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QUANTA ARTE NASCOSTA ANCHE NEI GESTI PIÙ SEMPLICI

Lettere lucane

Se scrivi un libro ti lodano, se fai un film ti ossequiano, se scrivi una canzone ti ascoltano, se fai un quadro ti ammirano, ma se fai un lavoro “a regola d’arte” quasi sempre passi inosservato. Entrai a lavorare in falegnameria a undici anni, nel 1987; andavo a imparare il mestiere da un grande falegname del mio paese, ‘zu Vicenzo ‘u prevete – era severissimo, ma era un “mastro” vero. Parlava pochissimo ed era burbero; eppure da un “tavolone” era capace di tirare fuori porte e finestre di una bellezza sobria ed elegante. Ma c’è una bellezza anche in chi sa potare, tosare una pecora, pulire una casa, dipingere una parete, coltivare un campo, aggiustare un motore, stendere una perizia, ecc. Ma se fai queste cose “normali” “a regola d’arte” nessuno ti loda, nessuno lo ricorda, nessuno ci fa un articolo e nessun libro ne parla. Nella mia vita ho scritto molte pagine – e per queste pagine, in linea di massima, ho ricevuto qualche lode – ma io ho fatto tante altre cose, nella mia vita, e a volte mi sono anche riuscite bene, ma il mondo non ha nessuna attenzione per le cose ben fatte e ben riuscite che non hanno un’aura artistica. Il mondo è pieno di persone che fanno cose bellissime sia pure “semplici”, ma se sai usare come dio comanda un’accetta o stirare bene una camicia, quella cosa viene data per scontata, e nessuno si meraviglia. Io invece ci faccio caso, all’arte che si nasconde nelle cose semplici e un po’ anonime che ogni giorno facciamo. Per esempio mi piace ammirare mio padre che modella con le mani i prosciutti e le pancette, oppure osservare i meccanici quando riescono a individuare il difetto tra tutte quelle valvole e tutti quei fili ingarbugliati. C’è più arte nel mondo di quanto pensiamo: pure saper piegare i panni può svelare una bellezza inaspettata, pure piantare un chiodo a colpo sicuro in bilico su un ponteggio.

diconsoli@lecronache.info

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