LA REGIONE DÀ RAGIONE A CRONACHE CHIESTO LO STOP DEI LAVORI AL CARRUBO
MARATEA Sul cemento a Fiumicello da via Verrastro tuonano: «Non è tra le opere eseguibili in assenza di autorizzazione paesaggistica»
POTENZA. Sui lavori al Carrubo di Maratea Cronache Lucane ci aveva visto lungo. Dopo che la Soprintendenza delle Belle arti aveva chiesto di soprassedere sui lavori, segnalando l’assenza di autorizzazione paesaggistica, avviati dal Santavenere dopo i nostri articoli per fare chiarezza sulla documentazione, adesso è la Regione Basilicata a scendere in campo chiedendo la sospensione dei lavori sull’aria che potrebbe essere messa anche sotto sequestro.
Su disposizione dell’assessore regionale, Gianni Rosa, funzionari dell’Ufficio Urbanistica e Pianificazione territoriale del Dipartimento Ambiente hanno effettuato un sopralluogo per verificare la conformità dei lavori alla normativa in materia di autorizzazioni. Il sopralluogo ha rilevato che «la struttura, oggetto della contestazione, non ha le caratteristiche per essere ricompresa tra gli interventi che non richiedono l’autorizzazione paesaggistica per la loro esecuzione».
«La “struttura temporanea esterna” non è assimilabile a tale categoria per le dimensioni (circa 1000 mq), per le modalità di realizzazione, in quanto l’ancoraggio al suolo con plinti di calcestruzzo prefabbricati non ne consentirebbe una facile rimozione o spostamento, oltre che per l’esecuzione di ulteriori interventi di sistemazione dell’area, come documentato anche da organi di stampa. Né tanto meno si è in presenza di interventi di “lieve entità” o definiti “minori, privi di rilevanza paesaggistica”, per i quali sono richieste autorizzazioni anche se semplificate» precisa la Regione.
Mentre da via Verrastro, dopo sollecitazioni, giungono i primi segnali per tutelare le bellezze della Perla del Tirreno rendendosi conto anche della gravità dei fatti sconcerta l’impassibilità della Polizia Locale di Maratea che in realtà sarebbe già dovuta intervenire. Cosa si aspetta ancora? Cronache Lucane continuerà a mantenere alta l’attenzione nonostante qualche tentativo di “imbavagliamento”. I gestori della struttura hanno ben pensato di far scendere in campo l’artiglieria pesante, facendo inviare dallo studio Previti una diffida alla redazione a pubblicare altri articoli. Una diffida che ha il sapore amaro di chi poco conosce il territorio lucano e le rare bellezze che lo contraddistinguono ma che si arroga comunque il diritto di puntare il dito contro i numerosi lucani che si battano affinché ci siano i miglioramenti al territorio e alle strutture ma purchè vengano eseguiti nel rispetto di territorio e leggi. Così lontani dal territorio che ci circonda e di cui facciamo parte da anni, come la stessa testata di questo giornale lo dimostra, che addirittura contestano a Cronache Lucane di non aver pubblicato il diritto di replica del Dott. Paolo Barletta, a capo del gruppo che si occupa dell’hotel Santavanere. Ebbene precisare che la realtà del nuovo gruppo a capo dell’hotel Santavenere pare essere lontana anni luce dalle situazioni lucane tanto da non essersi accorti di non aver inviato alla redazione giusta, e cioè a quella di Cronache Lucane, nessuna nota in merito. E come se non bastasse è stata destinata a un certo Direttore Leccese che nulla ha a che fare col nostro quotidiano. Eppure il nome del direttore è facilmente reperibile sulle pagine del quotidiano in ogni singola edizione. Altroché quindi far passare i giornalisti di questa testata per coloro che non conoscono il territorio e che vorrebbero nuocere all’apparto sociale ed economico della Perla del Tirreno. Una uscita a vuoto potremmo definirla anche peggio di quella della Federazione dell’Assoturismo Confesercenti di Maratea dell’altro giorno che ha tuonato senza cognizione di causa di essere colpevoli di «Illazioni non comprovate dalla realtà». Siamo certi che chiunque ami il territorio lucano come noi avrà inteso che il nostro unico scopo era quello di proteggere l’ambiente, dare voce ai cittadini preoccupati e far vigilare le autorità preposte affinchè tutto si svolgesse secondo legge. Oggi siamo speranzosi che chi doveva difendere il proprio territorio, al di là degli interessi, si ricreda delle nostre azioni e prenda in esame il verbale della Soprintendenza e della Regione per dare il giusto valore a questa situazione.