POTENZA. Al suo primo mandato come consigliere del Comune di Potenza, Rocco Bernabei si presenta con tutto l’ottimismo di chi crede ancora che la sua città può uscire dal quel guscio che ancora gli fa ombra. Non solo belle intenzioni, ma idee e progetti fattibili che diano risposte concrete in poco tempo alle esigenze dei cittadini. Bernabei, finito alla ribalta negli ultimi tempi per le questioni politiche che lo hanno visto abbandonare la Lega per approdare in Fratelli d’Italia in realtà più che un consigliere che affronta il suo mandato con il più classico approccio da “politichese” si presenta come l’uomo del fare. Mette subito in che, dopo l’anno duro della pandemia, «Potenza ora deve ripartire». Può farlo puntando su tre, quattro progetti facili da realizzare per costruire una «città a misura d’uomo, capace di guardare e soddisfare le esigenze dei cittadini e non quelle della politica».
Consigliere Bernabei, togliamoci subito la domanda più scomoda. Lei è stato eletto nella Lega, anche con un ottimo risultato. In corsa di mandato ha deciso, però, di uscire dal Carroccio e di approdare in Fratelli d’Italia. Come mai?
«Mi aspettavo questa domanda. Ci tengo subito a precisare che più che di politica a me interessa parlare della mia città, Potenza. Detto questo chiariamo che dietro il mio abbandono alla Lega non c’è nessuno strappo con nessuno consigliere o rappresentante di partito. Negli ultimi tempi però non condividevo più alcune alleanze che la Lega stava mettendo in campo e ho così deciso di approdare ad un partito che mi sembra decisamente più vicino ai miei ideali. In Fratelli d’Italia ho subito trovato accoglienza e rispetto delle idee altrui, un partito ben strutturato. Sono felice di aver cominciato questa nuova avventura, abbiamo in mente numerose idee con il mio gruppo. Voglio, però, comunque ringraziare i miei “ex” colleghi della Lega, con loro ho instaurato uno splendido feeling sin da subito, ma sono certo che al di la del partito di appartenenza riusciremo comunque a lavorare insieme per il bene della nostra città».
Messo da parte il capitolo politico, passiamo a quello amministrativo. Questo appena trascorso è stato un anno terribile a causa della pandemia da Sars Covd-19. Ora però è necessario guardare al futuro…
«È stato un anno terribile, appunto. E lo è stato ancor di più nella prima fase quando nessuno sapesse come affrontarlo, come gestirlo a livello sanitario, come affrontare economicamente quello che questa pandemia avrebbe portato. A distanza di oltre un anno abbiamo finalmente i vaccini che sono una speranza e possiamo cominciare a pianificare per il futuro. Potenza deve ripartire, puntando a un nuovo slancio economico e sociale. Ma non solo. Potenza deve puntare al “bello”». Che cosa vuole dire con «Potenza deve puntare al bello»?
«La nostra città ha numerose potenzialità, ma molte sono ancora inespresse (mi lascia passare questo termine). Rispetto ad altri centri d’Italia non ci manca nulla, negli anni però ci sono stati numeri abbandoni che hanno reso la nostra città non bella neanche davanti ai nostri occhi. Faccio un esempio, penso alla mancanza di pulizia nei quartieri, sui marciapiedi divelti e con le erbacce, le aiuole poco curate come anche i parchi cittadini. Ma cosa più grave i numerosi immobili abbandonati anche in modo pericoloso, questo lo dico anche da geometra visto che è il mio lavoro. Basta farsi già solo un giro nelle vie del centro storico per vedere immobili che sono fatiscenti, con qualche transenna approssimativa e oggettivamente brutti da vedere. Alcuni sono abbandonati credo da oltre 20 anni (se penso alla ex caserma dei pompieri di San Rocco). Serve un progetto per ridare dignità a questi edifici, molti potrebbero essere riutilizzati anche con un uso diverso dall’originale, in questo modo si darebbe nuova vita dando lustro alla città. Non sarà semplice: bisogna monitorare ogni singolo edificio, ogni angolo inutilizzato per metterne in risalto le potenzialità. Oltre agli edifici ci sono altre cose da tenere sotto occhio e da recuperare. Ho realizzato un book fotografico personale, in cui ci sono gradinate, prefabbricati e marciapiedi che vivono una situazione di abba-dono e approssimazione. È ora di intervenire».
Lei ha parlato del centro storico. Cosa si può fare?
«Il centro storico è il cuore della città. Ma è un cuore che batte a fatica, spompato da anni di indifferenza. È la sfida più importante da vincere. Il nostro poi, sarà perchè sono di parte, ma credo sia molto bello. Dobbiamo far ritornare i potentini a guardare con occhi diversi quello che una volta era il luogo per eccellenza in cui i cittadini si ritrovavano. Puntiamo non solo a renderlo più attrattivo incoraggiando e andando incontro alle esigenze dei commercianti della zona, ma iniziamo già noi come amministratori a viverlo maggiormente. Penso all’idea di far tornare numerosi uffici in centro storico, questo sembrerà banale ma metterebbe in moto una serie di conseguenze positive per far ritornare attivo tutto il centro». Consigliere Bernabei, torno su un punto che lei ha accennato: le attività commerciali. Come si possono aiutare?
