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IL GOVERNATORE BARDI E L’ASINO DI BURIDANO

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Da quando è stato eletto, in totale sventura per la Basilicata ed a dispetto finanche dei suoi trascorsi militari, il settantenne Vito Bardi ha portato l’indecisione ad una tale maniacale perfezione di governo da farci ricordare dell’asino di Buridano. L’apologo, nonostante le oggettive defaillance di studio del centrodestra, è noto. Un asino affamato e assetato è accovacciato tra un fascio d’avena ed un secchio d’acqua, ma non c’è niente che lo faccia scegliere. Così resta immobile fino a lasciarsi morire d’indecisione. L’epilogo serve quantomeno a rappresentare lo stato d’acedia e di patologico immobilismo in cui s’è infilato il governatore, peraltro aiutato dal silenzio obbediente e complice di assessori e maggioranza. Eppure a svegliarlo dal torpore istituzionale e dall’inconcludenza delle chiacchiere sarebbero dovute bastare alcune significative avvisaglie: la sberla avuta sul referendum costituzionale per la riduzione dei parlamentari come la sconfitta del sindaco a Matera o ancora il sondaggio SWG che l’ha collocato nel girone che pur si merita di avere tra i governatori d’Italia: l’ultimo posto. Ha scritto Alain de Benoist: “L’indecisione deriva da una volontà inadeguata rispetto alla realtà”.

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