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«Puntare su donne e giovani al fine di creare equilibrio e stabilità nel mercato del lavoro»

Intervista a Gentile (Confartigianato). Tra i temi, ripresa attività produttive, brand piccoli borghi, lavoro agile e risorse “Next Generation Eu”

MATERA. C’è un nuovo termine post pandemico che da un pò di tempo circola nel mondo del mercato del lavoro ed è “mismatch” vale a dire il disequilibrio che si verifica tra la domanda e l’offerta. Il bollettino mensile del “Sistema informativo Excelsior” ha di recente fornito dati che dicono che e nei prossimi mesi ci sarà senz’altro una ripresa  e quindi un aumento della domanda nei settori del turismo e in quello manifatturiero materano, ma resta ancora bassa la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento di figure professionali più qualificate e le professioni più specializzate sono proprio quelle che scarseggiano di più. Cronache Lucane sempre sensibile a certi temi, ha intervistato in merito Rosa Gentile, Presidente di Confartigianato Matera, componente della “Giunta Nazionale di Confartigianato Imprese” e Presidente del “Comitato imprenditoria femminile” della Camera di Commercio di Basilicata.

Cosa ci dicono i segnali che vengono dal mondo del lavoro?

«I segnali, seppure non accentuati sono chiaramente dei segnali di ripresa e c’è la voglia di conoscere il sistema e di partecipare a una ripresa economica. Ricevo telefonate da parte di donne e giovani che vogliono mettere su attività e che pensano al loro futuro e questo secondo me è già un bel segnale. Noi stiamo cercando di lanciare dei messaggi positivi sebbene ciò non basta, perché occorre creare degli obietti-vi puntati soprattutto ai giovani per definire nuove opportunità e quindi guardare anche a sistemi di istruzione più moderni per cercare di far emergere i talenti e l’ eccellenza che possono venir fuori nei mercati di nicchia collegati soprattutto all’ artigianato».

Quali gli effetti collaterali del “mismatch”? «Per quanto riguarda questo “mismatch”, è un pò quello che accade qui a Matera, allorché i ristoratori ad esempio non trovano il personale. Beh!, certo anche lì si è cercato di denunciare un fenomeno che ha avuto ripercussione sui social della città dei Sassi con molti attacchi del tipo “Vogliono il personale e allora lo devono pagare come si deve!”».

Come sta gestendo la situazione Confartigianato?

«Intanto si parte dal presupposto che chi opera in tema di rappresentanza come facciamo a noi, si siede ai tavoli per i contratti, per cui la prima cosa per noi è la legalità e la trasparenza nell’esercizio delle attività. Poi è chiaro che delinquenti ce ne sono in tutti i settori e si cammina con questa logica».

Cosa origina questi scompensi lavorativi? «Io credo che oggi siamo nelle condizioni in cui il mercato del lavoro sta cambiando perché vengono richieste nuove figure professionali. Ci sono ben 19 nuovi tipi di attività che sono più specialistiche anche rispetto ai nuovi sistemi del mercato del lavoro e noi abbiamo la necessità di ridurre questo divario tra le competenze e quello che il mercato richiede e provvedere all’ adeguamento tra domanda e offerta». Ottimo punto di partenza, ma da dove cominciare?

«Dalla scuola. Non a caso nei nuovi piani di resilienza viene dato spazio agli ITS “Istituti tecnici Superiori”, proprio per dare la possibilità di avere un mondo del lavoro che non sia basato sulla teoria ma che vada nella direzione della pratica».

Può esplicare questo concetto?

«Certo! Avere un giovane già formato e qualificato, sicuramente per un imprenditore e per l’impresa stessa è un motivo di vantaggio, ma se non ci sono questi  elementi l’imprenditore nel momento in cui assume un giovane per formarlo investe tempo, danaro, professionalità e questo poi diventa un costo che non è detto che rimanga all’interno dell’azienda perché poi una volta che il personale si qualifica magari entra nel mercato del lavoro abbandonando proprio l’impresa che ha contribuito a formarlo». Come si ovvia a questa trasmigrazione?

