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LA FIBROMIALGIA E IL DOLORE CRONICO NON ONCOLOGICO: MALATTIE INVALIDANTI

Ospite di “Doctor” su Cronache Tv, Antonio Giardina dell’unità di Terapia del dolore cronico dell’Aor San Carlo di Potenza

Il dolore cronico, la terapia del dolore non oncologico e il trattamento della fibromialgia sono stati gli argomenti al centro della puntata di “Doctor”, la trasmissione medica in onda su Cronache Tv e condotta dalla giornalista Eliana Positano. Ospite il Dott. Antonio Giardina, responsabile dell’unità operativa semplice dipartimentale di Terapia del Dolore dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza nonché componente del comitato scientifico nazionale sulla fibromialgia. Il dipartimento presente presso l’azienda sanitaria potentina è un hub di secondo livello ed è punto di riferimento regionale per la cura del Dolore cronico non oncologico che è legato prevalentemente a patologie che interessano l’apparato muscolo scheletrico e, a seconda della sua intensità, può compromettere le attività quotidiane del soggetto sofferente.

IL DOLORE CRONICO NON ONCOLOGICO: COS’È?

È un dolore che persiste ben oltre i tre mesi e che è associato a malattie croniche come il diabete, l’artrite, la fibromialgia o una neoplasia. Come ha specificato il Dottor Giardina, va distinto il dolore acuto dal dolore cronico che persiste per mesi o addirittura per anni e può avere diversa eziologia dal punto di vista muscolo-scheletrico e neurologico portando anche ad una limitazione delle attività quotidiane del paziente. Fondamentale il ruolo del terapista del dolore, ovvero un anestesista rianimatore in grado di gestire alcune procedure invasive e mini-invasive, comprendere l’origine del dolore dall’anamnesi del paziente, studiarne la sintomatologia, leggere le indagini diagnostiche e impostare la conseguente terapia. Le patologie principalmente trattate in terapia del dolore sono legate a problematiche osteoartrosiche non risolte dalla farmacologia prescritta dalla medicina di base. Inoltre, tra i problemi più diffusi, la lombalgia, la lombosciatalgia, la cervicalgia e i disturbi cronici della colonna verticale. Le patologie osteoarticolari, quindi le più invalidanti, non sono sempre trattabili chirurgicamente per età avanzata o condizioni cliniche del paziente dovute anche alla presenza di altre problematiche ma va comunque assicurata una vita dignitosa senza dolore anche perché l’età degli affetti da dolore cronico si è di molto abbassata ed in tanti casi si ha una situazione invalidante.

LA LEGGE 38 DEL 2010 TRA CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE

La terapia del dolore e il dolore cronico sono inseriti nella legge 38/2010 recepita dalla regione Basilicata che ha avviato nel 2013 una rete di cure palliative. Secondo normativa, ogni ospedale dovrebbe avere un ambulatorio dedicato alla materia ma non tutti i nosocomi ne sono forniti. In Basilicata, invece, a breve ogni ospedale ricadente nelle competenze dell’A.O. San Carlo avrà un suo ambulatorio per la terapia del dolore. Con la legge 38 viene sancito infatti il diritto del paziente a non soffrire: la Regione ha creato una rete differenziata tra cure palliative per malati oncologici e terapia del dolore: un’idea che era già formata ma che la riorganizzazione del sistema sanitario nazionale del 2017 con l’accorpamento dei presidi e la pandemia da Covid-19 hanno rallentato. Il fenomeno è sempre stato però attenzionato dalla direzione strategica del San Carlo che oggi finalmente riesce a mettere in rete tutti gli operatori così che, in ogni ospedale, ci sarà un ambulatorio che permetterà di risolvere in periferia il problema, delegando alla struttura centrale il paziente non trattabile nei presidi limitrofi a quello del capoluogo. Il riferimento specifico è alle sedute chirurgiche da prevedere nel caso in cui non funzionino gli approcci infiltrativi e non siano risolutivi i blocchi periferici. Presso l’ambulatorio di terapia del dolore del San Carlo vengono effettuate attività infiltrative con corticosteroidei e acido jaluronico, viene effettuata la mesoterapia ovvero una tecnica iniettiva intradermica o ipodermica che stimola reazioni reflessoterapiche locoregionali.

LA FIBROMIALGIA: UNA MALATTIA SILENZIOSA

Tra i dolori cronici legati al comparto muscolo scheletrico, c’è una realtà fatta di incomprensioni, diagnosi non fatte, dolori non conosciuti o trascurati: la fibromialgia che è di pertinenza reumatologica. È una patologia che purtroppo molti medici di base non riconoscono considerandola una malattia immaginaria, forse anche frutto di una suscettibilità psicologica del soggetto affetto. Ma la fibromialgia è una malattia invalidante ed esiste davvero: non si accerta tramite esami di laboratorio ma essi potrebbero essere utili a scovare fattori legati alla malattia, come una carenza vitamina D o livelli elevati di calcio nel sangue. Nel paziente fibromialgico, ci sono dei parametri diagnostici che portano alla certezza patologica. Solitamente si avverte una dolorabilità diffusa ed estesa che per essere considerata fibromialgia deve interessare almeno 11 dei 18 tender points. Ma la fibromialgia non è solo dolore fisico: è anche perdita di sonno, disturbi dell’umore, astenia. Uno degli effetti, forse più deleteri della fibromialgia è data dal cosiddetto ‘fibro fog’ una sorta di nebbia mentale che rallenta le funzioni cerebrali. Il paziente ha una riduzione della lucidità, senso di confusione, diminuzione della memoria a breve termine ma anche difficoltà nell’apprendimento, difficoltà di concentrazione e problemi durante una conversazione con dimenticanza di quello che si voleva dire. Data la multidisciplinarietà della malattia si sta valutando la realizzazione di un Pdta che unisca più specializza-zioni mediche. Nel miglio-ramento dei sintomi della fibromialgia concorre spesso l’utilizzo di miorilassanti, ma la vera innovazione è l’uso della cannabis terapeutica, non di libera vendita ma prescrivibile solo dallo specialista. L’impiego legale in Italia si ha già dal 2006 e la Regione Basilicata, quanto all’utilizzo di cannabis terapeutica è all’avanguardia, avendone attivato la fornitura gratuita. In ogni caso occorre precisare che si arriva alla prescrizione della cannabis solo come quarta linea terapeutica così come previsto dalle linee guida ministeriali e solo dopo l’utilizzo di farmaci con diversi tentativi falliti e incroci tra loro. L’uso, che deve rispettare canoni precisi dettati dal Ministero della Sanità, garantisce risoluzione delle problematiche inerenti a controllo del riposo, contratture muscolari e dolore cronico. La trasmissione “Doctor” va in onda ogni domenica su Cronche Tv al canale 622 del digitale terrestre, in replica il martedì alle 15.00 e il venerdì alle 10 del mattino. Nella prossima puntata si parlerà di patologie otorinolaringoiatriche, anche pediatriche, con il Dottor Giuseppe De Cunto.

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