«Qualche progetto in campo per sostenere le attività commerciali esiste già, su questo aspetto c’è un occhio particolarmente attento dell’amministrazione. La crisi ormai è sotto gli occhi di tutti, sarebbe impossibile far finta di nulla. La cosa a cui io punto e su cui sto lavorando è la costituzione di un’area artigianale. Potenza non ne ha mai creata una. L’area artigianale deve rappresentare un’opportunità per sanare carenza di spazi idonei in cui svolgere la propria attività di produzione, ma allo stesso tempo deve rappresentare sviluppo ed avvio di attività artigianali innovative, non presenti sul territorio comunale, nonché rappresentare un’occasione per ampliare e rafforzare le attività esistenti. Basti pensare che forse non si è neanche mai fatto un censimento delle attività artigiane presenti in città. Non si è mai chiesto quanti di questi artigiani non hanno uno spazio in cui svolgere la loro attività. Perciò perchè non dare loro l’opportunità di confluire tutti in un’unica area?»
Lei prima che un consigliere comunale è un geometra. Mi verrebbe da chiederle se ha mai fatto i “raggi X” alla città.
«Da cittadino e soprattutto da geometra anche io vedo le cose che non vanno. Come tutti cammino, guido e vivo a Potenza. Certo come consigliere ho anche il compito non solo di segnalare le cose che non vanno ma anche di verificare che si ponga rimedio. Ultimamente ho avviato una serie di sopralluoghi ai viadotti presenti a Potenza. Dopo alcune segnalazioni mi sono recato in diversi posti per verificare la situazione. Ho visionato il viadotto sopra l’Italtractor, quello che unisce rione Francioso a rione Lucani, ma anche quello che sovrasta la ferrovia a rione Lucania. Per ognuno di questi servirebbe certamente una sistemazione. Con l’assessore competente abbiamo anche attivato una interlocuzione per verificare se esistono le condizioni, ol-tre che i fondi necessari, per una riqualificazione di queste opere». «Sarà la deformazione professionale ma per rendere una città sicura vanno fatte come sempre analisi scrupolose, diagnosi e poi sistemazioni. Ci sono certamente cose un pò più “piccole” che potrebbero essere sistemate in tempi più rapidi rispetto a queste opere più importanti che richiedono maggior tempo. Una prima “diagnosi” però potrebbe essere fatta da una “squadra di pronto intervento”. Ho presentato anche una mozione su questo tema. L’obbiettivo è quello di ripristinare con una “squadra di pronto intervento”, a cui i lavori sarebbero sempre affidati tramite contratto di gara, delle manutenzioni esterne. Costituita non solo da operai ma anche da professionisti del settore, ad ogni chiamata saprebbero già come intervenire su determinate problematiche, verificando la situazione e ripristinare il tutto (sempre secondo la natura del problema) in poco tempo. In questo modo, invece di aspettare il sopralluogo dei tecnici del Comune, ad esempio della Protezione Civile e così via, che nell’immediato possono solo transennare l’area a rischio, per poi trovare una ditta a cui affidare i lavori, si salterebbe uno step. Dopo il sopralluogo questa squadra di pronto intervento saprebbe già come muoversi e avviare i lavori. I tempi di attesa si abbatterebbero notevolmente».
Di lavori in città però ultimamente se ne cominciano a vedere molti…
«Si. L’assessore Pernice ha avviato la sistemazione dell’asfalto in numerose aree della città. Di pari passo con i lavori sulle arterie cittadine, io sto puntando a chiedere anche la sistemazione dei percorsi pedonali. Bisogna entrare nell’ottica che in una città non esistono solo gli automobilisti ma anche i pedoni. Tra loro ci sono soprattutto i diversamente abili che vanno tutelati. Bisogna pensare a una città che abbatta le barriere architettoniche. Servono marciapiedi più larghi, decisamente privi di ostacoli e non fatiscenti. Anche questo deve far parte di un nuovo sistema della mobilità. Come consigliere comunale ho potuto partecipare alla splendida iniziativa di una “passeggiata al buio” nel parco dell’Europa Unita. Ci siamo resi conto delle numerose difficoltà e paure a cui vanno incontro in non vedenti. Anche una piccolissima imperfezione sul marciapiede per loro, e non solo, è un vero problema che va risolto. Anche le semplice erbacce che non vengono pulite sul corso pedonale costituiscono un ostacolo. Bisognerebbe reinserire nei quartiere la figura del netturbino. Per due tre giorni a settimana servirebbe una pulizia approfondita nei quartieri, a partire dalle zone pedonali. Sarebbero stesso loro poi a segnalare al Comune anche pericoli o smottamenti che si sono creati. Al giorno d’oggi bisogna essere attenti alle esigenze di tutti».
Consigliere Bernabei sembra avere molte idee, alcune anche facilmente realizzabili. Crede che Potenza sia in grado di poter rispondere almeno a qualche esigenza dei cittadini?
«Sono una persona fiduciosa, ma allo stesso tempo pragmatica. C’è servito del tempo per assestarci perchè in Consiglio comunale, a partire da me, ci sono numerosi volti nuovi, la città usciva da un dissesto, c’è stato il Covid… tutte cose da non sottovalutare ma ora bisogna puntare su alcuni progetti, non tantissimi, e portarli avanti per il bene della città».