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SASSANO:”L’OSSERVATORIO AMBIENTALE NEL LIMBO”

La Sindaca di Marsico Nuovo: «Perché la politica regionale non vuole controllare l’operato di Eni in Val d’Agri?»

Tuona da Marsico Nuovo la Sindaca Gelsomina Sassano in merito alla situazione dell’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, fermo e non finanziato nei progetti.

«Da un paio d’anni -entra nei dettagli Sassano- non ci sono finanziamenti da parte della Regione Basilicata ed i progetti sono pertanto fermi. Ad oggi sembra tutto essere sospeso in un limbo e peggio ancora da voci giunte parrebbe che addirittura vogliano chiudere gli uffici qui in Val d’Agri e smembrarlo. Già da Marsico c’era stato trasferimento a Potenza della sede Farbas-Fondazione Ambiente Ricerca Basilicata. Ricordo -sottolinea la Sindaca- che l’Osservatorio è nato per salvaguardia dell’ambiente e controllo delle estrazioni, ma con questo atteggiamento si sta vanificando proprio la funzione per cui è sorto. Si dovrebbe a breve rinnovare il consiglio di amministrazione. Vedremo cosa accadrà. Tutto quanto era stato previsto negli accordi del 1998 non verrebbe né messo in atto né mantenuto e la tutela dell’ambiente in Val d’Agri verrebbe meno».

Ricapitolando la vicenda, «il 18 novembre 1998 il Presidente della Regione Basilicata e l’Amministratore Delegato di Eni sottoscrissero un Protocollo d’Intenti per l’estrazione di idrocarburi nella Val d’Agri, relativamente all’area allora denominata “Trend 1”, detto protocollo, primo in Italia tra un’impresa petrolifera e una Regione – prevedeva l’implementazione di misure multisettoriali di sostenibilità e di tutela ambientale -entra nei dettagli Sassano-  Su buona parte degli Accordi Attuativi scaturenti dal Protocollo l’Eni aveva imposto la clausola sospensiva, che subordinava la realizzazione delle attività al rilascio di tutti i provvedimenti amministrativi di competenza regionale e non, che avrebbero consentito a Eni di completare i programmi di sviluppo.  L’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri previsto nell’ambito del Protocollo di intenti tra ENI e Regione Basilicata quale misura di compensazione ambientale in relazione al progetto di sviluppo petrolifero nell’area della Val d’Agri fu istituito dopo solo 13 anni con D.G.R. n. 272 del 1° marzo 2011, sulla carta doveva occuparsi della raccolta, catalogazione e archiviazione delle informazioni, della promozione di iniziative dirette ad assicurare il diritto della cittadinanza ad una corretta e documentata informazione sulle problematiche ambientali del territorio e sulla salute, della diffusione dei risultati delle attività svolte, doveva attivare studi e collaborazioni scientifiche, la sperimentazione di modelli e metodologie, la promozione di percorsi formativi finalizzati all’educazione ambientale, alla divulgazione della cultura ambientale e all’aggiornamento professionale degli operatori pubblici e privati del settore.

In realtà – sottolinea la Sindaca- dopo aver ristrutturato la sede messa a disposizione dal Comune di Marsico Nuovo, e organizzato pochi incontri pubblici è passato inosservato alle popolazioni valligiane».

Passano gli anni, siamo nel 2015 e «la Regione Basilicata ha inteso trasformare in Fondazione la FARBAS di cui la Regione Basilicata è il Socio Fondatore Promotore. Trasferita la sede in via Pretoria a Potenza, a Marsico Nuovo sono rimasti gli uffici vuoti con pochi dipendenti. L’impegno era stato tanto, ma senza finanziamenti i progetti finiscono in un nulla di fatto».

Eppure «importante supporto la Fondazione ha dato nello studio Epibas sull’analisi epidemiologica della popolazione residente nelle aree di estrazione, negli ultimi due anni la Regione Basilicata non ha finanziato i progetti attivati dalla Fondazione trasformandola di nuovo in una scatola chiusa, ora nel nuovo accordo con Eni è magicamente scomparsa – conclude Sassano con un paio di domande ad oggi senza risposta- Che fine ha fatto l’osservatorio Ambientale o Farbas? Perché la politica regionale non vuole controllare l’operato di Eni in Val d’Agri?».

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