«Reputazione internazionale e fierezza locale le chiavi per valorizzare i Sassi di Matera»
Intervista all’ex sindaco De Ruggieri: tra i temi, Turismo di scelta. Lavori Parco: priorità chiese rupestri. G20: forte comunicazione verso l’esterno
Le strade di Matera sono invase dal vociare di tanti turisti arrembanti e la parola lock-down sembra ormai un termine arcaico e lontano dalla nostra quotidianità. Svoltato l’angolo dell’antica “Porta Pepice” scorgiamo l’Avv. Raffaello De Ruggieri che svicolando e tutto alla chetichela, percorre a passi felpati i pochi metri che lo separano dall’edicola di Via Ridola. L’incontro di Cronache Lucane con l’ex sindaco di Matera è dunque inaspettato e, subito ci sovviene ciò che egli stesso ha sempre detto citando Pierre Boulez: ” La cultura rende inevitabile ciò che è alta-mente improbabile”, e allora “inevitabile” diventa per noi fermarci un attimo per scambiare due parole con colui che è tra i padri fondatori del circolo culturale “La scaletta” di Matera, il promotore dell’istituzione del Parco della Murgia Materana e l’artefice di mille altre opere e attività culturali, politiche e istituzionali che costellano letteralmente il pano-rama storico, umano e la vita stessa della città dei Sassi.
Vedo dal suo sguardo che è tentato di narrare la vera storia di Matera a tutti questi turisti che passano “distratti”!
«E’ ancora un momento positivo. E’ la dimostrazione che il brand Matera è ancora presente nella coscienza della comunità nazionale ed è il retaggio del 2019 che aveva due sostantivi: “reputazione internazionale” e “fierezza lo-cale” che rimangono ancora. Il problema di fondo però è che non si riesce ancora a combattere e a neutralizzare il “turismo randagio”: Qui bisogna puntare sul turismo di scelta. La città è picco-a e non può essere occupata da centinaia di migliaia di persone che vedono senza capire!» Qual è il suo luogo ideale dei Sassi?
«Ci sono i marcatori della città che segnalano questo risveglio di attenzione e non di curiosità e vanno attuati. Uno su tutti è ” I luoghi del silenzio”, un progetto di restauro urbanistico e ambientale dei Rioni Sassi e del prospiciente “Altopiano Murgico”, che previsto dal MIC “Ministero della Cultura” e istituito con la legge 208/2015, si concentra su palazzi, chiese, tratti stradali, por-zioni della cinta muraria appartenenti al complesso storico del-la città, proprio là dove c’è un luogo che non solo stupisce ma aiuta a pensare. Io mi auguro che tale progetto si possa realizzare perché ci sono i soldi e c’è la disponibilità dell’area che è di proprietà comunale»
Se per un attimo rivolge lo sguardo verso il Parco Murgia cosa vede?
«Io vedo che tutta quella iniziati-va dei lavori del “Parco della Preistoria e della civiltà rupestre” nasceva dalla necessità di realizzare un itinerario che facesse comprendere al visitatore che questa è una città che da sola può documentare la storia dell’uomo dalla selce al silicio, dai buchi neri di una grotta preistorica ai buchi neri dello spazio. Di queste cose ne parlai in tempi lontani a Palazzo Chigi con il presidente Renzi ed egli ne fu entusiasta. L’unico problema è che poi han-no affidato questa operazione a Invitalia. Quello che posso dire ad alta voce è che quello che doveva essere un intervento per far emergere i valori della storia, cioè le chiese rupestri, si è tra-dotto in un intervento per favori-re l’accesso ai luoghi e allora tutto ciò che si è fatto sugli spazi esterni, sulla strada, sul manto calcarenitico è stato prevalente rispetto al restauro esemplare del-la chiese che era l’oggetto preminente dell’intervento: E poi non mi sembra che le chiese siano sta-te restaurate in modo esemplare». Arrivo del G20 a Matera: si contano i giorni. Come se la caverà la nuova amministrazione?
«C’è grande entusiasmo e fermento, ma c’è una differenza tra l’entusiasmo e la passione; la passione è una macerazione interna che si traduce in comunicazione forte verso l’esterno e io mi au-guro che in questo periodo loro abbiano trasformato l’entusiasmo in passione!».
Si rivedrà con Draghi?
«Beh! io ho fatto una lettera “d’amore” a Draghi e mi ha det-to che tornerà ma può darsi pure che venga con il G20 e ricordo come accompagnai lui e la La-garde, oltre le barriere rosse, tra la folla di materani; superarono tutte le resistenze del corpo delle loro guardie di sicurezza e oltre-passarono con me la linea rossa “immergendosi” nella folla mate-rana e Draghi strinse la mano a tutti tra gli applausi e mi disse che era la prima volta che inve-ce di essere accolti da “ ampie-trini” era stato accolto dal sorri-so della gente e questa non è Ma-tera Capiate Europea della Cul-tura, ma Capitale Europea del-l’accoglienza».