«Noi in questo momento stiamo avendo dei colloqui costanti con il presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato di Matera e proprio in questo periodo anche il presidente nazionale dei giovani che è molto attivo dal punto di vista proprio innovativo e tecnologico, e ai tavoli di discussione si afferma che, proprio perché oggi nei nostri sistemi si chiedono nuove competenze, noi dobbiamo cavalcare l’onda per creare nuovo lavoro per i nostri giovani e nuove opportunità in altre dinamiche».

Che ne sarà del cosiddetto lavoro “agile” a fine pandemia?

«Diciamo che il lavoro “agile” è intervenuto nel momento di disagio dell’emergenza sanitaria e di fatto rappresentava la soluzione determinando percorsi diversi anche rispetto ad alcune categorie, escludendone per necessità di cose altre; immaginiamo per esempio un artigiano che opera con la manualità non può appartenere a questo tipo di sistema».

Tornando ai giovani. Ci sono iniziative concrete che li riguarda?

«Le risorse della “Next Generation Eu” ci indicano che bisogna invertire la rotta per creare la fiducia nelle nuove generazioni perché quello che il lockdown ci ha costretti a fare è guardare dentro di noi e vedere cosa possiamo mettere in campo per reagire a una crisi e nelle dinamiche proprio strutturali e intervenire laddove è venuta meno la fiducia tra i giovani e il territorio, è venuta meno la fiducia nei confronti delle programmazioni però c’è voglia di competere per cui oggi si cercano figure di riferimento».

E le piccole realtà economico-territoriali? «Occorre partire dall’identità e il valore dei nostri borghi come Brunello Cucinelli ci ha insegnato. Si può fare impresa in un paesino sperduto ma il brand tiene, perché ha la tracciabilità del prodotto e del made in Italy cosa che prima non avremmo mai immaginato perché per noi mercati significava stare in un contesto dimensionale più grande e ora abbiamo capito che le regole del mercato sono variabili e questo talvolta può rappresentare delle opportunità soprattutto per i nostri giovani e le donne». Matera può essere trainante per le piccole realtà periferiche?

«Matera rappresenterà la porta d’ingresso non solo per se stessa ma anche per i territori, le coste. Io credo che questo sia il momento buono per le nostre attività turistiche ricettive perché la gente ha bisogno di venire a vedere il nostro ambiente, il nostro territorio che offre davvero di tutto dal mare ai musei, dalla natura ai parchi letterari. Credo che nei mesi estivi se l’emergenza continua a calare le condizioni di maggiore sicurezza ci apriranno le porte a un bel turismo di ripresa».

Turismo che vorremmo durasse tutto l’anno. «Credo nella possibilità di riuscire anche a destagionalizzare la proposta turistica locale proponendo attività collegate allo sport, all’ambiente, alla nostra enogastronomia, alla possibilità di utilizzare tutti i percorsi di cui Matera e la Basilicata sono davvero ricche ma per fare questo bisogna un pò invertire la rotta: noi abbiamo tante città d’arte in Basilicata e tante attrattive; bisogna solo far capire ai “sistemi” di accoglienza che tutto si può mettere in rete per rispondere alle esigenze e quindi tracciare quel trend positivo in cui tutti quanti auspichiamo».

Un’anteprima sui nuovi progetti?

«Ci sono molti colleghi da tutta Italia che mi stanno chiamando perché vogliono venire a Matera, vogliono conoscere le nostre coste e io sto fornendo anche contatti per gli appuntamenti estivi. Stiamo lavorando a un “Festival della sostenibilità” per il mese di settembre e stiamo preparando anche il premio letterario “I Sassi” che si terrà a Matera a fine ottobre. Stiamo lavorando proprio come associazione di categoria e Confartigianato sta investendo in ciò, perché credo che questo sia il momento in cui tutti quanti dobbiamo insieme cercare di animare il territorio per far sì che la gente trovi oltre all’offerta dell’accoglienza anche un territorio pronto a condividere ed accogliere: è un fatto culturale che dobbiamo esprimere ai massimi livelli».

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