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LA FIERA DELLE VANITA’ SUL CAL

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Nelle esibizioni goffe e di vacuità a cui ci ha abituato il centrodestra col suo malgoverno della Basilicata, ci mancava solo l’euforia costituzionalista per toccare vette di vanità da avanspettacolo politico. Ora a celebrare la legge istitutiva del CAL, acronimo di Consiglio delle Autonomie Locali, si sono fatti sotto, in rincorsa sincopata ed in marcatura, alcuni intrepidi politici. Il presidente del Consiglio Regionale, Carmine Cicala, ormai a scadenza ravvicinata e debitore ai lucani ancora di una parola di chiarezza per la brutta storia del famoso bonus del Comune di Viggiano, ha richiamato il principio di sussidiarietà, ma si è scordato del centralismo campano con cui il settantenne governatore Bardi ha strattonato i Comuni. Gianuario Aliandro, lo sconosciuto che ha declinato l’io in terza persona e fatto fortuna sulle valigie a rotelle del vecchio capogruppo ha lodato l’unità della Lega, proprio quando era in formato large. Infine il transfuga in FdI, Tommaso Coviello, ha sottolineato il vuoto normativo ereditato senza rammentare i due anni d’ozio che sono serviti al centrodestra per fare una leggina facile e veloce. Ha scritto Joseph Conrad:“La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria”.

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