali del suo settantenne leader Vito Bardi, ma la Basilicata ci ha rimesso più del dovuto e più di tutte le altre, facendo praticamente incetta di statistiche al ribasso d’ogni genere. Eppure nemmeno la povertà più alta, lo spopolamento più consistente ed il pil più basso d’Italia riescono a provocare sussulti di coscienza e d’azione quanto invece a celebrare la politica degli struzzi. Ha scritto Lev Tolstoj: “Non siamo struzzi e non possiamo credere che se non guarderemo, ciò che non vogliamo vedere non esisterà più”.

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