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LA RICETTA DI BARDI? PIU’ CAMPANI CHE LUCANI

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Non è servita nemmeno la giornata dei lucani nel mondo per ridare ordine e capacità istituzionale ai pensieri spettinati con cui il settantenne governatore campano della Basilicata Vito Bardi, ormai da un bel po’ sta facendo ammuìna ornamentale. Ora davanti al dramma del tracollo demografico della nostra regione e della fuga dei cervelli lucani che dovrebbero far tremare polsi e coscienze ad una politica ambiziosa di essere seria e responsabile, il generale in pensione e dai lunghi weekend napoletani non trova di meglio che scegliere parole vuote e qualunquiste per mostrare a tutti la sua preoccupazione, innanzitutto per lo svuotamento “dei territori da quelle competenze che invece sarebbero molto utili per accelerare lo sviluppo” e poi per ribadire che si “sta provando a riorganizzare il sistema delle politiche attive del lavoro”. Eppure alla prova dei fatti e a distanza di ben due anni, l’incauto malgoverno di Bardi, aggravato persino dalla complicità del silenzio di assessori e consiglieri del centrodestra, ha sfornato solo occupazione fiduciaria per campani, peraltro con stipendi stellari mai toccati prima dai lucani. Dice un vecchio proverbio toscano:“Ogni male ha la sua ricetta”.

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