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Buco Cotrab, fu tutta una bolla di sapone Altro che 18milioni €, sentenza ribaltata

Per l’ex sindaco Santarsiero, 2 dirigenti e 7 assessori la Corte dei Conti rivede il processo restano in piedi pochi spicci: poco più di un milione

POTENZA. È stata depositata la sentenza della Corte dei Conti Centrale che riguarda un presunto “buco” da 18 milioni di euro nelle casse del Comune, provocato dall’ultima parte della gestione Cotrab del trasporto pubblico locale, durata dal 2006 al 2015. Una sentenza che dai 18milioni di euro chiesti inizialmente si riduce drasticamente a circa 1milione e 400mila euro.

Per l’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, due ex dirigenti dell’ente e i sette membri delle giunte si può parlare praticamente di assoluzione. La Corte dei Conti Centrali ha di fatti ridotto il caso a una sorta di “multa” che alla fine ha più il sapore di non certificare una sconfitta della corte di Appello. Forse chi ci aveva visto davvero bene era stata la Corte dei Conti di Basilicata che li aveva assolti del tutto. I magistrati contabili lucani avevano assolto l’ex sindaco e altre 20 persone a dicembre del 2017 ritenendo che «non ci sarebbero condotte tali da prefigurare idonea capacità produttiva del danno, non adeguatamente provato. Non si sarebbero altresì presentati tratti di superficialità e incuria amministrativa ne tantomeno sarebbero rilevabili elementi comparativi tra i costi del Cotrab e quelli dell’attuale gestore Trotta Bus». Ad ogni modo la revisione del processo con un taglio così enorme è il sintomo che è stato tutto una grande bolla di sapone.

LE PAROLE DI SANTARSIERO

Ad annunciare l’esito della sentenza lo stesso ex sindaco del capoluogo lucano Vito Santarsiero che tramite un post social spiegata punto dopo punto i diversi passaggi della sentenza. Santarsiero però precisa: «Restiamo in attesa del ricorso in Cassazione convinti della correttezza del nostro operato».

«La sentenza accoglie  parzialmente la richiesta di revocazione con condanna del Sindaco, 7 membri della giunta e di due dirigenti, a complessivi  1.438.667€ spiega l’ex primo cittadino.  Ricordiamo che a fronte di una richiesta iniziale di condanna della Procura Regionale per 18.641.645€ vi era stata la piena assoluzione da parte della Corte Dei Conti di Basilicata e una successiva condanna in secondo grado da parte della Corte Centrale ,su ricorso della Procura Lucana, per 5.345.763 €» .

«Dopo essere state  annullate tutte le molteplici accuse della Procura , la Corte , con tale ultima sentenza, ha contestato alla giunta l’adozione della delibera n. 156 del 3/10/2013 con la quale si modificava il Piano del Trasporto Pubblico Urbano approvato nel dicembre 2010 (che aveva previsto una riduzione di 404.140 km). Tale modifica del Piano 2010 avvenne su sollecitazione del Consiglio Comunale , della competente Commissione ( che dedicò alle modifiche oltre 15 sedute) , dei Sindacati e della stessa cittadinanza che contestavano tutti la inadeguatezza del Piano 2010 che era, nel contempo, entrato in funzione  continua. Occorre sottolineare che le modifiche approvate con la delibera contestata furono successivamente attuate solo  dopo l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio Comunale che deliberò sia la posta finanziaria necessaria sia l’indicazione programmatica di attuare il “ Nuovo Programma di Esercizio”. Nella attuale Sentenza di condanna è peraltro detto “ le modifiche introdotte con il piano varato nel 2010 e la contrazione del servizio di trasporto pubblico in esso programmata, in fase di prima sperimentazione avevano de terminato un malcontento collettivo, del quale si dà atto nei documenti versati nei fascicoli dei ricorrenti: in quest’ottica, la delibera ( 156/2013) rappresenta un indubbio compromesso tra le esigenze rappresentate dalla cittadinanza e i vincoli che derivano dalla delibera C.C. n. 315 /2010”». «In sostanza si dà ragione alla giunta sia della esigenza di modificare il Piano ,sia di averlo fatto in maniera equilibrata conservando gli indirizzi della vecchia pianificazione.  Nonostante ciò si condanna per illegittimità sottolineate  dai giudici di secondo grado che contestavano i maggiori km ( 505.153) realizzati per effetto della delibera 156/2013  ed attuati , seconda l’accusa, senza copertura finanziaria, di “ motu proprio” della giunta e senza competenza dell’organo. Ribadiamo di essere convinti di aver operato nel rispetto della legge, in coscienza e con l’obiettivo di offrire il miglior servizio alla città» conclude Santarsiero.

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