PERCHÉ È STATO UN ERRORE INDEBOLIRE I COMUNI
Lettere lucane
Secondo un rapporto elaborato da Csel e Adnkronos, in Italia sono 1.083 su 8.389 i comuni in dissesto o pre-dissesto finanziario – in Basilicata sarebbero 34 su 131. Chi meglio di Salvatore Adduce può aiutarmi a interpretare questi numeri apocalittici? Adduce è stato per 6 anni presidente di Anci Basilicata, e per 5 anni Sindaco di Matera. Alzo il telefono e gli chiedo di commentare i dati, ma Adduce è perplesso: “Non mi risulta che siano così tanti i comuni in dissesto in Basilicata. Sicuramente la situazione dei comuni è difficile e problematica, ma questi numeri mi sembrano esagerati”. Il discorso si allarga. Gli dico che secondo me i comuni sono fondamentali, e che averli marginalizzati è stato un errore, perché i comuni danno meglio di tutti risposte dirette ai cittadini, e sanno meglio di chiunque presidiare il territorio. Adduce è come sempre appassionato, un fiume in piena: “Anche durante questa pandemia abbiamo visto quanto siano fondamentali lo Stato e i comuni. E pensare che ci sono municipi dove ad aprire le porte del comune è rimasto solo il Sindaco, perché magari non ci sono più impiegati. Ed è una vergogna l’attesa disperata dei comuni delle misere ripartizioni del Fondo di coesione. Eppure i cittadini trovano risposte proprio nei comuni e nei sindaci, che sono letteralmente abbandonati a loro stessi”. E le Regioni? Adduce non ha dubbi; e se lo dice lui, che pure conosce le regole della prudenza politica, allora vuole dire che i tempi sono maturi per una discussione frontale: “Le Regioni? Bisognerebbe eliminarle!” Secondo me questi dati del Csel sono l’occasione giusta per provare ad aprire una grande discussione sul ruolo dei comuni. Conclude Adduce: “Solo un pazzo oggigiorno può fare il Sindaco. Pensa solo al fatto che se fai il Sindaco la Corte dei conti ti insegue fino alla tomba. Sai cosa diceva mio padre? Meglio fesso che Sindaco”.