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MATERA, «MIGRANTI LAVORANO IN CONDIZIONI INUMANE: POSSIBILE L’AZIONE GIUDIZIARIA»

Le parole dell’avvocatessa Bitonti: dai diritti negati agli extracomunitari, alle baraccopoli e al caporalato, passando per il progetto “Più Supreme”

Sebbene la perdurante pandemia lo abbia fatto quasi dimenticare, il fenomeno migrazioni non si è mai fermato e la situazione nel materano è già di alta emergenza al punto tale che gli avvocati immigrazionisti stanno valutando di agire anche davanti all’autorità giudiziaria per la tutela dei diritti fondamentali degli extracomunitari.

«Un paio di giorni fa dice l’Avv. Angela Maria Bitonti esperta di ritiro dell’immigrazione e referente della sezione di Basilicata per l’ASGI (Associazione di studi giuridici sull’immigrazione) due ragazzi extracomunitari che si trovano a Serra Marina mi hanno detto di avere un regolare contratto di lavoro e quindi un regolare permesso di soggiorno e di aver occupato un casolare abbandonato nel quale vivono in 25 senza luce né acqua e in condizioni igienico sanitarie pessime, inumane.

L’azione istituzionale per prevenire e contrastare lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, si è concretizzata tempo fa nel progetto “Più Supreme” che consiste in dei “Percorsi individualizzati di uscita dallo sfruttamento” e “Sud protagonista nel superamento delle emergenze dello sfruttamento degli stranieri”.

Come ci spiega l’avv. Bitonti, il documento finanziato da fondi europei, per un importo totale di circa 50milioni di euro e approvato ad hoc dal Ministero dell’Interno e il Ministero del Lavoro per il contrasto al caporalato e per il superamento della condizione alloggiativa precaria dei migranti, è un progetto che vede la Regione Basilicata come importante partner.

« Ma aggiunge preoccupata Bitonti quanto dichiarato anche dopo il tavolo nazionale anticaporalato e lo stesso incontro in prefettura qui a Matera, il “Più Supreme”, non ha mai raggiunto i risultati sperati; e per quanto riguarda poi la situazione abitativa dovevano essere individuati degli immobili demaniali da recuperare e adibire a situazioni alloggiative dignitose per gli extracomunitari e non mi pare almeno che questo sia stato fatto; tra l’altro il progetto scade ad aprile 2021 salvo proroghe, ma la situazione è ancora immutata1. Il ciclo produttivo agricolo in Basilicata è continuo per cui <>.

C’è dunque una grande disorganizzazione, commenta la referente ASGI, dei ritardi sempre cronici e si arriva alla fine della stagione con le diffide e non si risolve mai niente e i ragazzi sono costretti ad accamparsi alla stazione di Metaponto o sotto il ponte o in luoghi improvvisati. Ecco perché ora noi chiediamo formalmente a proposito di questo progetto “Più Supreme” che fine abbiano fatto i relativi fondi visto che non ci pare proprio che esso abbia raggiunto gli obiettivi prefissati visto che la situazione quella era e quella è>>.

Anche la sanatoria prevista dallo Stato è stata un fallimento totale soprattutto in agricoltura: «Io le posso dire conclude drammaticamente Bitonti che ad oggi non ho visto un datore di lavoro che abbia fatto una “domanda di emersione” che sia andata a buon fine; io ovviamente non ho i dati della prefettura però la mia esperienza personale mi dice questo e in tutto ciò si inserisce questa condizione se me lo consente di dire di “ricatto” dei datori di lavoro perché molti ragazzi si sono assoggettati al potere del datore di lavoro pur di riuscire ad avere la regolarizzazione dallo Stato. Queste ovviamente sono le notizie che ci arrivano direttamente dai ragazzi»

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